
Il Barcellona di Hans Flick vince la Supercoppa di Spagna.
Di dominio, di manita, di goleada. Un sonoro 5-2 contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti. Nonostante l’iniziale illusione con Mbappé, il Barça dilaga con i gol di Yamal, Lewandoski, Raphinha (x2) e Balde, per poi con l’ultimo spunto di Rodrygo per il Real.
Dopo la goleada in campionato (4-0 del 26 ottobre scorso), perde il secondo Clasico in pochi mesi.
Tuttavia, al di là del risultato, quando si sfidano Real Madrid e Barcellona non è mai soltanto una partita. Perché alla fine dei conti, e come dice il nome in cui viene indicata la partita, è proprio un clasico.
In Spagna, per quanto se ne dica, è sempre Barça vs Real.
Una storia antica, il più classico dei classici.
Se il Real Madrid è il simbolo della regalità e del potere spagnolo, il Barcellona è l’emblema della passione e della resistenza catalana.
Due mondi, sovrapposti, ma al tempo stesso così vincenti e distinti nella loro essenza.
Con circa 650 milioni di spettatori in media tra il 2012 e il 2020, ha raggiunto la top 3 degli eventi sportivi più seguiti al mondo, dopo la finale della Coppa del Mondo 2010 e i Giochi Olimpici di Pechino 2008.
Con la partita di ieri, siamo giunti a quota 18 incontri solo nella Supercopa. Andando a scoprirne i dettagli, vediamo che sono ben 189 in Liga (la prima partita il 17 febbraio 1929), 37 in Copa del Rey, 8 in Champions e 36 volte in partite varie.
Per arrivare alla prima partita, dobbiamo ritornare indietro di ben 123 anni: il 13 maggio 1902. E ne ha fatto di strada per essersi classificato al primo posto nella prestigiosa rivista World Soccer nei 50 più grandi Derby del calcio mondiale.
Ma come si svolse questo primo Clasico?
Il 17 maggio del 1902, il giovanissimo re Alfonso XIII compie 16 anni e può essere incoronato. Si tratta di un evento importantissimo e di prestigio per la Nazione, e tra le varie iniziative nasce l’idea di un torneo calcistico, ideato e promosso da Carlos Padros Rubiò, presidente e socio fondatore del Madrid Football Club (il futuro Real).
Nasce così la Copa de la Coronacion, un evento per festeggiare il sovrano e questo nuovo sport, che spopola come hobby in tutto il Paese.
Altri giovani club rifiutano la loro partecipazione, mentre si iscrive, tra gli altri, il Football Club Barcellona.
E il 13 maggio 1902 va in scena questo primo incontro, davanti ad una folla di poco più di 2.000 persone.
C’è da dire che si gioca in un ippodromo, in un clima più incuriosito che entusiasta, in un campo senza linee. Eppure, i Blaugrana e i futuri Merengues si trovano per la prima volta faccia a faccia, inconsapevoli in quel momento che la storia tra i due club cambierà per sempre il volto del calcio spagnolo e del mondo.
Prima ancora di leggende del calcio, di Ronaldo e Messi, di Zidane e Ronaldinho, di Figo, Puskas, Di Stefano e Cruijff. Di tutti i campioni che hanno scritto la storia di questa partita leggendaria.
Ma una delle rivalità più storiche ed intense del calcio, dove nasce? Dobbiamo risalire alla guerra civile spagnola (1936-39), quando la Spagna era divisa in repubblicani e nazionalisti.
Il Real era considerato la squadra dei nazionalisti, mentre il Barça più legata ai repubblicani. Uno dei principali fattori era, però, legato al fatto che Barcellona è la capitale della Catalogna, un’area da sempre legata alla sua precisa identità. Del resto il suo motto è: Mes que un club.
Dall’altra parte, il Real era visto come l’emblema del governo centrale e dei sostenitori del paese unito. Questa spaccatura culturale e politica non fece altro che alimentare il fuoco della rivalità.
Negli anni ’50, la rivalità tra i due club si intensificò notevolmente con l’episodio dell’affare Di Stéfano.
Alfredo Di Stéfano, un talento argentino, fu conteso da entrambe le squadre. Nonostante avesse giocato temporaneamente per entrambe durante le trattative, Di Stéfano si unì infine al Real Madrid, dove divenne una leggenda, contribuendo a vincere cinque Coppe dei Campioni consecutive.
Questo episodio resta uno dei più controversi nella storia del calcio spagnolo. Durante gli anni ’60, il Barcellona rispose con l’acquisto di László Kubala, un altro grande talento che contribuì a mantenere la competizione accesa tra le due squadre.
Negli anni ’70, Johan Cruyff, leggenda del calcio olandese, si unì al Barcellona nel 1973 e trasformò la squadra con il suo stile di gioco innovativo. Un momento memorabile fu la vittoria per 5-0 del Barcellona contro il Real Madrid al Santiago Bernabéu nel 1974. Cruyff non solo rivoluzionò il gioco del Barcellona, ma gettò le basi per il futuro successo del club.
Negli anni ’80, il Real Madrid schierava una squadra leggendaria conosciuta come La Quinta del Buitre, con giocatori come Emilio Butragueño, Michel e Hugo Sánchez. Questa squadra dominò la Liga spagnola, vincendo cinque titoli consecutivi.
Dall’altra parte, il Barcellona contava su stelle come Diego Maradona, che giocò nel club dal 1982 al 1984. Anche se il periodo di Maradona al Barcellona fu breve, le sue prestazioni lasciarono un segno indelebile e contribuirono a mantenere viva la competizione tra i due club.
Negli anni 2000, il Real Madrid formò una squadra di stelle internazionali conosciuta come Los Galácticos, con giocatori come Zinedine Zidane, Ronaldo, Luís Figo e David Beckham. Questo periodo fu caratterizzato da partite ad altissima intensità e spettacolarità.
Dall’altra parte, il Barcellona rispose con l’allenatore Frank Rijkaard e l’emergere di giovani talenti come Lionel Messi.
Una delle partite più memorabili di questo periodo fu il famoso 2-6 al Santiago Bernabéu nel 2009, dove il Barcellona dominò il Real Madrid in una prestazione magistrale.
Questo fu anche l’inizio della straordinaria carriera di Messi, che divenne rapidamente uno dei migliori giocatori al mondo e un elemento chiave nella rivalità con il Real Madrid.
La rivalità tra Pep Guardiola e José Mourinho portò El Clásico a nuovi livelli di intensità tra il 2010 e il 2020.
Guardiola, allenatore del Barcellona dal 2008 al 2012, introdusse uno stile di gioco rivoluzionario basato sul possesso palla e il pressing alto, noto come tiki-taka. Mourinho, divenuto allenatore del Real Madrid nel 2010, contrappose un gioco più fisico e difensivo.
In conclusione, El Clásico non è solo una partita di calcio, ma un evento carico di storia, emozioni e rivalità. La recente vittoria del Barcellona è solo l’ultimo capitolo di una storia che continuerà ad affascinare e dividere generazioni di appassionati.
Rosaria Picale