Un gol per parte, un punto per parte da San Siro non esce nessuno vincitore. Non sorride la Roma ma neanche l’Inter. Spalletti non osa, Nainggolan si perde tra i ricordi, Lautaro spento: resurrezione rimandata, Inter è ancora passione!

Si conclude 1-1 il match point tra Inter e Roma, ultimo della carrellata di match che si sono giocati il sabato di Pasqua. Giorno di festa che si conclude in modo sconclusionato e di festoso finisce con l’esserci niente. Se il pareggio venuto fuori dalla gara di ieri sembra il risultato più equo al netto della prestazione, non si può certamente dire dell’equità di piacere che le due squadre ne trarranno. Di festoso c’è poco o nulla e se, visto il periodo, ci si aspettava una resurrezione di una delle due, nessuno è risorto da nessun angolo del Meazza. Specie e soprattutto l’Inter.

L'Inter dorme: con la Roma è ancora passione, resurrezione rimandata!
Inter.it

Senza Brozovic mancano identità, idee e ordine

La squadra di casa subisce da subito il peso della partita e come da pronostico non va oltre il minimo indispensabile, tiene il braccino corto e fa il suo, giusto per guadagnarsi un sei politico. Tra tutti, la sufficienza a meritarla meno è Luciano Spalletti che, come spesso accade, si complica la vita. Il toscano infatti sembra essere il primo a sentire il peso della partita, e come già diverse volte, non azzecca la chiave che sarebbe servita ad aprire il lucchetto.

La squadra nerazzurra resta come bloccata mentalmente senza riuscire a trovare quel pizzico di genio, intelligenza o semplicemente grinta che potesse dare quella spallata in più alla ricerca di una vittoria. Ma anche di una vera e propria giocata creata con criterio.

Borja Valero migliore in campo, ma non è Brozovic

L’Inter come sempre si perde tra possesso palla e palleggio in orizzontale, atteggiamento tipico di quando non trova l’intuizione giusta per dare concretezza ad una manovra che, ieri come in altri casi, è scarseggiata. La mancanza di Brozovic a centrocampo ha lasciato l’impronta e non è bastato un ottimo Borja Valero. La tecnica e la tattica dello spagnolo hanno tenuto a galla la squadra per buona parte del match.

L'Inter dorme: con la Roma è ancora passione, resurrezione rimandata!
Borja Valero, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

Dal canto suo, per quanto sia riuscito a dettare le linee direttive di gioco, non ha sopperito del tutto al vuoto lasciato da Brozo. Per intuizioni e sprazzi di genio che spesso rompono le maglie avversarie dirompendo tra le linee, Brozovic difficilmente riesce ad essere sostituito, e anche dal punto di vista della fisicità, il lavoro di Borja non riesce a reggere il confronto. Tuttavia il venti nerazzurro, pur essendo inevitabilmente calato sul calare della partita, è risultato uno dei migliori.

Il compagno di reparto Vecino per buona parte della partita, senza il supporto di Brozovic, sembra perdersi qualcosa non riuscendo a dare ordine alla manovra, né dal punto di vista difensivo fungendo da filtro né dal punto di vista offensivo. Senza l’ordine del croato, il centrocampo va in palla. A complicare le cose ci pensa Radja Nainggolan che non è mai entrato in partita.

Nainggolan fallisce la prova ricordi

Il Ninja sembra davvero essersi calato nel mood Inter e quando c’è da dimostrare qualcosa, inevitabilmente entra in psicodramma. Per Radja Nainggolan quella di ieri sarebbe dovuta essere per la partita se non perfetta ma quasi; dimostrando, magari, quanto – in sponda giallorossa – si fossero sbagliati a cederlo. Eppure il Ninja si lascia sopraffare dai ricordi e scende in campo totalmente fuori partita.

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Nainggolan, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

Tempi e palloni sbagliati, nessuna intuizione e mai un pallone davvero pericoloso. Servito poco, il belga dal canto suo non ha mai mostrato quella sua grinta tipica che tanto lo caratterizza, non riuscendo a trovare varchi per muoversi tra le linee né tentare uno dei suoi tiri di potenza, tantomeno innescare una delle solite galoppate. I meriti vanno anche agli avversari, ben piazzati a tarparlo chiudendo gli spazi intorno a lui. Spalletti gli dà fiducia ma deve arrendersi alla realtà ed è Radja il primo ad uscire. Icardi, partito dalla panchina, al posto di Nainggolan. E la partita cambia.

Spalletti chi non risica non rosica

Uno degli errori di Spalletti è stato lasciare il numero 9 in panchina per cinquantaquattro minuti. L’argentino, sebbene ancora troppo lento rispetto ai suoi standard e meno lucido nel trovare i guizzi che lo rendevano lo sterminatore da area, fa comunque la differenza. Con il suo ingresso muta il volto dell’Inter. Ma anche quello della Roma. Se da un lato i nerazzurri trovano quel punto di riferimento lì davanti, i giallorossi si impensieriscono. Aumenta la densità in area e cambiano i piani difensivi romanisti. Meno di dieci minuti dopo infatti, Mauro ne ha già un paio addosso.

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Spalletti, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

Icardi in panchina: entra e cambia la partita. Vecino dà grinta, D’Ambrosio legge bene, Icardi se li tira addosso e Perisic insacca

Con l’uscita di Nainggolan e Lautaro al suo posto che però spesso avanza verso l’area, quasi ad affiancare Icardi, Vecino si trova più libero di spaziare e occupare la zona alta del campo.

Perisic salvo solo per il gol

E’ da una azione dell’uruguaiano infatti che nasce il gol del pareggio. Troppo lontano per calciare, l’8 nerazzurro s’accentra e guadagna qualche metro, scarica per D’Ambrosio. Il 33, ricevuta palla tenta l’incursione ma intuisce la possibile chiusura di El Shaarawy e si libera dell’italo-egiziano con una finta. D’Ambrosio spedisce in area ed è in quell’occasione che la presenza di Icardi fa la differenza. Prima Juan Jesus e Fazio su di lui, poi anche Florenzi che sulle prime marca Perisic si accentra subito dopo concentrandosi su Icardi e lasciando libero da marcature e pressioni il croato. Se ne accorge D’Ambrosio, coglie Perisic che ha il tempo di leggere e seguire azione e tempi. Non sbaglia questa volta il 44, impatta di testa e travolge Mirante.

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Perisic, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

Come a Frosinone l’unico episodio che salva Perisic è ancora una volta il gol. Anche questa volta il croato fatica ad esprimersi e sbaglia più di quanto dovrebbe. Sull’azione di Lautaro su Mirante a inizio partita, Perisic si ritrova con il pallone tra i piedi sul rinvio ma sbaglia a due passe e spreca una clamorosa pallagol che avrebbe potuto cambiare le sorti. Ma non solo. Il 44 nerazzurro pecca ancora di mancanza di grinta e freddezza di raziocinio.

Lautaro spento

Il secondo cambio nerazzurro desta qualche clamore: Joao Mario per Lautaro. Tatticamente ha senso, alla luce di un Lautaro non in condizioni ottimali. Il Toro sfortunato nei primi dieci minuti, trova una palla che ha fatto tremare i giallorossi e rammaricare i nerazzurri. Su un pallone di Politano, impatta di testa a pochi passi dalla porta ma Mirante è attento e respinge incredibilmente salvando il risultato, in quel momento ancora fermo sullo 0-0. La palla resta lì ma sulla respinta non arriva Lautaro né Perisic e rimane un sussulto vano. Un altra sola palla impattata male nella ripresa che non impensierisce nessuno, Lautaro si esprime male grazie al buon lavoro difensivo dei giallorossi che lo marcano a dovere impedendogli fantasia e libertà d’azione. Tuttavia il diez appare spento anche a livello di idee. 

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Lautaro, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

L’attacco a due punte resta un’utopia

Spalletti avrebbe potuto tentare un 4-4-2, mandando proprio Lautaro a fianco di Icardi e arretrando Perisic e Politano a fianco di Vecino e Joao Mario, magari facendo uscire Borja Valero più che Lautaro, per lasciare rifiatare lo spagnolo dopo un dispendio di energie non indifferente. Chissà come sarebbe potuto essere. Ma appunto chissà.

Spalletti decide invece di sostituire uno spento Lautaro con un fresco Joao Mario per favorire agilità tra le linee, ma inevitabilmente toglie densità in area e fisicità dietro. L’allenatore come ultima mossa inserisce Keita al posto di Politano quasi sempre smascherato nei suoi tentativi. L’ex Sassuolo non fa quasi mai la differenza e tenta giusto qualche tiro mai davvero pericoloso. Con poca verve e precisione imbastisce una prestazione che non arriva alla sufficienza, un po’ come il resto della squadra.

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Skriniar, Inter vs Roma 20 aprile 2019
Foto: Inter.it

A fare la differenza il solito muro Milan Skriniar che non lascia varchi agli avversari, chiudendo quasi sempre le possibilità d’incursione malgrado un frizzante El Shaarawy che nella sua azione personale beffa tutti e come sempre punisce l’Inter. Al netto di tutto a San Siro finisce più o meno equilibratamente. Se nei primi venti minuti del primo tempo, è la Roma a gestire la partita dando l’impressione di tenere in pugno la squadra di casa, l’Inter cresce senza mai maturare davvero e ancora una volta finisce col fare meno di quanto avrebbe potuto e dovuto. Risultato che mantiene invariate le distanze sia con il Milan che con la Roma, già di due lunghezze.

A complicare le cose, però, la Juventus alle porte. I bianconeri laureatisi ieri Campioni d’Italia per l’ottavo anno consecutivo arriveranno a San Siro con tranquillità ma certamente con la di dimostrare superiorità. Specie al Meazza e con i rivali di sempre.

 

 

Egle Patanè