“Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.”

Da sempre il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Fratelli d’Italia o Inno di Mameli, richiama nel nostro immaginario collettivo la Nazionale italiana di calcio.

Forse non tutti sanno che, fino a qualche anno fa, è stato un inno provvisorio.
Scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli, e musicato a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, divenne l’Inno d’Italia soltanto nel 1946 su proposta del ministro della Guerra Cipriano Facchinetti ma, solo dopo 71 anni di provvisorietà, il 15 novembre 2017, il disegno di legge che lo riconosce quale inno nazionale della Repubblica Italiana è stato approvato in via definita dalla Commissione Affari costituzionali del Senato.

Quei versi e la melodia ne hanno sempre fatto di lui il canto più amato dell’unificazione, non solo durante il Risorgimento, ma anche negli anni successivi.

Molti sono i richiami al nostro passato, dall’Impero Romano ai Vespri Siciliani. Ripercorre, infatti, alcuni degli episodi salienti della storia tricolore: la grandezza e l’onore e le gesta eroiche dell’Impero Romano fino alle lotte per la libertà; emerge in ogni verso il desiderio di ribellarsi all’oppressore straniero.

Radici antiche, la nostra cultura e un messaggio di forza che hanno la capacità di infondere fierezza e tenacia a chi indossa la maglia azzurra e sul rettangolo verde rappresenta l’Italia.

Difficilmente troveremo ricordi rilevanti che non siano legati a canzoni, vale per tutto anche per il calcio. E così, oltre all’Inno, anche altre melodie ci riportano agli Azzurri della Nazionale.

Basta ascoltare le prime note di Un’estate italiana e, almeno un paio di generazioni, ricorderanno Totò Schillaci e i Mondiali disputati in Italia.

Composta da Giorgio Moroder, cantata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato -che in parte ne riscrissero il testo-, conosciuta anche come Notti Magiche, venne usata dalla Rai come sigla di apertura dei programmi tv dedicati ai Mondiali ma ben presto divenne il singolo più venduto in Italia nel 1990 e balzò in cima a molte classifiche europee.

Altra melodia che riconduce subito alla Nazionale e a ricordi entusiasmanti è il celebre  popopo che ha fatto da colonna sonora al trionfo del Mondiale del 2006.

Le note di Seven Nation Army dei The White Stripes sono diventate l’inno non ufficiale degli Azzurri.

Jack White, frontman della band, dichiarò divertito: “Sono onorato che gli Italiani hanno adottato questa canzone”.

La sua melodia che si prestava in maniera così naturale alle parole ‘Campioni del Mondo’ ha fatto la sua parte proprio nella storica notte di Berlino diventando il coro di festa di tutti gli italiani.

Sempre a quell’estate del 2006 e quell’impresa compiuta dei ragazzi di Lippi è legata Siamo una squadra fortissimi.

Il brano ironico e volutamente sgrammaticato di Checco Zalone, inizialmente era sigla dello spazio sportivo di Radio Deejay, Deejay Football Club – Speciale Mondiali, condotto da Ivan Zazzaroni ma in pochissimo tempo ha fatto il giro del web guadagnandosi il titolo di tormentone di quell’estate indimenticabile.