Si conclude con un calcio di rigore spazzato via da Higuain l’amara stagione del Napoli, come se a esser spazzato via non fosse stata solo quella palla, quanto un’intera annata da lasciarsi alle spalle. Non da dimenticare, piuttosto da ricordare come insegnamento per quella che verrà.

E parte proprio dal grosso errore di Higuain la nostra intervista al giornalista Gianluca Monti.

Quanto questo rigore è stato l’emblema dell’intera stagione del Napoli?

Una valutazione assolutamente condivisible. La stagione appena conclusa è stata condensata da errori e colpi di sfortuna. Abbiamo assistito a un pizzico di malasorte, ma anche a tanti errori e orrori. Non è possibile prendere 54 gol  in una stagione. L’errore di Higuain dal dischetto è stata la prova definitiva di quanto questo giocatore sia stato determinante sia in positivo che in  negativo. Almeno 3 dei quattro rigori sbagliati si sono rivelati dei pugni in faccia. E quel pallone volato via è stato l’emblema di tutto quello che non ha funzionato quest’anno.

Al di là degli errori commessi ieri, se andiamo a guardare l’intera cavalcata della Lazio, possiamo concludere che la squadra di Benitez non avrebbe comunque meritato l’accesso al terzo posto…

Alla  luce del gioco espresso assolutamente no. Avrebbe però meritato il successo ieri, in quanto era riuscita a mettere le corde alla Lazio. Sembrava avesse cacciato il carattere, ma se guardiamo l’intero percorso in campionato no, non meritava affatto. Tantissimi sono stati i punti lasciati per strada. La squadra dal punto di vista mentale approccia male le partite in cui parte favorita sulla carta.  Non ha la lucidità nel gestire i momenti chiave.

In Italia siamo abituati a dare le colpe sempre agli allenatori,  ma alla fine chi scende in campo sono i giocatori. Un po’ come un bravo maestro che anche se ce la mette tutta a impartire dei buoni insegnamenti, sta poi agli alunni farne tesoro…

Continuo sempre a ripetere che bisogna dividere le colpe al 33 per cento. L’ organico non rinforzato è  la madre di tutte le responsabilità. L’allenatore non ha saputo dare equilibrio a una squadra passata da 39 a 54 gol, non basta comunque prendersela solo con l’assenza di Reina. Le colpe dei calciatori? Non hanno avuto un atteggiamento mentale soddisfacente, un atteggiamento che deve venire dall’anima. Avere quella lucidità caratteristica dei campioni. L’espulsione di Ghoulam è stata asintomatica; al calciatore manca quel definitivo salto di qualità.

Higuain ora è appeso alla gogna, mediatica, dei tifosi e forse anche della società. Ma basta un rigore sbagliato a cedere un calciatore da 29 gol a stagione?

 Assolutamente no. Il Napoli deve ripartire da Higuain, non può prescindere da un uomo che alla sua peggior stagione ha segnato 29 gol. Poi non merita di uscire con gli occhi bassi. Lui deve ripartire da qui e farne tesoro. 

Il Napoli e la Roma hanno una caratteristica comune: si presentano ogni anno come l’anti Juve, salvo finire il campionato con un atteggiamento “da provinciale” …

È tutta una questione di livelli. La Juve è a un livello più alto  per una questione di mentalità che costruisci con il passare del tempo e delle vittorie, a meno che non sei così bravo come ha fatto Conte al suo primo anno. Poi la differenza la fa anche lo stadio di proprietà e tutta l’organizzazione societaria. Sono più o meno d’accordo con quanto detto da Garcia. La  Roma forse è più strutturata ma mai così forte come la Juve con Marotta, Paratici e Nedved che sono riusciti a prendere a  parametro zero Pogba o a centrare il colpo Tevez. Il Napoli non ha saputo fare alcuni investimenti, è stato incapace di gestire il  mercato e ha avuto alcuni flop in casa.

Benitez vola al Real Madrid e De Laurentiis da Emery…

Alletta l’idea di un allenatore spagnolo ma non è fondamentale il suo nome ora. Bisogna pensare alla struttura, al centro sportivo, al vivaio. A uno stadio che ha bisogno di essere assolutamente migliorato.

Una squadra che alterna due portieri e prende 54 gol fa pensare a una difesa quasi “inesistente”… Qualche suggerimento per il mercato?

 Un portiere di rendimento è il primo essenziale acquisto. Poi un difensore perché Britos andrà via. E poi bisogna ritrovare Hamsik, dandogli magari una più giusta collocazione e monetizzare con la cessione di Callejon, indiziato numero uno ad andar via. No rivoluzione, sì restaurazione è la parola chiave dell’estate del Napoli.

Giusy Genovese