A Cagliari una pessima Inter brucia tutto quello fatto finora e riapre senza proroga alcuna la lotta al terzo posto. Spalletti in primis si aspettava una reazione sul campo che potesse rendere giustizia alla trasferta a Firenze finita male, ma non malissimo a giudicare dal risultato di ieri sera in terra sarda.

Alla Sardegna Arena l’Inter cade sotto i colpi di Ceppitelli, con la complicità di Perisic, e Pavoletti sprofondando tra le grinfie delle dirette avversarie pronte ad inserire la marcia e innescare il sorpasso. Questo pomeriggio infatti il Milan alle 18.00 contro il Sassuolo e la Roma alle 20.30 nel derby della Capitale, proveranno il tutto per tutto tentando il sorpasso i rossoneri, l’aggancio i giallorossi.

Il Milan a soli -2 punti, vincendo questo pomeriggio contro il Sassuolo si porterebbe a +1 dai cugini, mentre la Roma in caso di vittoria contro la Lazio agguanterebbe l’Inter ma a livello di classifica starebbe sopra per i gol all’attivo. Tuttavia – come suggerisce qualcuno -, poco contano i discorsi validi per un eventuale piazzamento finale; ad oggi infatti, alla 26^ giornata, con ancora più di dieci partite da disputare e degli scontri diretti tutti da giocare, parlare di piazzamento Champions sfumato risulterebbe un’iperbole persino ai più pessimisti.

Perisic Cagliari vs Inter
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Inter altalenante e ondivaga

E’ vero però che andrebbe fatto un discorso quanto più analitico possibile nell’osservare l’andamento della squadra di Spalletti che continua a sprecare quanto semina, faticando reiteratamente a trovare una stabilità e un equilibrio che neppure l’emotività – negativa o positiva – riesce a conferire. Quando tutto andava per il verso sbagliato, Luciano andava alla convulsa ricerca di una reazione che potesse far scuotere in qualche modo anime e gambe. Persino la mossa di inserire Ranocchia come punta contro il Bologna – vista una mossa dettata dallo sbaraglio e dal caos – era sinonimo di una spasmodica miscela di elementi che potessero dar vita alla formula chimica necessaria. Trovata però la vittoria a Parma, alla quale ne sono susseguite tre prima di Firenze e dove malgrado tutto la prestazione aveva comunque reso giustizia all’atto di ottimismo innescatosi, l’entusiasmo sull’onda dei risultati aveva lasciato credere in una rotta nella quale ci si era ormai re-incanalati, ma ancora una volta così non è stato.

Ancora una volta, il periodo di apparente ripresa viene interrotto da un picco verso il basso incassato pressappoco da provinciali; ancora una volta, l’Inter non trova le giuste vie di reazione e da situazioni scomode e negative non riesce ad estrapolare la linfa necessaria a trasformare la rabbia in energia che funga da forza motore. Si abbatte e si lascia battere, facendolo tra l’altro nel peggiore dei modi: giocando male e senza nitidezza né di pensiero tantomeno di idee sin dal fischio d’inizio, come a trascinarsi addosso un macigno dal quale non riesce a liberarsi. La prestazione dei nerazzurri di ieri va a scontrarsi con le parole e gli auspici di Spalletti secondo i quali ‘il dispiacere resta ma i giocatori, da bravi professionisti, sanno che bisogna reagire‘.

Spalletti prima di Cagliari-Inter risponde a Pioli: capezzolo is the new mani

A metterci testa e gambe di ieri soltanto Lautaro Martinez, (quasi) solo contro tutti, e Radja Nainggolan nonostante qualche piccola sbavatura dovuta al lavoro sporco costretto a fare, dovendo sopperire ad un pessimo Brozovic e un altrettanto tremendo Vecino. Persino Handanovic non è esente di colpe: se lo sloveno risulta innocente sulla prima rete, ancora una volta come a Firenze, beffato dalla deviazione di un compagno di squadra, si è caricato di imperizia sulla seconda, messa a segno da Pavoletti. Nel primo score cagliaritano, nato da una punizione battuta da Cigarini sulla quale si fionda Ceppitelli, a risultare determinante è Ivan Perisic in una serata da dimenticare per lui che ha imbastito una prestazione agli antipodi delle gare precedenti; nulla ha potuto Handanovic totalmente spiazzato e battuto persino sulla velocità di pensiero, beffato appunto proprio dal 44 nerazzurro quasi sempre una certezza anche e soprattutto in fase difensiva.

Nainggolan Lautaro Cagliari vs Inter
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La seconda rete invece nasce da un errore collettivo che ha determinato una manovra difensiva quasi fuori ogni logica (spallettiana). Una pressione nerazzurra pressoché inesistente ad ostacolare la discesa rossoblù, favorisce la discesa di Srna che gira per Cigarini, libero dalla pressione sia di Nainggolan che di Perisic troppo schiacciati in difesa, dritto per Faragò lasciato totalmente smarcato da Asamoah.

Il terzino nerazzurro in totale leggerezza lascia che il 24 cagliaritano sia libero di aprire per Srna sul quale poi non riesce ad arrivare, permettendo il traversone piombato sui piedi di Pavoletti totalmente ignorato da Skriniar intento a guardare il pallone e non l’avversario immediatamente alle sue spalle e lasciato al compagno di reparto De Vrij che però non tenta neppure la marcatura.

Cagliari vs Inter esultanza Cagliari
@Cagliaricalcio

Errori plurimi corroborati dalla ciliegina sulla torta posata da Handanovic che più che battezzare il tiro, ha pensato a obbligarsi in un’estrema unzione: del risultato e dell’Inter.

Nella ripresa la squadra nerazzurra è scesa in campo più ordinata e attenta ma la difficoltà di gestire i palloni e portare a compimento un’azione non si è affievolita del tutto. A poco è servita la mossa di inserire Borja Valero al posto di un annebbiatissimo Matias Vecino; lo spagnolo, abile nel palleggio non è riuscito a smuovere più di tanto gli equilibri di una manovra fin troppo macchinosa, quasi ingrippata nei meccanismi più semplici. Il 20 nerazzurro ha peraltro fatto rammaricare non poco con quel tiro provato dal limite dell’area finito, di poco ma, alto sopra la traversa, conclusione che avrebbe potuto avere un risvolto diverso se anziché essere tentata, fosse stata affidata a Radja Nainggolan di poco più arretrato ma libero e in condizione di calciare meno ostica.

Anche l’apporto di Candreva, entrato al posto di Asamoah con il tentativo di attribuire maggiore propensione offensiva alla squadra, a giudicare dalla conclusione all’88’ su punizione, è finito per essere inutile. Marcelo Brozovic nella peggiore prestazione della stagione, come da registro e da cliché dopo una brutta partita finisce con il naufragare nel bel mezzo della frustrazione, prendendosi pure un giallo. Il croato non ha mai trovato le tempistiche corrette tantomeno la reattività di entrare in partita, lasciando il centrocampo praticamente in pasto agli avversari, lì dove a brillare ieri è stato un Nicolò Barella finito a rovinarsi sul concludere una performance impeccabile che avrebbe rasentato il 10 se non fosse stato per quel rigore calciato male, al di sotto delle sue corde, e finito per graziare Handanovic spiazzato e i nerazzurri dal 3-1.

Brozovic Cagliari vs Inter
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Un match, quello dell’Inter, che Spalletti non può che considerare pessimo e indegno, quantomeno nell’animo, in una serata in cui non sussistono alibi malgrado ci sia chi, giustamente, parla di un arbitraggio ancora una volta a dir poco discutibile. Tra tutti, l’episodio che salta inevitabilmente all’occhio è il fallo tattico di Cigarini su Nainggolan davanti ad una prateria di campo aperto sulla quale lanciarsi. Banti si avvicina mettendo quasi mano al cartellino ma, accorgendosi dell’autore del fallo non tira fuori il cartellino in quanto già ammonito.

Alla prestazione totalmente sotto tono e persino fuori luogo, considerato il momento e le condizioni che la classifica detta, poco importa l’alibi di un arbitraggio discutibile se ad essere altrettanto discutibile è risultata la verve e la capacità di reazione.

In una situazione dove decadono gli alibi, persino la ricerca dei capri espiatori sembra essere di troppo, lì dove ad espiare colpe dovrebbero essere fin troppi attori, dentro quanto fuori dal campo. E mentre c’è chi ogni giorno tenta di trovare uno nuovo a cui addossare la colpa, da Nainggolan a Icardi, passando per Perisic prima e Spalletti dopo, da dicembre ad ora si sono persi stabilità, equilibrio e soprattutto punti e terreno in classifica.

E adesso non resta che sperare quantomeno in un rallentamento lì dove di rallentamenti non sembrano essercene e mentre gli altri innescano le marce, l’Inter pensa ancora rimbalzare una patata bollente da ormai fin troppo tempo, cercando ancora di capire capire come nascondere dei cocci di un vaso che in due mesi è riuscita a frantumare.

Egle Patanè