Narciso, erede della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso, è innamorato di sè stesso.
Cristiano Ronaldo, con la sua mania del perfezionismo, la sua voglia di primeggiare e di essere il migliore, supera di gran lunga il mito.

Ha costruito alla perfezione il suo fisico, ancor prima di affinare il talento.

Fa gli addominali prima di andare a letto «Così nella notte i muscoli conservano la memoria dell’esercizio». Appena sveglio, squat.
Sei micro-pasti quotidiani e sonno suddiviso in 5 fasi da 90 minuti l’una – con l’obbligo di spegnere qualsiasi apparecchio elettronico almeno un’ora e mezza prima di andare a letto-.
Per la cura maniacale del corpo -che non può essere sporcato da tatuaggi-, ha un macchinario della Nasa che simula la corsa in assenza di gravità e una crio-sauna per trattamenti a 200 gradi sotto zero … tutto per essere impeccabile, vincente, il più grande ma anche il più bello.

Maniacale, ossessivo, a Ronaldo non bastano i palloni d’oro, le coppe, i riconoscimenti del campo, lui, quando si specchia vede il meglio (in tutti i sensi).

A conferma di ciò, le parole di Peter Crouch nella sua autobiografia in cui rivela delle confessioni fatte da Rio Ferdinand, compagno allo United di CR7 e di Nazionale della torre inglese: “Rio ci diceva che Cristiano Ronaldo si guardava nudo davanti allo specchio passandosi una mano tra i capelli dicendo: ‘Wow, sono così bello…‘.

Gli allora compagni provavano quindi a stuzzicarlo con il paragone tecnico con Messi: “Non importa, Messi è più forte di te…” gli dicevano ma lui non si scomponeva, scrollava le spalle e rispondeva “Certo, ma lui non è bello quanto me…”.

Il portoghese ha lavorato tutta la sua vita su sè stesso, con un “semplice” obiettivo: essere perfetto, un’aspirazione che coltiva quotidianamente curando ogni più piccolo aspetto della sua vita, anche compiacendosi senza falsa modestia.

“Non ho mai avuto idoli, il mio giocatore preferito sono io.” 

“La gente mi invidia perché sono ricco, bello e forte.” 

“Troppa umiltà è un difetto.” 

“Sono il più forte giocatore della storia, non vedo nessuno migliore di me.” 

Ma, tornando al mito, è bene ricordare che il bellissimo Narciso, alla fine, perde la vita per essersi innamorato perdutamente del suo riflesso.

 

Caterina Autiero