Diego Maradona, nel corso della trasmissione “La mano del Diez” sull’emittente venezuelana Telesur, sottolinea che tre delle quattro nazionali semifinaliste ai Mondiali sono in gran parte composte da figli di immigrati e gente delle ex colonie.

E fin qui,  dati alla mano è evidente come, soprattutto Belgio e Francia, siano nazionali che si fondano su una generazione figlia dell’immigrazione.

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El Pibe de Oro però attacca e parla di mafia: C’è una mafia che porta via i calciatori africani per naturalizzarli per le nazionali europee. E molte volte il bisogno obbliga questi giovani giocatori a fare una scelta del genere”.

Il 70% della Francia è composto da immigrati“, ha sottolineato l’argentino e aggiunge “il traffico di calciatori è una cosa terribile e ha raggiunto livelli incredibili, anche nelle grandi federazioni. Non ci sono dubbi che in questo Mondiale abbiamo la più alta percentuale di immigrati di sempre“.

Il fatto che ci sia un alto numero di giocatori immigrati o figli di immigrati è un dato inconfutabile e, a mio avviso, nemmeno così allarmante in quanto naturale prodotto dei tempi che corrono.
Ma Diego, che è argentino e di conseguenza, conosce bene le dinamiche migratorie (basti pensare ai numerosi italiani che negli anni dall’1886 al 1889 sono emigrati proprio in Argentina e hanno dato vita a generazioni di italo-argentini) parla di traffico di calciatori.
Dichiarazioni pesanti che meriterebbero di essere verificate e che, ci auguriamo, siano solo l’ennesimo attacco al ‘Sistema’ (uno dei suoi sport preferiti).

 

Caterina Autiero