In Italia l’abbiamo conosciuta e l’associamo a Paul Pogba;  a ruota, il talento francese sta contagiando tutti: i suoi compagni di squadra e il popolo bianconero fino a coinvolgere il rossonero Balotelli. Un gesto, “dab“, che sta diventando virale ma che in Europa è arrivato con un po’ di ritardo.

Gli ambasciatori nel Continente sono sicuramente il Poplo bianconero e il centrocampista del Manchester United, Jesse Lingard.

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Lingard ha presenato per la prima volta al pubblico inglese la “dab” per esultare dopo un gol durante il match tra United e Newcastle.

Pogba lo ripropone in tutte le salse: non solo come esultanza dopo un gol, la “dab” di Pogba coinvolge i suoi compagni, ex calciatori, avversari, dirigenti e, immancabilmente, i tifosi.

Ma di cosa si tratta?

La Dab Dance è da attribuire ai Migos, un gruppo rap di Atlanta. La si può chiamare dabbin, o dabbing, ciò che conta è far ciondolare in maniera apparentemente insensata gli arti, rigorosamente a tempo di musica, preferibilmente rap.

Negli States, già da un po’ di tempo, spopola tra sportivi e non.

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Cam Newton, il quarterback per i Carolina Panthers nella National Football League è stato tra i primi a cimentarsi nella danza come bizzarra esultanza tanto che dagli stessi Migos è stato incoronato ‘dab daddy’.

Poi è sbarcata nel football americano quando Jeremy Hill ha segnato un touchdown per i Cincinnati Bengals.

Tra gli sport americani non poteva mancare il basket nella figura di Lebron James.

Dallo sport alla politica, che la Dab Dance sia virale lo conferma la performance di Hillary Clinton.

Dagli Usa all’Europa attraverso lo sport e i social network.

Dai campioni ai vip fino ai comuni mortali: non vi è dubbio che si tratti di uno dei fenomeni virtuali più diffusi e condivisi dai tempi dell’esplosione mediatica dell’ Harlem shake.

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Caterina Autiero