In esclusiva sulle pagine di Gol di Tacco a Spillo il telecronista di Mediaset Premium, Carlo Zampa.  Il noto giornalista di fede giallorossa ha analizzato insieme a noi l’inesorabile discesa della Roma, spazzata via dall’Europa League da un’intrepida Fiorentina e con il secondo posto a rischio, la Lazio di Pioli infatti avanza implacabile. E stasera  un’altra partita da “resa dei conti”: quella contro il Cesena.

Roma sempre più teatro dell’assurdo. Dalle 10 vittorie consecutive dell’anno scorso alla sindrome della pareggite fino alla caduta finale: fuori da tutti i fronti. E la parola fallimento ha ormai preso piede anche “nell’era Garcia”… è solo colpa di una mentalità che ancora non riesce a materializzarsi concretamente?

Aspetterei la fine del campionato per definirlo “fallimentare”. Certamente fino ad oggi c’è molta delusione per l’eliminazione dalla Coppa Italia, dall’Europa League e dall’aver dilapidato il grande vantaggio sulla seconda in classifica. La mentalità nasce dalla serietà dell’organizzazione societaria, dalla personalità dell’allenatore e dei grandi giocatori. Questo per me è il mix vincente.

 Quanto hanno influito le prestazioni sottotono di chi lo scorso anno aveva portato la Roma a un passo dallo scudetto? O la colpa sta tutta in un “gruppo” che la Roma non è mai riuscita a creare?

Le responsabilità vanno sempre divise tra le varie componenti, ma nel bene e nel male è la società in percentuale ad averne di più. Nello specifico quest’anno c’è un evidente problema fisico della squadra a cui si devono aggiungere defezioni tecniche importanti non sempre però preventivabili. Nessuno poteva immaginare il cavernoma di Castan o la doppia operazione di Strootman, anche se in quest’ultimo caso un errore c’è sicuramente stato. Lo sbaglio maggiore è stato quello di non aver rinforzato la squadra a gennaio, quando a inizio anno eravamo a un solo punto dalla prima. Anzi è stata indebolita.

 Garcia, il messia che aveva messo la chiesa al centro del villaggio, dichiara che è pronto ad andarsene. Una sconfitta questa sera potrebbe portarlo alle dimissioni?

Non deve assolutamente accadere. Anche se, facendo tutti gli scongiuri, le cose non dovessero andar bene a Cesena. Tutti insieme devono uscire da questa situazione, poi i conti si faranno a fine stagione.

 Avere la Lazio a -1 quanto potrebbe incidere a livello psicologico in queste battute finali del campionato? È davvero a rischio il secondo posto?

È assurdo che la Roma abbia buttato al vento tanti punti ed abbia permesso alla terza in classifica di essere ad un solo punto di distacco. Da Cesena inizia il campionato della Roma partendo da +1 e in queste ultime undici gare deve difendere il secondo posto.

 Sabatini e il suo mea culpa, forse non era meglio prevenirlo azzeccando le scelte giuste? Perché proprio Doumbia?

È stato certamente un errore enorme sostituire Destro con due giocatori ancora non pronti, come Doumbia e Ibarbo e di questo si è assunto tutte le responsabilità il DS Sabatini, ma la scelta di Doumbia ha avuto l’ok del tecnico.

 “Roma piazza difficile”: secondo lei spesso e volentieri in molti dell’entourage giallorosso hanno abusato di questa frase per giustificarsi da eventuali crepe ed errori commessi?

È la scusa che viene tirata fuori ogni volta che le cose non vanno bene. È il paravento delle sconfitte, delle delusioni e degli errori commessi. Passano gli anni, cambiano le proprietà ma questa sciocchezza è sempre attuale. Si può definire difficile una piazza che dopo l’umiliazione subita dal Bayern per 7 a 1 in casa ha cantato “vinceremo il tricolor”?

Giusy Genovese