Il calcio femminile tra incertezze e speranze di vita

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Agsm Verona e Brescia si contenderanno la Supercoppa Italiana sabato 26 a Castiglione delle Stiviere. E’ l’unica certezza che regna attualmente nel calcio femminile italiano.

Sì, perchè per il resto è tutto un caos: come riportato dal portale OA Sport nei giorni scorsi, l’Acese (regolarmente iscritto al campionato di Serie A femminile) ha rinunciato a partecipare al torneo 2015/2016. Molto problabilmente dietro questa decisione del team siciliano, ci sono questioni economiche. Un duro colpo per il movimento calcistico femminile dopo l’esclusione della Torres dalla massima serie e della Ludos (Palermo calcio femminile) dalla Serie B. Ora con il ritiro dell’Acese, dovrebbe essere il Riviera Romagnola l’indiziata principale per il ripescaggio.

Una situazione complicata e difficile per l’intero movimento calcistico femminile che spera di uscire da una situazione di stallo che non può più essere accettata, con la riforma del presidente Tavecchio che prevede una collaborazione tra team maschili e compagini femminili.

Una sorta di “ghettizzazione” inutile perchè il calcio non si basa su differenze di genere, di colore delle pelle; i suoi valori si esprimono comunque e dovunque c’è passione. Come la storia di Vania, raccontata del Corriere dello Sport.

Una calciatrice dalla tenera età di 16 anni (oggi ne ha 40), colpita da un cancro al seno. La sua voglia di vivere non ha mai vinto sulla malattia. “Mi sono allenata sempre – racconta al Corriere dello Sport – In partita giocavo al massimo sette minuti per colpa dei globuli rossi, troppo pochi”.

La voglia di calcio di calcio non l’ha mai abbandonata al punto che appena risvegliata dell’operazione, ha subito chiesto. “Quando posso tornare a giocare?”. Il calcio le manca perchè “giocare mi fa sentire libera, quando mi alleno non penso”.

Storie di donne, storie di sport, storie di vita.

(Foto del sito http://www.bresciacalciofemminile.it/)