‘Holly e Benji’ trae origine dal Mondiale argentino 1978 e da quello U20 di Giappone 1979. Dino Zoff ha ispirato Benji

Holly e Benji, uno delle rare anime dedicate al calcio, è uno dei cartoni animati cult dell’ultimo ventennio del ‘900 che ha trovato il suo successo anche negli anni 2000 dribblando le nuove frontiere dell’animazione. Conosciuto praticamente in tutto il mondo, ha esordito in Italia nel luglio 1986 ma trae le sue origini ben più addietro.

Una delle domande più frequenti che ci si era posti guardando uno dei 128 episodi dell’anime che ha tenuto compagnia a milioni di bambini, è stata come mai Yoichi Takahashi, il creatore dal manga dal quale è tratto, avesse accostato il calcio al Giappone. Nel sol levante, infatti, il calcio non è mai stato una tradizione e un’anime con protagonista il calcio ha destato un po’ di clamore. La cosa sulle prime è sembrata parecchio bizzarra specie perché all’epoca il Giappone non godeva neppure di leghe calcistiche professionistiche.

Non stupisce infatti che il cartone, fino agli anni 2000, ha avuto parecchio successo in Europa e un riscontro di gran lunga inferiore in oriente. L’anime ha iniziato ad avere largo successo soltanto con il Mondiale del 2002, giocatosi in Corea del Sud.

Una chicca che risolve l’enigma

Pare che l’idea di Takahashi nasca dal Mondiale d’Argentina 1978 ma trovi il connubio perfetto dopo il Mondiale Under-20 dell’anno successivo giocato proprio in Giappone.
Il manga chiamato Capitan Tsubasa, viene pubblicato due anni dopo, nel 1981 e trova massimo successo negli anni ’90 in Italia particolarmente. Qualche anno fa, durante un’intervista durante il Manga Festival di Milano, Takahashi confessò che alcuni dei suoi personaggi traggono ispirazione da molti campionissimi della storia del calcio.
Benji, il mitico portiere dalle parate incredibili, trae ispirazione dalla carriera di Dino Zoff mentre Julian Ross, il campioncino con problemi al cuore sembrerebbe essere ispirato a Johan Cruijff.
Egle Patanè