Giorni fa si è spento, all’età di 86 anni, giurista, avvocato ed esperto di diritto societario Guido Rossi.

Fu avvocato di Cesare Geronzi (nell’inchiesta Cirio e Parmalat), ha tutelato gli interessi di Abn Amro, ha seguito i casi Rizzoli-Corriere e Berlusconi-De Benedetti, ha guidato la Ferfin-Montedison durante la crisi Ferruzzi e successivamente l’ha presieduta, è stato, inoltre, presidente della Telecom Italia, della Consob (di cui divenne garante etico) e consulente Fiat, esperto di economia e finanza, è tra i padri delle leggi antitrust italiane, la sua notorietà è databile, per i più, 2006.

Il 16 maggio 2006 fu nominato commissario straordinario della Figc per ripristinare l’ordine e la giustizia nello sconquassato mondo del calcio, investito e travolto dallo scandalo Calciopoli. Inizia la crociata che lo porterà a essere definito e designato come l’anti-Moggi. Le vicende di cui si trova ad essere, se non protagonista, personaggio di spicco fanno di lui un personaggio ampiamente discusso. Contestato e appoggiato fu parte di uno degli eventi che più scosse il calcio nostrano, il 26 luglio 2006, dopo aver delegato un comitato di tre saggi, assegna il titolo di Campione d’Italia della stagione 2005-06 all’F.C.Internazionale. 

26 luglio 2006: lo scudetto 2005-06 veniva assegnato all’F.C.Internazionale

La nota stridente del suo coinvolgimento è l’(Inter)connessione con la famiglia Moratti e l’F.C.Internazionale sulla quale ci si esprime in modo controverso. In passato ricoprì per quattro anni la carica di consigliere del CDA dell’Inter; fondate o meno, come da repertorio le prese di posizione furono inevitabili, favorevoli e non, contestate o accettate. E’ una vera e propria crociata che echeggia negli anni, mai equamente accettata dalle parti, eterna diatriba, lacerazione mai sanata, sulla quale sospendiamo giudizi e opinioni.
Intanto, un mese dopo, il 14 giugno 2006 a Dusseldorf, durante un’intervista (di Maurizio Nicita) diceva “[…] Ho anch’io un piccolo sogno. Ho studiato e vissuto per diverso tempo a Berlino, una città che adoro, fra le più belle al mondo. Mi piacerebbe tornarci presto. Diciamo il 9 luglio”.
A Berlino, quel 9 luglio, quella Coppa del Mondo Rossi l’ha vista sollevare e la risolutezza nell’aver riposto fiducia in Marcello Lippi, al contrario di chi voleva sollevarlo dall’incarico e con il quale si era presentato in conferenza stampa a Coverciano il 22 maggio 2006, era stata ripagata alla grande.
Note stridenti, dubbi, oppositori, contestatori, nemici, a torto o a ragione, Guido Rossi è e sarà ricordato come uno dei personaggi più discussi del calcio contemporaneo che fronteggiò una piaga (oggettiva) del sistema-calcio italiano, una tragica farsa espressione di un fallimento che va ben oltre il calcio giocato, da risvolti e conseguenze più o meno confutati, insabbiati o dimenticati ma (forse) mai veramente approfonditi. Si è battuto per una causa che, a suo modo di vedere le cose (condiviso e non), ha cambiato i volti del calcio italiano e di questo c’è da prenderne atto.

Egle Patané