Identità ritrovata, record importanti e una maturità ancora da acquisire in toto: vediamo insieme qual è stato il 2017 del Napoli

E’ stato un anno intenso per il Napoli di Maurizio Sarri, forse l’anno della svolta, di quel passo avanti che serviva per raggiungere la qualità di un vero top team.

Tra i migliori aspetti del Napoli nel 2017 c’è senza dubbio l’identità di gioco che Sarri è riuscito a dare alla squadra, trovando il modo per far esprimere ad ogni giocatore la propria individualità al meglio e allo stesso tempo di essere determinante per il gruppo.

Grazie al mister tantissimi giocatori, come Allan, Jorginho e Mertens, hanno fatto progressi enormi e sono diventati grandi interpreti del proprio ruolo.

Per citare il fantasista belga, possiamo di certo annoverare Dries Mertens tra i punti al top del Napoli durante l’anno appena passato.

Complici – ironia della sorte – l’infortunio di Milik e dunque il nuovo ruolo, l’ex Ajax ha cominciato a dare il meglio di sé risolvendo un gran numero di gare con le sue giocate magistrali e dei goal pazzeschi.

Tra le caratteristiche di questo nuovo Napoli c’è anche il carattere, tanta grinta e determinazione, il cui portabandiera è stato senz’altro Lorenzo Insigne; il suo ruolo di trascinatore, quasi scippato di forza a Pepe Reina, viene probabilmente battezzato nella gara contro il Real Madrid, al di là del risultato.

Dopo tanta fatica è arrivato anche il record di Marek Hamsik, che insieme al 2017 si è portato via anche le critiche.

Il capitano ha dimostrato di essere presente e decisivo, anche se spesso il suo lavoro “oscuro” non veniva riconosciuto; e adesso ha superato le reti di quel signore lì, di quel Diego Armando Maradona che più di chiunque altro fu capace di rapire i cuori partenopei.

Ma naturalmente è giusto individuare anche le mancanze di questo Napoli.

Il problema della panchina corta non è mai stato così influente come quest’anno: non è possibile pretendere che i titolarissimi giochino tutte le partite previste nel corso dell’anno, ma purtroppo la differenza con chi è in panchina è quasi abissale.

C’è bisogno di un calciomercato efficace, che a Napoli non si vede da un po’ nonostante gli sforzi di Giuntoli.

Spesso anche Pepe Reina è stato motivo di preoccupazione per i partenopei: non sempre lo spagnolo ha garantito la sicurezza della porta a causa di giocate più che discutibili; di certo i problemi con DeLaurentiis non hanno migliorato la situazione.

Non si può però addossare tutta la colpa al modulo di gioco, ai singoli giocatori o a Sarri: ciò su cui si deve ancora lavorare è la mentalità vincente, la maturità giusta che permetta di conquistare effettivamente gli obiettivi prefissati.

Quella maturità che nel 2017 è mancata.

E poi, forse, San Gennaro e la fortuna faranno il loro lavoro.

Federica Vitali