Gabbo vive nel cuore di tutti noi e per sempre vivrà 

Ricordiamo Gabriele Sandri, tifoso laziale 28enne, giustiziato ingiustamente da uno Stato piccolo che ha fallito nel compito di difendere un suo figlio resosi colpevole di aver amato la vita e i colori di una bandiera.

Era l’11 novembre 2007, Gabriele era, insieme a un gruppo di amici, in viaggio verso Milano per seguire la sua Lazio in trasferta contro con l’Inter.

Mentre si trovava alla stazione di servizio di Badia al Pino, in provincia di Arezzo, dopo una diatriba contro alcuni tifosi juventini di passaggio anche loro, è stato colpito da un proiettile partito dal poliziotto Luigi Spaccarotella che, dall’altra parte della carreggiata, avrebbe sparato per tranquillizzare gli animi.

Purtroppo il colpo, volontariamente o meno, ha colpito, dritto al collo il 28enne, già in macchina.

Vani i tentativi di rianimazione e, poco dopo Gabriele muore inerme sul sedile posteriore della Renault Megan sulla quale viaggiava, portando con sé oltre che il suo sorriso, l’entusiasmo e la genuinità di una passione.

Un colpo di pistola che tuonò a intontire il mondo dello sport e delle istituzioni.
Una polemica mai finita, una battaglia mai conclusa, una ferita mai rimarginata che straziò ulteriormente il debole e vacillante rapporto tra le forze dell’ordine e il mondo ultras.
Ad attutire tutte le polemiche il padre di Gabriele che, nonostante un dolore, una rabbia e una sofferenza incolmabile, ha dato vita alla Fondazione Gabriele Sandri che, da Lecce a Milano, organizza iniziative a utilità sociale con l’auspicio di scongiurare scempi simili.
gabriele sandri

Sono ormai passati tanti anni dalla morte di Gabriele ma il suo sorriso è ancora impresso nei ricordi di tutti, tifosi e non.

Roma, le tifoserie tutte, il mondo del calcio e non solo lo ricorderanno per sempre.