Fra qualche giorno compie 29 anni e gli ultimi tre compleanni li ha passati in Italia. Così anche il quarto, cambia però la città: da Napoli a Torino. Gonzalo Higuain si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera e traccia un bilancio dei primi quattro mesi alla Juventus.

Parla dei nuovi compagni e di quelli vecchi, dei tifosi, di Allegri, del Papa e di quando a 10 mesi ha rischiato di morire per una meningite.

Sabato sera allo Stadium arriva l’Atalanta di Gasperini che ha vinto praticamente sempre nelle ultime partite e l’argentino ritroverà finalmente la maglia da titolare dal primo minuto. C’è chi scrive che Higuain è alla caccia del riscatto: solo un gol nelle ultime 7 gare di campionato per il numero 9 bianconero che l’ultima rete l’ha segnata proprio contro il suo ex Napoli. Eppure per Gonzalo non sembra essere un problema: “Le critiche? Che parlino pure. Mia madre mi dice che con 36 gol in 35 partite l’anno scorso ho abituato male tutti e adesso se non segno per 4 partite è un macello… Ma tutto questo mi fa bene: è un motivo per dare ancora di più”. E proprio sul digiuno da gol, Higuain racconta un altro aneddoto: “In un periodo in cui non segnavo, Van Nistelrooy mi disse che i gol sono come il ketchup: ci provi, ma non escono. E quando escono, lo fanno tutti insieme, come il ketchup”.

Beh, la speranza di tutti i tifosi bianconeri (e di Higuain stesso) e che questo ketchup esca già sabato contro l’Atalanta. Per la Juve è una partita fondamentale dopo la debacle di Genova e non vincere vorrebbe dire permettere alle inseguitrice di avvicinarsi ancora di più (Milan e Roma sono ora a -4).
Tra una domanda e l’altra, l’attaccante argentino racconta un retroscena sulla sua infanzia: “A 10 mesi ho avuto la meningite. Non mi hanno raccontato tutto, ma è stata una cosa grave. Grazie ai medici e alla mia famiglia ne sono uscito bene”.

Infine, il Pipita chiarisce una volta per tutte la storia (falsa) sulle minacce ricevute e sulla fantomatica scorta che gli sarebbe stata assegnata: “Dirlo è una cosa che non ha fondamento, una mancanza di rispetto totale. Mai avuto una scorta nella mia vita. E mai ce l’avrò. Ma le bugie hanno le gambe corte. Come non è vero delle minacce: mai ricevute”.
Insomma, come ha detto Higuain stesso, si dicono tante cose, vere o false che siano. E sul suo conto se ne sono dette tante, soprattutto dopo il trasferimento da 94 milioni da Napoli a Torino. Un attaccante poi sceglie il miglior modo per rispondere a tutti: facendo gol. E questo il Pipita – aldilà di crisi e digiuni – quello lo ha sempre saputo fare bene.

Paola Moro