Duván Zapata, il panterone atalantino che sta facendo impazzire l’Italia intera in questa stagione 18/19, è l’ex napoletano che non ha avuto vita facile nella società azzurra, fortemente emarginato dai progetti degli allenatori.

L’arrivo al Napoli e quella scintilla mai scoppiata

Ma partiamo dall’inizio: nell’agosto 2013 viene ingaggiato per 7,5 milioni di euro dal Napoli. Esordisce in maglia azzurra – e in Serie A – a settembre nella gara esterna contro il Genoa. Tre giorni più tardi ha il privilegio di debuttare anche in Champions League, nella gara giocata all’Emirates Stadium contro l’Arsenal. Nella sua prima stagione con i partenopei mette a segno complessivamente 7 reti in 22 presenze. Non male per uno che spesso sta  in panchina e lì resta per partite intere, a meno che un Gonzalo Higuain non venga sostituito.

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NAPLES, ITALY – JANUARY 22: Duvan Zapata of Napoli vies with Simone Scuffet of Udinese Calcio during the TIM CUP match between SSC Napoli and Udinese Calcio at the San Paolo Stadium on January 22, 2015 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Anche nella stagione 2014-2015 il colombiano si ritrova a partire spesso dalla panchina. In una partita contro gli emiliani realizza il  goal  ai danni del Sassuolo che lo rende il colombiano con più reti segnate nella storia della squadra partenopea. Raggiunge quindi un onorevole traguardo nella Hall of fame della storia del Napoli. Ma nonostante ciò e nonostante le sue buone prestazioni in campo, nonostante i suoi pochi ma decisivi gol, viene considerato quasi sempre l’ultima carta da pescare nel mazzo.

Nel 2015 decide di andare via

Una scelta legittima per un giocatore che cerca continuità per fare sempre meglio.

E infatti lo ha dimostrato, tant’è che dopo il passaggio all’Udinese, alla Sampdoria e infine all’Atalanta è arrivato ad essere uno dei marcatori della Serie A più temuti: al momento al terzo posto con 21 reti, alle spalle di Piatek e del formidabile Quagliarella (anche lui ex azzurro ma con sangue napoletano). Proprio per questo motivo il Napoli ha messo di nuovo gli occhi addosso a Zapata, valutando un clamoroso riacquisto. Infatti da un po’ di tempo, un osservatore del Napoli è solito  seguire sistematicamente le partite dell’Atalanta e del suo centravanti.

Bisogna vedere ora se Ancelotti, dopo il finale di stagione con relativi  promossi e bocciati, abbia realmente bisogno del ritorno – dopo 4 anni e vari tira e molla – di Zapata.

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NAPLES, ITALY – FEBRUARY 23: Duvan Zapata of Napoli celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between SSC Napoli and US Sassuolo Calcio at Stadio San Paolo on February 23, 2015 in Naples, Italy. (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

A Napoli non ha trovato vita facile

Quando si parla di vita non facile a Napoli, non si tratta del rapporto con la città ma proprio con la squadra. Cosa strana, dato che è risaputo che gli azzurri siano sempre stati un gruppo unito. Comunque Duvan Zapata arriva alla Samp in prestito e dichiara di essere stato “emarginato a Napoli”.

Insomma, si è tolto un sassolone dalla scarpa e in realtà, come dargli torto?

Per esempio una volta a Dimaro, in occasione dell’ultimo ritiro con Sarri e in piena trattativa con il Torino, gli azzurri scendono in campo per l’allenamento ma Duvan non si trova. “Sarà partito per andare a firmare con i granata”, pensano tutti. Invece – non rientrando nei piani del Comandante – al momento della conta in albergo, sfuggono a tutti  sia la sua assenza sia il particolare che fosse ancora in camera. Singola.

Dopo l’esperienza in prestito all’Udinese con 18 reti in due stagioni, nell’estate 2017 ritorna a Napoli dove nessuno dà la giusta importanza al suo rendimento: certo  si aspettava più considerazione, ma d’altro canto c’erano Insigne, Mertens, Milik, Callejon ad incantare già i tifosi.  Ha capito che in quel momento per lui non c’era più posto.

Episodi che difficilmente si dimenticano.

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Ma a Napoli si sa, un pezzetto di cuore lo si lascia sempre

Anche Duvan ci è cascato:

“Ormai non mi emoziono più. Mi è già capitato di affrontare il Napoli con l’Udinese e la Samp, ma il Napoli rimarrà sempre una squadra importante per me, quella che mi ha dato la possibilità di venire in Italia. Proverò un eterno affetto per quella maglia e per Napoli: lì è nato mio figlio e ho vissuto due anni bellissimi”,

ha dichiarato il colombiano.

Per un sudamericano venire in Europa è meraviglioso, a Napoli ancor meglio – sempre a detta del panterone –  anche se avrebbe voluto essere più protagonista.  Si dice grato di questa esperienza nella città di Partenope perché gli ha permesso di confrontarsi con giocatori da cui poter apprendere molto, giocare in uno dei più importanti campionati europei come la Serie A e perché gli ha dato modo di mettersi in mostra in Italia e in Europa.

Valentina Vittoria