Dejan Kulusevski è nato a Stoccolma il 25 maggio 2000 da genitori macedoni. Cresce nel settore giovanile del Brommapojkarna.

La carriera di Dejan comincia sul parquet, non perché giocasse in casa ma perché era un difensore di futsal.

Ad onor del vero, dobbiamo dire che questi inizi non hanno avuto un’influenza devastante sulla sua crescita, perché tra le sue caratteristiche principali di certo non troviamo eccezionali abilità tecniche nello stretto bensì nell’ampio e nel lungo.
Dejan è un uomo verticale, ha bisogno di spazio per accelerare e liberare potenza.

Nel luglio 2016 viene acquistato dall’Atalanta che lo aggrega alla propria formazione Primavera. Esordisce in prima squadra il 20 gennaio 2019 disputando l’incontro di Serie A vinto 5-0 contro il Frosinone; al termine della stagione colleziona 3 presenze.

Come ben sappiamo, i bergamaschi, con i giovani, ci sanno fare. Dati alla mano, infatti, il vivaio neroazzurro è terzo in Italia per numero di giocatori “creati”, dopo Roma e Inter, e ora nei top 5 dei campionati Europei. Da Zingonia ne sono davvero passati tanti di talenti, basta citarne alcuni: Zaza, Bonaventura, Pazzini, Caldara, Montolivo, Gabbiadini.

Arriva poi l’estate del 2019 e il direttore sportivo Daniele Faggiano non ci pensa due volte, e dopo Alberto Grassi, porta a Parma Dejan Kulusevski e Andreas Cornelius.

Kulusevski
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Da quel momento quasi nessuno avrebbe pensato che lo svedese potesse diventare subito titolare nel 11 schierato da mister D’Aversa.

Già a fine settembre, quando aveva solo 19 anni e 5 mesi, Dejan risultava il più giovane giocatore dei cinque principali campionati europei ad aver partecipato attivamente ad almeno quattro gol, con una rete e tre assist.

Il talento, insomma, è indiscutibile.

Il suo coach svedese delle giovanili l’ha descritto come un mix tra la tecnica di Robben e la potenza di Ilicic, di cui Dejan possiede, ad esempio, il movimento ad accentrarsi dalla fascia, utile a portarsi via diversi giocatori della squadra avversaria e a disgregarne l’assetto.

Interessanti sono anche i suoi attuali “modelli”, lontanissimi dal Ronaldinho del poster in camera (in realtà appeso dalla sorella Sandra, in origine vera calciatrice di famiglia), e cioè Hazard, per dribbling e finte, e De Bruyne, per passaggi-chiave e assist.

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Poi arrivò il 24 novembre 2010 e Fabio Paratici, direttore sportivo della Juventus, è in tribuna per seguire il match tra Bologna e Parma. Nessuno in quel momento avrebbe pensato a quale sarebbe stata l’evoluzione della storia che conosciamo tutti, o perlomeno nessuno si aspettava un’operazione così rapida.

Ma al direttore bianconero bastano solo diciassette minuti perché la sua attenzione sia catturata dal sinistro a giro che Dejan Kulusevski piazza di prima intenzione alle spalle di Skorupski.

In generale, la prestazione offerta è di altissimo livello, una delle migliori stagionali: sette conclusioni tentate, cinque dribbling, due passaggi chiave e un palo colpito con un altro tiro da posizione simile, oltre alla splendida realizzazione iniziale.

A pochi giorni dall’inizio del calciomercato invernale l’importanza del giocatore nella manovra offensiva del Parma non è cambiata: con quattro reti e sette assist, ha partecipato complessivamente al 46% dei gol fatti dai gialloblù (11 su 24). E allora ecco che la “Vecchia Signora” va a bussare a casa della Dea per accaparrarsi la freccia di Stoccolma.

Sì, perché Dejan è veloce e, soprattutto, potente, perché, se sei alto un metro e 86 e il tuo punto di forza è la rapidità, hai tanta forza nelle gambe.

E per questo la Juventus ha deciso di compiere un investimento molto importante, acquistandolo per un 44 milioni di euro bonus compresi. Una cifra che lo rende il centrocampista e l’acquisto invernale più costoso della storia del club bianconero, un doppio titolo che diventa ancora più incredibile se pensiamo che questa operazione è stata portata a termine per un elemento che ha giocato soltanto cinque mesi in Serie A.

Dejan a Torino potrebbe essere prezioso anche se si tratta di una  squadra «prevalentemente» di possesso, differente dal Parma che punta al contropiede, risulterebbe come giocatore-passepartout per aprire assetti molto chiusi.

In attesa del passaggio estivo, i tifosi crociati se lo godranno fino all’ultimo secondo per poi salutarlo e mandarlo in quel famoso “posto” che ogni giocatore della nuova generazione vuole arrivare, quasi fosse l’Olimpo.

Al momento Dejan è bloccato dalla fine di gennaio dal suo stato di salute: dapprima una lesione muscolare, in seguito  una sindrome retto-adduttoria che lo ha costretto nuovamente lontano dai campi. I tempi di recupero sono ancora da definire, con il ragazzo che compie un lavoro differenziato.

Certo è che il Parma attende con ansia la sua – anche se ancora per poco – “Freccia di Stoccolma”.

Giorgia Macchia