Intervista esclusiva a Marco Mazzocchi, fra Sport, rassegne e quella Roma che tanto sta facendo sognare

All’interno della rassegna SPORT tra EPICA ed ETICA, abbiamo avuto modo di approfondire alcuni temi caldi che legano lo Sport ai principi etici e morali che fin da bambini dovrebbero essere insegnati a ogni futuro sportivo.

La serata, condotta da Marco Mazzocchi, è più un approfondimento rivolto al “lavoro” dietro le quinte che accompagna ogni grande successo, la vita, i sacrifici, la fatica e le rinunce per arrivare almeno una volta sul tetto del mondo.

Ospiti della rassegna Ivan Basso, ciclista, vincitore di ben due “Giro D’Italia”, Patrizio Oliva, pugile, oro olimpico a Mosca e Valentina Vezzali, fiorettista, pluri campionessa mondiale e olimpionica.
A chiudere il parterre degli ospiti illustri è mancata solo la presenza del grande BRUNO CONTI, partito insieme alla squadra giallorossa, in vista del match di andata per la semifinale contro il Liverpool.
La serata ha ripercorso un po’ tutta la carriera degli ospiti, dai primi approcci con i rispettivi sport, a tutta la mole di lavoro e sacrifici di cui necessita un atleta per arrivare ai livelli di un vero campione.
La strada è dura, ci vogliono impegno e fatica, ma anche la giusta dose di rabbia e sudore, un campione non lo è solo grazie al suo talento, ma anche grazie a tutto il bagaglio emotivo, culturale e psicologico che riesce a gestire mentre insegue i suoi sogni.
Non sono mancati qualche risata, qualche aneddoto simpatico, nonché la verve di Patrizio Oliva, ancora fortemente preso dalla vittoria del suo Napoli contro la Juve.

Bruno Conti è intervenuto a più riprese attraverso delle clip, ricordando, tra le altre belle storie della sua carriera, la finale persa a Roma nel lontano 1984 contro il Liverpool.

foto IlMessaggero.it

A concedersi però ai microfoni di GOL DI TACCO A SPILLO è stato Marco Mazzocchi, anche lui patrocinatore della serata, nonché presentatore.

Buonasera Marco, com’è nata questa rassegna : SPORT TRA EPICA ED ETICA?

Questa rassegna è nata con l’idea di portare lo Sport a teatro, di parlare di sport a teatro e, siccome secondo me lo sport può essere veicolo culturale, quale miglior media del teatro per parlarne? Più della televisione perchè a teatro vai per ascoltare, la televisione è diventata più un oggetto di compagnia che a volte accendi solo per abitudine ma spesso i messaggi non arrivano, a teatro ci vai perchè hai voglia di vedere e sentire, il messaggio arriva per forza.

Quindi una sorta di trasposizione dello sport come arte?

No, come arte no, non direi non facciamo delle performance a tema, per me lo sport è arte di per sé, ma si vuole perlopiù sottolineare degli aspetti dello sport che magari si perdono nel momento in cui abbiamo magari l’intervista o incombe l’adrenalina della partita, secondo me, questi momenti di discussione fissano di più, perchè rimangono più immediati e poi perchè sei venuto proprio per ascoltare quello che hanno da dire.

Calcio a parte. Qual è lo sport a cui ti senti più legato?

Beh, senza dubbio il Rugby, ho praticato questo sport per undici anni.

Diciamo che, rispetto al calcio, nonostante la crudezza delle azioni di gioco, c’è una bella differenza un modo di trattare lo sport in sé in modo forse più elegante.
Sì, elegante nell’approccio intellettuale e nel rispetto che si ha dell’avversario, è uno sport rude è uno sport maschio, però è uno sport dove il contatto è sempre vis a vis, è un contatto al quale io sono preparato, è uno sport violento, ma non violento nell’atteggiamento, violento nello scontro fisico tra due persone, se vogliamo il calcio è più violento, ricordiamoci che i traumi del calcio sono calci, sono gomitate, sono testate, nel Rugby, sono io che placco te e ci scontriamo frontalmente, gli infortuni nel calcio sono decisamente di più di quelli che ci sono nel Rugby e poi in questo sport c’è anche la parentesi del terzo tempo, dove a fine partita si va a bere tutti insieme, cosa che nel calcio non c’è.

Ecco, riguardo al Terzo Tempo, ricordo che ci fu una sorta di esperimento nel voler portare il Terzo Tempo anche nel calcio, ma non funzionò, perchè secondo te?

Perchè ci sono alcune cose che sono di uno sport e non possono essere di altri, è una caratteristica del Rugby, non c’è nella scherma, non c’è nella pallavolo, è un’usanza tipicamente anglosassone in tutti i suoi aspetti ed è così. Io vivevo la partita di Rugby aspettando veramente il Terzo Tempo, per me esisteva il Terzo Tempo come parte integrante del match, che era il momento in cui io incontravo i miei avversari, con i quali mi ero scontrato e dato testate per 80 minuti e con i quali poi andavamo a bere insieme.

Roma Liverpool. Da tifoso romanista, come la stai vivendo?

Sto a teatro, non ci penso, approccio con grande serenità -ride- no, dai è una partita che non mi aspettavo ci fosse quindi è un di più. Così come non mi aspettavo niente da Roma-Barcellona, specie per come era andata a finire l’andata, per me tutto quello che è arrivato dopo il girone è di più, adesso è “molto di più” ed un tifoso Romanista deve viverla serenamente sapendo che sta vivendo un sogno, proprio oggi dicevamo che nello sport bisogna perseguire i propri sogni, senza che diventino ossessioni quindi si viva questo come un sogno, sapendo che lo abbiamo già vissuto, perchè tutto quello che succederà…oh, chissà che succederà…
Io andai allo stadio a vedere Roma Barcellona, con lo spirito di chi va per andare a vedere una bella partita, poi chissà…e adesso posso dire “Io c’ero”, così come posso dire “Io c’ero nell’ ’84”, posso dire che c’ero nel 2018 e proprio nel 2018 mi sono tolto “una scimmia che avevo da 34 anni sulla spalla”.

La sera di Roma-Barcellona, quella che ricorda un miracolo calcistico quasi al di fuori della portata della squadra capitolina, si è avuto l’abbraccio di tutte le tifoserie italiane, si è percepito, a livello personale, ma anche attraverso social, media e stampa, un’unanimità di consensi. Cosa può aver scatenato questo “tifo” generalizzato, che ha stupito proprio perchè comunque non si era mai sentito nei confronti di altre squadre, ad esempio la Juve, che ci ha spesso abituati a queste imprese?

Io penso che sia stata una vera e propria impresa sportiva. Essendo il popolo calcistico italiano, un popolo deluso dalla mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale, forse aveva bisogno che il calcio italiano vivesse una serata così, anche se di una squadra di club.
Io scrissi su Twitter, quando uscirono i sorteggi: Roma-Barcellona, Juventus-Real Madrid, che mi auguravo che l’Italia potesse battere la Spagna, perché negli ultimi anni la Spagna si è ammantata di quest’aura di superiorità calcistica, intellettuale, culturale, un po’ di spocchia e arroganza che mi dava fastidio e sarei stato onestamente contento che ci fosse stato il “doblete”-detto in spagnolo- mi auguravo che anche la Juventus potesse eliminare il Real Madrid.
Il fatto che, intorno all’impresa della Roma ci sia stato un consenso e un’entusiasmo anche da parte di tifoserie rivali, un riconoscimento vero, è figlio appunto di questa voglia di riscatto del tifoso italiano, nei confronti dello spagnolo.
La mancata empatia nei confronti della Juventus, secondo me, è data da un’abitudine di questa alle imprese e ancor di più, le precedenti edizioni, non furono viziate dalla mancata partecipazione dell’Italia al Mondiale, una ferita profonda, poi diciamocelo la Juve è una squadra che divide, che comunque vince sempre, la Roma è una squadra che perde spesso ed è più facile avere simpatia per una squadra che ha perso contro il Liverpool, contro il Lecce, che si è suicidata sportivamente centinaia di volte, che nei confronti di una squadra che il più delle volte vince.

Pronostici per Roma-Liverpool?

“Non ce penzo pe’ gnente”.
Vorrei dire non mi “frega”, ma alla fine non ci penso, ripeto per me è tutto un sogno, tutto uno straordinario di più.

Tornando al Campionato, in questa corsa a due, chi vincerà lo scudetto?

Anche qui si sta verificando una cosa che era assolutamente inaspettata, dopo Madrid la Juventus si è un po’ persa, si è persa in quel dopopartita immediato con lo sfogo di Buffon, le litigate via social di Benatia, Crozza, si è persa, quel rigore gli ha dato una mazzata psicologica che io non mi aspettavo da parte di una società così strutturata, però ha sempre un punto in più e un punto in più può fare la differenza.
Ha ragione Allegri nel dire che lo scudetto si può decidere sabato sera a Milano, ovvero se la Juventus perde a Milano, il Napoli penso davvero che possa vincerle tutte e quattro, la Juventus ha un calendario difficile ma se vince a Milano se la può giocare di più, anche perché la Roma può arrivare alla penultima giornata avendo un vantaggio importante sull’Inter che poi deve giocare contro la Lazio…secondo me la partita decisiva sarà la partita di domani sera.

A proposito del terzo posto, ultima giornata Inter-Lazio. La Roma se dovesse trovarsi con un punteggio ibrido, a quali conseguenze potrebbe andare incontro?

Io l’altro giorno studiavo proprio le varie ipotesi di classifica.
Ho visto che se dovessero arrivare a pari punti: Inter, Roma, Lazio, nella classifica avulsa, Inter e Lazio arriverebbero prima della Roma, lì c’è poco da fare, rientra nel ragionamento naturale delle cose, se pareggiamo tutte e due arriviamo davanti alla Roma, non si tratterebbe di un gioco sporco ma di semplice presa di coscienza, ci sta.
La Roma non si dovrà trovare in questa situazione.
Con nove punti la Roma dovrebbe riuscire ad arrivare terza, con tre vittorie chiaramente va avanti.

Grazie Marco Mazzocchi. In bocca al lupo per la tua rassegna e… Forza Roma.

 

Laura Tarani