Donnarumma, disastroso nella finale di ieri all’Olimpico, nell’occhio del mirino. Il suo valore di mercato è il suo valore effettivo? Raiola se la ride, il Milan perde ma lui e il suo assistito vincono ancora: nel bene o nel male purché se ne parli

Di questi tempi credere alla predestinazione risulta sempre più difficile; nel mondo in cui i più abili sono quasi sempre i procuratori, la disillusione prende il sopravvento ed essere un calciatore da 100 milioni di euro diventa un vero problema. Che sia il più forte, quello ad uscirne vincitore Mino Raiola, che di “forti” se ne intende, lo ha capito già da un po’, non a caso è uno dei procuratori con il fiuto più sopraffino in tal senso: aveva fiutato Ibra, aveva fiutato Pogba e aveva fiutato il piccolo gigante Gigi, piccolo perché Raiola segue il numero 99 rossonero da quando era poco più che un bambino e da esperto venditore quale è non se l’è mai fatto scappare proprio perché forte. 

Anche ieri sapeva probabilmente che quella Juventus aveva molte più probabilità di vittoria proprio perché più forte, quello che non sapeva è come sarebbe volta la serata per il suo assistito in questione Gigi Donnarumma. Durante la partita di ieri, Gigio ne ha combinata una di troppo per sperare che la sua prestazione passasse in sordina, due gol, di cui ha grande dosi di colpa, spiegano meglio un risultato così negativo per gli uomini di Gattuso non soltanto in termini di sconfitta. Errori di cui gli spettatori non hanno tardato ad attenzionare e discutere e non a torto.

Esporlo alla gogna mediatica però sarebbe pericoloso e deleterio secondo Gennaro Gattuso che commentando la partita si schiera dalla parte del giocatore per tutelarlo “Da parte mia ci sarà grande protezione. Ci sono stati degli errori ma non stiamo qui a puntare il dito contro Gigio. Tutti quanti ci assumiamo le nostre responsabilità. Non abbiamo perso per colpa di Donnarumma”.

Giuste e condivisibili le parole del tecnico rossonero se non fosse che la gogna mediatica è uno dei dark side del successo da tempo immemore e questo lo sanno sapevano bene entrambi, Raiola e Donnarumma, quando hanno valutato, perché è certo che l’abbiano fatto, se il gioco valesse la candela e la risposta a quanto pare credo sia scontata agli occhi di tutti.

Nel bene o nel male purché se ne parli

Ieri il Milan ha perso anche per colpa del proprio portiere che con le gaffe ci ha preso la mano, quella sottratta alla porta, ieri sera ma non soltanto perché gli scivoloni dentro e fuori dal campo per il partenopeo classe ’99 iniziano ad essere troppi. Insorgono  milanisti e anti milanisti: sfottò, sfoghi, critiche e incitamenti.

#Donnarumma è uno degli hashtag più in tendenza di oggi. Non è certo una situazione di novità per il baby (ormai neanche più di tanto) prodigio che nell’ultimo anno al centro del ciclone c’è stato abbastanza spesso. A quanto pare, però, non sempre l’occhio del ciclone dispiace perché l’estremo difensore nel ciclone c’è sguazzato e anche di gusto, specie quando ha deciso di prendere un jet privato per Ibiza non presentandosi alla maturità o soprattutto nell’occasione in cui ha dichiarato di aver firmato il contratto, dopo settimane di turbolente carambole, sotto pressione (contratto da 6 mln l’anno + l’inserimento in rosa del fratello con un ingaggio dalla modica cifra di 1 mln a stagione ndr). 

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e i tifosi rossoneri che temevano già in passato l’addio imminente per il ragazzino che li aveva fatti innamorare in campo ma tanto amareggiare fuori, non lo supportano più, specie ora che l’addio sembrerebbe capitolato più che plausibile.

L’acquisto di Pepe Reina da parte della società va a corroborare ogni sospetto. Il rapporto che intercorre tra tifoseria e Donnarumma certo è andato incrinandosi per queste esternazioni di attaccamento alla maglia a fasi alterne, è passato infatti dal giurare eterno amore al rimangiarsi tutto per poi ritornare sui suoi passi una terza volta nel giro di niente e gli errori in campo sempre più frequenti non aiutano a sanare questa quasi frattura, specie se questi errori poi, oltre a costare partite, costano i trofei. 

La prestazione di ieri ha fatto discutere oltre che arrabbiare e rammaricare ma d’accordo con Gattuso, non si può di certo imputare la sconfitta totalmente ad un singolo elemento. Certo è che il singolo elemento ne ha comunque determinato le sorti con episodi che a dirla tutta non sono affatto un caso isolato e forse guardandoli con pessimismo aiuterebbe parecchio a riflettere. 

Non è la prima volta che non splende in partite di un certo calibro e che addirittura dia un contributo in negativo piuttosto che in positivo. Le “papere” di ieri sera sono le ultime scannerizzate dai riflettori ma sono anche altre le occasioni in cui il diciannovenne avrebbe potuto fare meglio e non così rovinosamente ma non essendo questa un’invettiva contro il portiere rossonero ci prendiamo la libertà di evitare la disamina di ogni bug del giocatore il cui potenziale enorme, considerati età e quanto fatto fino ad ora, resta innegabile seppur discutibile. E credere e accettare in modo aprioristico o categorico che il valore di mercato del giocatore corrisponda in toto a quanto espresso sul campo nell’ultimo anno risulta difficile.

La partita di ritorno contro i Gunners potrebbe essere un altro elemento di riflessione a supporto di questa tesi che mal si concilia con quanto ribadito da Raiola che continua a ritenere il valore del giocatore intorno ai 100 milioni di euro, anche dopo ieri sera. 

C’è chi parla di cedimenti nervosi dovuti alla troppa pressione sulle spalle ma anche in questo caso si potrebbe ribadire con quanto affermato sopra, difficilmente il ragazzo o chi per lui, in sede di valutazioni non abbia sopperito il peso che l’opinione pubblica avrebbe esercitato e anche in questo caso risulta difficile prendere per valida la scusa. 6 milioni annui di ingaggio, le esternazioni confuse sui vari social, gli introiti legati a diritti d’immagine, sponsor e bonus provenienti dalle varie campagne legate al merchandising difficilmente lasciano credere ad un calo nervoso, deficit che sarebbe dovuto essere valutato e scongiurato prima e che se dovesse essere veritiero sarebbe il caso di dire si stava meglio quando si stava peggio, quando l’ingaggio era umano e il giocatore ancora un ragazzino con un sogno diventato realtà.

Troppo tardi per tirarsi indietro e le conseguenze andrebbero affrontate di petto e con una determinazione ben maggiore rispetto a quella utilizzata in campo ieri sera. In caso contrario, sarebbe difficile credere alla predestinazione tenendo conto dell’involuzione del giocatore ma solo ad un astuto gestore che sa sempre come ottenere la vittoria e che anche nel caso di ieri dalla sconfitta ne è comunque uscito vincente: bene o male purché se ne parli!


Il Milan intanto si corteggia i tifosi e li ringrazia sui social:

“I tifosi del Milan non perdono mai. Siete stati fantastici. Grazie per tutto il sostegno che ci avete dato da ogni parte del mondo. Ora altre due finali. #weareacmilan Sempre”

Egle Patanè

Foto: acmilan.com