Di bell’aspetto ma anche competente.
Giornalista, e ci teniamo a sottolinearlo, con anni e anni di gavetta e studio oltre che di attestati conquistati con fatica per seguire la sua passione, il calcio… pur essendo donna.

Francesca Brienza, è diventata uno dei volti del giornalismo sportivo italiano: opinionista che sdogana l’idea di donna preparata e esperta di calcio.

Con le partecipazioni a Quelli che il Calcio e a Tiki Taka, ma con un passato a Roma Tv, Francesca dimostra di essere una professionista prima che una bella donna…

…Perchè diciamocelo, l’estetica dovrebbe contare fino a un certo punto, quel che dovrebbe davvero essere presa in considerazione è la preparazione.

“Essere una è una giornalista sportiva – ci dice- è difficile per il poco spazio che ci viene dato. Emergere in un mondo, come quello del pallone, sin dalle origini egemonizzato dal sesso maschile, è sempre stato difficile anche in passato. Il passaggio del calcio in tv, a metà degli anni ’90, ha certamente acuito questa difficoltà. Perché, oltre alla competenza, si sono progressivamente imposti canoni estetici piuttosto definiti. Si sono aperte le porte alla figura femminile ma dando rilevanza soprattutto all’estetica. Alla fine, il rischio di assegnare maggiore risalto all’esteriorità, piuttosto che alle capacità professionali, diventa molto concreto…

“…La donna è considerata un qualcosa da guardare, non da ascoltare…”

“Il problema sta nel fatto che si generalizza: non tutte le donne che partecipano a una trasmissione sono giornaliste sportive. Per essere chiamate tali bisogna essere tesserate, iscritte all’albo dei giornalisti, fare corsi di aggiornamento… “

Pensieri, quelli che ci confessa Francesca, che condividiamo e che ci fanno sorgere un quesito. A lei, che per questioni di cuore fa la pendolare fra Italia e Francia, chiediamo se Oltralpe la situazione è diversa.

“Avendo collaborato con Bein sport ho appurato che alla figura femminile è concesso più spazio ed le donne sono considerate per il lavoro che svolgono e come lo svolgono non per come sono esteticamente. Le stesse donne non hanno interesse ad essere troppo appariscenti piuttosto pensano a emergere professionalmente.

A proposito di Francia e donne, anche il calcio femminile è percepito in maniera diversa:

Bisogna parlarne di più, seguirlo di più per far incrementare l’interesse nei confronti del calcio femminile italiano. Sicuramente iniziative come quelle di Sky possono rivelarsi utilissime per far crescere nuove leve e dare risalto ad un movimento che appare via via più organizzato. Si attende solo la definitiva consacrazione a livello mediatico.

Non vogliamo metterla in difficoltà nel chiederle cosa ne pensa dell’esternazione di Collovati (possiamo dedurlo) piuttosto, cogliendo l’ironia di Gattuso nell’affermare che la moglie fa le formazioni delle sue squadre, la curiosità ci spinge a chiederle se con Garcia si confronta su tematiche calcistiche di campo e non.

“Facendo parte delle stessa sfera lavorativa cerchiamo sempre di lasciare il calcio fuori la porta per dedicaci alla vita di coppia…”

“…Ovvio che lo scambio di opinioni avviene, su tematiche calcistiche certamente è capitato ma mai su decisioni che riguardano le sue scelte e molto meno di quanto si possa immaginare. È un patto che abbiamo stretto sin dal primo giorno per non permettere alla professione di intaccare il tempo che dovrebbe essere dedicato allavita privata. È una cosa che dovremmo provare a fare tutti nei casi come il nostro di lavoro nello stesso ambito.”

Nella nostra chiacchierata non solo di sessismo e quote rosa nel calcio ma abbiamo colto l’occasione per parlare anche del calcio italiano e in particolare della Roma.

Quali sono le maggiori differenze tra il calcio francese e quello italiano – due realtà che vedono una squadra dominare i rispettivi campionati- ?

“Già in passato abbiamo assistito alla squadra dominatrice anche in altre raltà. Nel calcio francese si rilevano meno tatticismi che sono compesati da un maggior atletismo e fisicità. Pensiamo sia meno competitivo perché è meno tattico.
In Francia si punta di più sui giovani: Mbappè, classe ’98  ha debuttato nel 2015 e in 3 anni è campione del mondo e uno dei talenti del calcio mondiale. In Italia sono stati fatti dei passi avanti ma non basta…”

Passiamo alla Roma (Francesca ha appena ricevuto il Premio Sette Colli come Voce giallorossa) e  la invitiamo ad esprimere un giudizio sulla stagione fin qui disputata e sull’operato di Di Francesco.

“Non bisogna dimenticare che in estate, l’ossatura della squadra ha subito l’ennesimo stravolgimento e non era affatto scontato mantenere inalterato il livello di competitività.
In questa stagione l’età media della rosa si è notevolmente abbassata e si sa che, quando si ha che fare con i giovani, occorre avere pazienza ed aspettare prima che possano dimostrare il loro valore. Era successo l’anno scorso con Under, ad esempio: dopo un girone di andata opaco, il turco è esploso in quello di ritorno consacrandosi come un autentico valore aggiunto.”

Sul ritorno di Champions, invece…

“Il goal preso ha complicato un po’ la strada ma può essere addirittura motivazionale per i giallorossi. La Roma ha dimostrato di essere maturata durante questo percorso in Champions ricominciato qualche hanno fa, quindi mi aspetto che l’approccio alla partita sia quello di una squadra consapevole -che il risultato dell’andata conta il giusto… -.
Essendo una trasferta occorrerà sfoderare una prestazione di livello per uscire dal Dragão con il lasciapassare per i quarti di Champions League.

Chiudiamo con un’ultima considerazione su

Roma, “piazza difficile”… è davvero così?

“E’ una considerazione riferita alla tifoseria quindi, vincere un trofeo porterebbe di certo dare più equilibrio nei giudizi…”

“…In linea di massima,
bisognerebbe vivere il calcio con meno esasperazione…”.

 

Caterina Autiero