A 20 anni dalla tragica scomparsa di Agostino Di Bartolomei, Michele La Ginestra ricorda l’amatissimo capitano giallorosso attraverso lo spettacolo Garbatella Futbol Club  in scena fino al 2 febbraio al teatro Golden di Roma.  Un omaggio curioso, particolare, anche divertente che vuole riportare alla luce lo vero spirito del gioco del calcio, che è e deve rimanere di fatto un gioco. Noi di GolDiTaccoASpillo abbiamo intervistato il noto attore romano, protagonista della commedia e di altre numerose opere teatrali di successo.

Michele, com’è nata l’idea di dedicare uno spettacolo a Di Bartolomei ambientandolo in Africa?

L’ambientazione è venuta soltanto dopo. Mi faceva piacere raccontare in uno spettacolo questo grande calciatore che ha rappresentato un po’ la mia infanzia e quella dei miei amici. Un punto di riferimento per noi ragazzini, il capitano dello scudetto; un uomo che ha scelto di andarsene in punta di piedi. Un calciatore magari non così eclatante,  ma sicuramente molto concreto. Mi piaceva l’idea di parlare di lui, raccontarlo attraverso l’amico Marco, un ragazzo che non è mai riuscito ad andare oltre alla Serie B restando sempre in panchina. Il destino vuole che la sua partita della vita coincida con la morte di Agostino. Questo episodio lo manda nel pallone e inizia a cercare se stesso, a farsi delle domande. Sceglie di andare a seguire una missione in Africa  e sarà proprio la semplicità di quei ragazzini a fargli trovare delle risposte e a scrivere all’amico una lettera dopo 15 anni. Attraverso la storia di Marco, dei suoi amori finiti, delle sue amicizie, dei suoi momenti euforici ma anche tristi, prende forma anche il ricordo di Ago. Storia che non è altro che la vita di tutti gli esseri umani. Noi tutti siamo costretti ad affrontare gli alti e i bassi di quello che la vita ci offre. 

Figura del mediano non è che la metafora della vita. Noi tutti ci sentiamo un po’ mediani. 

Si, c’è anche chi si sente terzino o attaccante per tutta la vita! La figura del mediano mi colpisce ed è appunto una metafora, proprio per il suo lavoro nascosto, sommerso. I mediani sono i calciatori meno applauditi, ma i più essenziali, punto di riferimento per tutta la squadra. Il suo operato deve essere sempre soddisfacente perché poi deve in qualche modo rispondere sempre del risultato finale. Un po’ come accade a ognuno di noi nel corso della vita. Dobbiamo fare in modo che il nostro operato sia pronto per il giudizio finale.

Colpisce vedere questi ragazzini africani che vivono il calcio solo come puro gioco, spettacolo, allegria…

Sono stato in Africa per diverse missioni e mi ha davvero colpito la semplicità di questi ragazzini che giocano con un pallone sgonfio, ma felici, allegri. Cose che a noi mancano. Qui abbiamo la playstation che sta solo portando i bambini a isolarsi, estraniarsi dal mondo. Non si hanno più contatti con chi ci sta vicino. Si è soli.

Simpatica la presenza della suora…

La suora rappresenta la fede, attraverso le sue battute diamo una risposta a quelle che sono le nostre tante domande. La preghiera ci ricorda che il Signore è il nostro allenatore e che dobbiamo sempre puntare lo sguardo verso la panchina. Accogliere e capire i suoi cenni.

A un tifoso romanista non possiamo non chiedere un pensiero sulla Roma …

Sono a dir poco soddisfatto. Vedere giocare così la Roma è una gioia immensa. Soprattutto non dobbiamo dire grazie a nessuno. Una bella immagine vedere tutti i giocatori fare squadra, che combattono per il gruppo e non per il loro interesse personale. C’è un grande riscatto da parte dei veterani, come De Rossi che ha scelto di rimanere a Roma. Entrano in campo e non mollano fino alla fine. Merito va a Garcia, senza alcun dubbio. Inoltre vorrei aggiungere che Florenzi mi ricorda tantissimo Perrotta.

Un pronostico per la partita di domani sera?

Roma – Juve sarà sicuramente una bella partita. Niente pronostici, ci ho preso solo due volte! Sicuramente puntiamo a vincere, ma con la Juve è tosta!

Giusy Genovese