Stadio Olimpico, ore 20:00

Sul tappeto verde Paulo Roberto Falcao, al microfono lo speaker dell’Olimpico che, in uno stadio quasi al completo, nonostante l’ora, urla ancora una volta un nome: “quel nome”, a cui tutto il pubblico si unisce,
è anche il giorno di Totti, Il Capitano

Il Messaggero

Oltre al Brasiliano, Totti, visibilmente emozionato, saluta e abbraccia altre vecchie glorie: Tommasi, Aldair, Nela, Losi, De Sisti, Pruzzo, Rocca, Santarini, Candela, Giannini e infine Conti dalle cui mani, unite a quelle del “divino” riceve la maglia celebrativa della “Hall of Fame”, diventando di diritto e in maniera diretta, solo per espresso volere della società che ha escluso le ordinarie votazioni, una delle vecchie glorie giallorosse.
Ad omaggiarlo a sorpresa anche Roberto Carlos, Butragueno e Raul ed infine il regalo dei “Blancos” che consegnano a Totti la maglia bianca del Real, con tutte le firme dei giocatori.
Le parole escono a stento, la voce tremolante e gli occhi innamorati di chi vorrebbe dire tante cose ma non riesce, di chi vorrebbe indossare quei famosi scarpini e dare un calcio a tanti personaggi che non hanno idea dell’amore, della passione, del sudore, della fatica e del dolore che si può provare nel sentirsi marginali, quando si vorrebbe dare di più, molto di più…

Poi lo spettacolo finisce ed è come se le luci si fossero spente in quel momento, la “star” è andata via ed in campo, restano solo rabbia e vento.

Ecco, Roma-Real in sintesi è questo

Un duello tra due pistoleri dove a vincere è stato il più furbo, il più sveglio ed il più intelligente, poi come nel migliore dei western resta solo terra arida e polvere.
E’ una Roma da ricostruire quella che passa il turno al secondo posto del girone, perdendo in casa contro un Real, lontanissimo parente della squadra stellare dello scorso anno, crisi nera ma rimandata per i madrileni e crisi nera, nerissima per i giallorossi impantanati nelle sabbie mobili.

Forzaroma.info

E dire che la squadra della Capitale non parte male, gioca un dignitosissimo primo tempo cercando spazi e arrivando spesso sottoporta, troppi gli errori in fase di costruzione, brutta la mira, senza contare le palle gol clamorosamente ingoiate.
L’occasione della partita arriva sui piedi di Under nel primo tempo, con il risultato ancora fermo sullo 0-0, il turco sbaglia in modo eclatante, condizionando di fatto la partita e rinvigorendo, già all’inizio del secondo tempo, un Real molto più motivato e cinico.
Il gol del vantaggio arriva poi grazie ad un rinvio scomposto del portiere romanista che ai blancos non sfugge, capiscono l’imbeccata, incartano la difesa e Bale insacca la porta di Olsen.
Il portiere svedese, che senza remore possiamo dire sia migliorato in modo esponenziale, segue la scia della squadra: risulta decisivo su un paio di interventi, ma poi commette leggerezze e stenta a ritrovare la concentrazione.

La reazione sembrerebbe dietro l’angolo e la Roma di contropiede arriva subito sottoporta, ma cincischia, si imbarazza e perde ancora una volta il treno.
A fare la differenza, le tante assenze, per questo la sconfitta sembra avere un sapore meno amaro: Dzeko, Pellegrini, De Rossi, nomi che pesano troppo nell’economia di una squadra che già fatica a trovare gli equilibri e che orfana dei suoi protagonisti cerca di ricompattarsi perdendo ancora pezzi importanti, al 21′ l’infortunio di El Shaarawy costringe Di Francesco a far subentrare Kluivert, in una posizione forse a lui poco congeniale; l’olandese pecca di vanità, si appropria di un paio di interventi interessanti ma poi si innamora di se stesso e si scioglie come neve al sole.

Eurosport

I pronostici però lo davano per certo: Schick al posto di Dzeko, in settimana le voci di mercato che vedrebbero ancora una volta un Dzeko partente, hanno creato non poco scompiglio e l’umore a Trigoria ha viaggiato a quote molto basse, mentre la conferenza stampa di ieri non ha fatto altro che gettare ancor più benzina sul fuoco, così Di Francesco decide di puntare tutto sulla difesa :Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov.

Il Florenzi di questa nuova versione “Roma” fatica troppo, non riesce ad inserirsi con fermezza nelle fasi di gioco, il ruolo ok, lo abbiamo detto più volte, non gli è congeniale, ma il mordente manca come l’aria, se poi si annaffia il tutto con la dormita clamorosa sul mancato rientro nell’azione del gol di Bale, ci si accorge che il ragazzo deve ritrovare se stesso e mentre gli spagnoli sferrano l’attacco, Manolas e Fazio provano a chiudere i ranghi, stasera un po’ di sfortuna e tanta disattenzione, ma la Roma non può più permettersi certe leggerezze, giustificare tutto e tutti, anche se alcuni sono meno responsabili di altri.

LaPresse

Kolarov mantiene

Tira fuori gli attributi davanti ai microfoni e tira fuori gli attributi anche in campo, tanto da finire spesso “sotto” i piedi dei madrileni, corre si arrabbia, ringhia e ci mette l’anima, forse, a mio avviso lui l’uomo con più motivazione nella squadra e ancora lui a trascinare, finchè può un po’ tutti.

Alle spalle di Schick, Zaniolo

Il classe ’99, è sembrato al Mister il migliore in campo…peccato che si’, ha fatto il suo, è stato a suo agio in campo, sempre dietro l’azione, ma il Real è il Real anche senza Isco, Caballos e Asensio (che poi subentrerà nel secondo tempo), e davanti hai Bale, Modric, Carvajal,Marcelo e Kroos, come la guardi la guardi, la situazione spaventerebbe chiunque.
Eppure dicevamo le occasioni ci sono state, Kolarov, Under, Zaniolo, senza giustificare nessuno, la notizia della sconfitta del CSKA, pare aver smorzato gli animi ed il sentore che il Real abbia vinto più per esperienza che per merito in sé.

Lo 0-2 aarriva grazie ad un uno/due Benzema/ Vasques che manda completamente in bambola la Roma e regala una prestazione dignitosa agli spagnoli.

Il tempo

Non pervenuto Schick

Due stagioni di nulla, un adattamento, un trascorso ed una resa nulla, cori, sfottò e messaggi a squadra allenatore e Presidente.

Una ROMA così brutta, non l’avevamo mai vista.
Si ricomincia ad avere l’ansia per domenica…chi sopravviverà?
Quattro infortunati illustri e le speranze di rivedere una Roma da podio ridotte al lumicino.

Laura Tarani