L’Emilia Romagna calcistica ha due volti: da un lato, ci sono Bologna, Spal, Sassuolo e il neopromosso Parma (salvo un’improbabile retrocessione per il caso degli sms) che si giocheranno la massima serie nella prossima stagione; dall’altro, invece, ci sono situazioni tristi come quella di Modena, Reggiana e Cesena.

I primi sono falliti dopo poche giornate in Serie C (causa di un debito sempre più pesante col passare degli anni sotto la gestione Caliendo e la mancanza di acquirenti solidi e seri). Con l’arrivo della coppia dei Romano – Amedei e Sghedoni che affiancati da altri imprenditori locali, hanno fatto ripartire il Modena dalla Serie D, campionato che potrebbe vedere altre due emiliane “protagoniste”.

Dopo il terzo no dell’Agenzia delle Entrate al piano di rientro dei debiti (attorno ai 70 milioni complessivi), il Cesena si avvicina verso un triste addio con la speranza di poter ripartire dalla D con una nuova società, magari appoggiandosi a quel Romagna Centro che già gioca al Manuzzi le due gare interne fra i dilettanti.

La Reggiana, invece, ha ancora qualche giorno di tempo per trovare un compratore che rilevi il pacchetto azionario, e i debiti, dalla famiglia Piazza e iscriva la squadra in Lega Pro.

Situazioni molto simili fra loro che sottolineano ancora una volta quanto sarebbe importante vigilare sulle proprietà per evitare che i club spariscano  a causa di debiti o  gestioni deficitaria.

 

Aurora Levati