Sono tanti i cartellini gialli, le espulsioni, “i colpi di testa”, le polemiche e le contestazioni di ogni genere collezionate negli anni nel mondo del calcio o dello sport in generale. Troppe volte calciatori e spettatori perdono di vista quello che dovrebbe essere la vera essenza dello sport, ovvero il gioco.
Recentemente, a ricordarci che pur sempre di un gioco si tratta, è stato un episodio accaduto nel campionato Azero: un bellissimo episodio di fair play di cui si è reso protagonista Elvin Mamedov, giocatore del Qarabag. Durante il match contro Inter Baku, al 90’ viene fischiato un calcio di rigore inesistente a favore del Qarabag, il centrocampista, battitore dagli undici metri, in accordo con l’allenatore ha sbagliato volutamente il penalty. “E’ stato un momento di fair play da parte nostra, non è stato niente di straordinario. Se fosse stato davvero rigore, non avrei sbagliato il bersaglio” ha dichiarato poi al termine dell’incontro. Un gesto che non capita spesso e che dovrebbe far riflettere.
Se non fosse abbastanza abbiamo ripercorso alcuni dei gesti più belli di fair play della storia del calcio.
  • Everton – West Ham: Come non ricordare uno dei gesti più belli della storia del calcio che vide protagonista assoluto Paolo Di Canio. Durante un’azione il portiere dell’Everton si avventurò in uscita al limite dell’aria ma cadde e restò a terra dolorante. La palla schizzò verso l’ala destra trovando Sinclair che effettuò un cross al centro per l’attaccante che invece di colpire il pallone afferrò la palla tra le mani e fermò il gioco. Il Goodison Park esplose in un’ovazione. Di Canio ricevette il premio fair play dell’anno e una lettera ufficiale di encomio della FIFA.

  • Rapid Bucarest – Otelul Galati:  Protagonosta di questo episodio di fair play è il centrocampista del Rapid BucarestCostin Lazar. Affrontato in tackle in piena area di rigore da un difensore avversario si procurò un calcio di rigore. Il penalty però non fu mai battuto poichè Lazar ammise di non aver ricevuto nessun fallo.
  • Arsenal – Liverpool: In Premier, nel 1997, l’attaccante dei Reds, Robbie Fowler fu protagonista di un episodio molto simile a quello di Lazar. Il giocatore del Liverpool, senza consultarsi con i compagni, andò dritto verso l’arbitro per cercare di convincerlo di non aver subito un fallo da rigore dal portiere avversario, Seaman. Quella volta, però, fu tutto inutile perchè il direttore di gara non cambiò idea. Fowler, in ogni caso, ricevette il Fifa Fair Play Award.
  • Al Nasr – Sepahan: Era il maggio 2012 in una partita di Champions League asiatica. Un giocatore dell’Al Nasr si infortunò e la palla fu buttata fuori. Il Sepahan restituì palla ma la punta, Sukaj, andò in pressing al portiere, rubò palla, dribblò e subì fallo. Fu decretato il calcio di rigore. Dopo una rissa (che con il fair play non ha nulla a che fare) sul dischetto si presentò Omid Ebrahimi che calciò debolmente tra i piedi dell’estremo difensore avversario.
  • Ajax- Cambuur: Il gesto di fair play questa volta coinvolge un’intera formazione. Jan Vertonghen nel restituire la palla al portiere avversario, con un lancio da quasi metà campo, segnò accidentalmente. Dopo le scuse, con la palla di nuovo al centro, tutti i giocatori dell’Ajax rimasero fermi per permettere al Cambuur di segnare il gol del pareggio.

  • Brann – Lillestrøm: Un gesto simile a quanto accaduto in Olanada è capitato anche nel campionato norvegese. Il gioco era stato interrotto dalla squadra di casa, a causa di un compagno infortunatosi. Alla ripresa del gioco la palla venne restituita, peccato però che il lungo retropassaggio di Erik Mjelde colse totalmente impreparato il portiere del Lillestrøm che si fece scavalcare dal rimbalzo e pallone finì in rete. Il Brann decise di concedere un gol agli avversari per riportare la situazione alla normalità. Tutti d’accordo tranne uno, il portiere Piotr Leciejewski che non ci stava a regalare il gol ma alla fine Sigurðarson riuscì comunque a superarlo e a depositare la palla in rete.
  • Roma- Messina: Qualche anno fa nella nostra serie A abbiamo potuto apprezzare il fair play del romanista Daniele De Rossi. Durante una partita col Messina, nel 2006, spiegò all’arbitro e ai compagni di aver commesso un fallo di mano, facendosi annullare una rete già accordata.

  • Napoli – Lazio: Anche l’attaccante tedesco Klose confessò un fallo di mano sfuggito all’arbitro e ai suoi collaboratori. A pochi minuti dall’inizio della gara contro il Napoli il bomberone tedesco andò a segno portando la Lazio in vantaggio. La furia dei napoletani che gli accusarono un tocco di mano spinse l’arbitro Banti a chiedere conferma o smentita allo stesso marcatore. Klose ammise di aver toccato la palla con la mano: il gol venne annullato ma per l’attaccante ci furono gli applausi di tutto il San Paolo.
  • Norimberga – Werder Brema: Il Werder Brema vinceva 2 a 0 quando al 75′ Aaron Hunt scivolò in area con la palla al piede ingannando l’arbitro che concesse un rigore a favore del Norimberga. Ad opporsi fu lo stesso Hunt che, onestissimo, fece annullare il penalty.
  •  Ascoli – Reggina: Prima la rissa poi ci pensò Bebi Pillon, allenatore dell’Ascoli, a ricordare a tutti che esiste lealtà sportiva imponendo ai suoi giocatori di lasciar segnare gli avversari. Tutto scaturì dall’infortunio occorso a Valdez, giocatore della Reggina. Il gioco sembra si fosse fermato ma Sommese crossò per Antenucci che mise a segno l’1-0 per l’Ascoli. Dopo un lungo conciliabolo che coinvolse le panchine i bianconeri decisero di far pareggiare gli avversari.

Lo spirito dello sport viene spesso meno lasciandosi oscurare dallo spirito di competitività ma di tanto in tanto, per fortuna, alcuni bei gesti inaspettati ci ricordano quanto sia bello un gioco basato sulla lealtà e la sportività vera e propria.

Egle Patanè