I’m coming home
I’m coming back down tonight

‘Cause I’ve been hypnotized by the lights…

Le note del tormentone dei Purple Disco Machine mi girano in testa tutte le volte che ripenso a Alvaro Morata e al suo ritorno alla Juve.

Protagonista al suo “secondo debutto” in Champions con la maglia bianconera (anche se arancio stile militare) con una doppietta con cui colpisce e affonda la Dynamo Kiev.

Ok, l’avversario era poca roba. Ma a noi serviva capire che nulla era cambiato.

Alvaro Morata era – ed è ancora – un animale notturno. Una creatura che non ha bisogno di fronzoli, di decorazioni. Un centravanti che – d’accordo con Alessandro Del Piero – “senza fare grandissime cose, ha fatto grandissime cose”.

Alvaro Morata
Fonte immagina pagine ufficiale FB Juventus

Lui è così: ti sembra di non vederlo ma è sempre lì, pronto a metterci il piede o la testa, forte dei suoi quasi due metri, senza fare troppo rumore.

Un animale da Champions, che sa esaltarsi pur mantenendo compostezza. 

Sa mantenere il suo posto, sa cosa faranno i suoi compagni, sa mantenere la concentrazione.

Alvaro – che si è fatto “ipnotizzare dalle luci” della piazza di Madrid, ma è stato giusto così – sembra non averla mai lasciata, la Juventus.

Ora che lo vedo in campo mi rendo conto che è l’uomo giusto, che lo sarebbe sempre stato.

La Juventus ha bisogno di uno come Morata, e Morata ha bisogno di vestire quella maglia.

È tornato: e non so voi, ma io me lo tengo ben stretto.

Si dice che le minestre riscaldate non vadano bene.

Ma se parliamo di Alvaro Morata, aspettatevi invece una pietanza prelibata: di quelle semplici ma sane e di sostanza.

I’m coming home
I’m coming back down tonight

‘Cause I’ve been hypnotized by the lights…