Benevento, intervista al giornalista Carmelo Prestisimone. 

Giornalista professionista dal 2006, Carmelo Prestisimone ha seguito il campionato del mondo di calcio nel 2006 vinto dall’Italia di Lippi per Sky Sport lavorando poi come corrispondente da Castel Volturno per il Napoli.


Come freelance ha seguito in Brasile l’Olimpiade di Rio de Janeiro nel 2016 e due Finali NBA (2012 e 2014) negli Stati Uniti.

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Carmelo Prestisimone

Oggi segue il Benevento per il Corriere della Sera-Corriere del Mezzogiorno e collabora con Gedi e Radio 24 Il Sole 24 Ore. Un vero jolly partenopeo con cui la nostra redazione ha voluto chiacchierare sull’andamento dei sanniti.

– 21 punti in 17 giornate, sono già i soli punti realizzati nell’intera stagione 2017/18. Qual è il segreto di questa annata?

Il segreto di quest’annata in questo momento è l’equilibrio. Il Benevento è partito come una squadra senza grande esperienza avendo disputato solo quell’anno. Quest’anno Inzaghi è stato bravo a dare gli equilibri giusti, a ricalibrare la squadra a cambiare la filosofia di gioco. E’ diventata inizialmente una squadra fastidiosa, poi dopo la sconfitta cocente contro lo Spezia, la squadra si è unita e da quel momento è diventata compatta e assolutamente dignitosa se consideriamo che è davanti a club prestigiosi come Fiorentina, Sampdoria, Cagliari, Genoa, Bologna e tante altre che hanno grande esperienza e questo vuol dire che sono state messe in campo delle doti supplementari.

–  Inzaghi ha inserito dei giovani calciatori come Di Serio e c’è stato anche l’esordio di Pastina che ha servito l’assist vincente per il suo compagno. Il Benevento sta puntando a far brillare il suo settore giovanile?

Secondo me sì. Pastina è anche un calciatore di Battipaglia quindi campano. E’ stato davvero bravo nell’assist per Sau che ha fatto un gol difficile dove ha avuto anche coraggio. Di Serio è molto interessante, un 2001, poi c’è anche Foulon che è molto giovane, scuola Anderlecht e sono anche vicini all’acquisto di Reynolds. Pasquale Foggia, il direttore sportivo, ha un’accademia di calcio a Napoli e punta molto sui ragazzi. Il Benevento sicuramente potrà puntare sul settore giovanile e si lavorerà su quello. Anche il presidente Vigorito ha un centro sportivo a Napoli e credo che il settore giovanile sarà un elemento su cui punterà in futuro.

–  A proposito di giovani e di Reynolds, cosa ha convinto la società a entrare in questo affare?  Ed è vero che potrebbe rimanere un’altra stagione in caso di salvezza?

Bisognerà vederlo in campo. Il giocatore è un ragazzo giovane da costruire ma con grandi doti atletiche che gioca da esterno destro ma saprà giocare anche altri ruoli visto che è in costruzione. Grande atletismo ed è particolare essendo di 1,90 m.
Reynolds può diventare un giocatore importante anche se naturalmente viene da campionati in America e bisognerà adattarlo ai sistemi europei.
Deve fare 20 anni a giugno e ha convinto il Benevento oltre che la Juventus visto che si dovrebbe fare in collaborazione. Bisognerà vedere il rendimento del calciatore in questi mesi ma credo che poi ci saranno tutti i presupposti per rivederlo anche nella prossima stagione se la Juventus vorrà.

Reynolds
Fonte immagine: profilo ufficiale Instagram Bryan Reynolds

– In questa sessione di mercato, in quale settore dovrebbe intervenire la società?

Credo sia necessario un centrale di difesa e infatti lo stanno cercando. Una punta sicuramente perché bisogna far gol se consideriamo che il nostro miglior calciatore è Caprari che non è una punta. Lapadula è un giocatore importante, esperto e che fa un grande lavoro per la squadra però 3 gol in 17 giornate sono pochi.
Per salvarsi ci vorrebbe un calciatore che arrivi con disinvoltura almeno in doppia cifra e che garantisca appunto nell’arco della stagione almeno 10 gol.
Il Benevento ha calciatori con caratteristiche fisiche tutte abbastanza simili avanti tranne Moncini che però attualmente è infortunato e non è escluso che possa essere ceduto.
Ci sono: Insigne, Caprari, Iago Falque, Lapadula che sono tutti brevilinei e credo che serva un giocatore strutturato e di fisico serva.
Stanno cercando Pavoletti o Pinamonti entrambi importanti, anche Lasagna ma non credo che lui sia un calciatore adatto al Benevento perché si avvicina a già quello che abbiamo.

– Inzaghi nelle sue esperienze di allenatore tra Milan, Venezia e Bologna, ora è alla seconda stagione al Benevento. Quanto è importante avere come tecnico un ex calciatore di grande spessore come lui?

E’ importante perché Inzaghi non è un novellino, ha vissuto esperienze importanti, a un certo livello e anche difficili da gestire.
Ha iniziato nel Milan, poi è sceso in Serie C al Venezia, a Bologna ha avuto un annata difficile però poi la fibra del grande calciatore è venuta fuori da allenatore.
Le esperienze che ha avuto sono state importanti, non tutte si sono concluse felicemente però anche quelle temprano e lui a Benevento abbia trovato la sua dimensione ideale. Tra l’altro è un grandissimo motivatore, psicologo oltre a cercare di individuare i calciatori giusti. E’ un grande appassionato, sempre aggiornato, segue anche gli altri campionati come la B e la C e vuole allenare sempre al di là della categoria.
La passione ti premia perché può far venire fuori anche le competenze. Inzaghi è stato un grandissimo calciatore e può diventare un grande allenatore visto che è ancora abbastanza giovane.

– Facendo un parallelismo con il fratello Simone, anche lui stabilmente alla guida tecnica della Lazio. Quali sono i pregi e i difetti di entrambi?

Simone è nato bravo, ha la stoffa dell’allenatore pur avendo giocato a livello un pochino inferiore al fratello. Pippo ha dei grandi margini di miglioramento nonostante abbai tre anni meno del fratello e può diventare forse anche migliore di lui.

Inzaghi
Fonte immagine: profilo ufficiale Instagram Filippo Inzaghi

– Parliamo dei fratelli Insigne visto che si sono stuzzicati a suon di gol nel primo derby campano della stagione. Entrambi esterni di attacco, in che cosa si somigliano?

Uno è destro e uno è sinistro. Lorenzo è un’artista. L’ho conosciuto quando lo intervistai per quando era negli allievi su un campo dove non c’era nemmeno l’erba. E’ uno dei migliori calciatori che si ispira a calciatori come Del Piero, lo emula con quel suo splendido tiro a giro. Lui è certamente un campione, è cresciuto ed è maturato molto, ed ora è il leader del Napoli e il Napoli ha bisogno di un’anima locale che ispiri anche gli altri grazie anche a Gattuso che lo stimola ed è l’uomo giusto su cui puntare visto che ha ancora 30 anni.
Roberto è un po’ più giovane, anche lui maturo, ottimo, tutto mancino, non è ai livelli del fratello e Benevento però gli ha dato quella dimensione giusta nonostante non sia più un ragazzino.

– Il Benevento è balzato al quarto posto in Europa e il primo in Italia come incremento sui social network. A cosa è dovuta questa Benevento mania? 

Il merito va soprattutto a chi si occupa di comunicazione e marketing nel Benevento e questo incremento è dovuto anche all’appeal e alla simpatia che crea e suscita questa squadra. Questa squadra riesce a porti all’attenzione nazionale e anche internazionale anche perché evidentemente è riuscita in corsa a cambiare il suo rendimento e Inzaghi ha anche dimostrato grandissima umiltà e la signorilità che gli ha trasmesso il suo presidente Vigorito e anche suo fratello Ciro a cui è stato dedicato lo stadio del Benevento.
E’ riuscita anche a fermare una signora squadra come la Juventus ed è stata una grande impresa, avrebbe potuto fermare anche il Milan se non ci fossero stati degli episodi.
Il Benevento è una squadra che continua a lottare sia se sta vincendo sia se perde perché in questo modo si proietta con lo spirito giusto alla partita successiva.

Raffaella De Macina