“Non c’è nessun rancore con Kessié”.

Sono state probabilmente queste le parole più attese di Gennaro Gattuso, oggi in conferenza stampa pre Sampdoria-Milan.

gattuso
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I due non hanno avuto ancora un chiarimento faccia a faccia, ma il tecnico ci ha tenuto a rassicurare tutti sul suo rapporto con il ragazzo. E’ chiaro che la tensione non sia ancora del tutto spazzata via: Kessié non è contento del fatto che la sua multa sia il doppio di quella di Biglia e soprattutto, non è contento del richiamo mediatico conseguente alla lite.

Gattuso conserva una posizione dura in questa storia e non è difficile capirne i motivi. Ringhio sa bene cosa voglia dire indossare una maglia così prestigiosa: quando si gioca in squadre di rango bisogna fare ancora più attenzione al proprio comportamento, che sia tra compagni o avversari.

Del resto, Rino lo ha provato in prima persona.

Lo scontro con Jordan

Nel 2011, Gattuso è in campo con la fascia da Capitano sul braccio. Il Milan sta perdendo in casa con il Tottenham in Champions  e il nervosismo di Rino si taglia con un coltello. Tanto che si ritrova a battibeccare con Jordan, uno degli assistenti del mister degli Spurs – tra l’altro ex rossonero – : a metà della ripresa si avvicina alla panchina e gli mette una mano al collo.

Jordan Gattuso
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La scena è passata alla storia – quella meno bella – del calcio. A fine partita i due continuano e si ritrovano testa contro testa, intervengono Van Der Vaart e Flamini a sedare gli animi.

Il gesto – che Gennaro commenterà con uno storico “Mi è scattata l’ignoranza…” – costerà al Capitano Rossonero ben cinque giornate di squalifica contro le quali il Milan decide di non fare ricorso “per questione di stile e d’accordo con Rino”.

Oggi Ringhio in conferenza stampa ha raccontato cosa fece Galliani a suo tempo:

“La società, con Galliani in primis, prese la decisione, davanti a tutta la squadra, di togliermi la fascia che al tempo condividevo. Ed era la cosa giusta da fare. Poi lo spogliatoio decise di proteggermi”.

Sicuramente certe esperienze sono formative e lasciano un grande insegnamento. Oggi Frank Kessié è infastidito, anche arrabbiato: ma è probabile che il suo allenatore sarà in grado di fargli capire fino in fondo quanto sia stato grave il sipario offerto da lui e dal compagno Biglia. Lo può fare perché lui stesso ha commesso un gesto condannabile e ne ha dovuto pagare tutte le conseguenze.

Nel calcio, come nella vita, sono queste le ‘batoste’ che aiutano a crescere.

Daniela Russo