Di se stesso Cristian Bucchi dice che era considerato bravino ma non eccelso; tanto da aver pensato che la sua carriera calcistica non sarebbe mai decollata.

Men che meno avrebbe pensato di diventare allenatore.

Bucchi benevento
UDINE, ITALY – AUGUST 11: Cristian Bucchi head coach of Benevento Calcio looks on before the Coppa Italia match between Udinese Calcio and Benevento Calcio at Stadio Friuli on August 11, 2018 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

C’è stato un momento in cui l’ex attaccante del Perugia, del Cagliari, del Modena e del Napoli, ha pensato così ad un piano B:  diventare giornalista.  Per non accantonare del tutto la sua passione per il calcio ha scelto di giocare in una squadra di promozione vicino all’università, il Settempeda.

Una scelta che in realtà si dimostrerà azzeccata visto che due promozioni di fila e soprattutto 54 gol in 56 partire regalano a Bucchi l’appellativo di “Inzaghi dei poveri”, ma solo perché non milita nella massima serie. Ci arriva però, in un battibaleno, quando per lui è pronto un contratto con il Perugia. Eppure, nonostante tutto, la sua carriera pare non decollare, viene mandato in prestito al Vicenza per poi essere riscattato di nuovo dal Perugia, in mezzo una vicenda legata al doping per la quale si è sempre proclamato innocente.

E’ il 14 ottobre del 2000, dopo la partita contro la Lazio (chiusa 2 -2 con un gol segnato da lui) Bucchi viene sorteggiato per un controllo antidoping. Sembra una formalità, si dimostrerà invece un inferno, squalifica di 16 mesi (poi commutati in otto), tra l’altro il primo calciatore nel nostro Paese ad essere squalificato per il nandrolone trovato nel sangue.

Seguono anni di prestiti sino all’approdo al Cagliari, ma la ritrovata serenità dura poco. E’ il 2 marzo 2003; il Cagliari in trasferta al Marassi di Genova, per affrontare la Sampdoria.  Nonostante le previsioni la sua squadra torna a vincere dopo sette giornate, l’euforia è palpabile anche per lui. Chiama a casa la moglie Valentina per condividere la gioia del momento ma nonostante diversi tentativi nessuna risposta.

Avrà la sua risposta, drammatica ed inaccettabile, quando entrato in casa sentirà piangere la figlia Emily di un anno, stesa accanto alla mamma priva di vita; il referto parlerà di arresto cardiocircolatorio ad appena ventiquattro anni.

Cristian da quella batosta come è prevedibile non si riprende, in quella stagione gioca solo sei partite, la testa altrove, il cuore smarrito. Ha bisogno di cambiare aria.

Una nuova vita

La sua rinascita si chiama Ancona, club nel quale si rimette in gioco pronto per quella che sarà la sua consacrazione, il Modena (30 gol assestati in una quarantina di partite) e il Napoli nel 2006, acquistato per 3,5 milioni di euro, con l’obiettivo di riconquistare la Serie A. In realtà, nella squadra partenopea, non si esprime ad alti livelli e pur con un promettente avvio scivola progressivamente in panchina, finendo col segnare soli 8 gol in campionato e 3 in Coppa Italia su 34 partite complessive; la squadra conquista comunque ugualmente la promozione in A.

Dopo il Cesena, squadra con la quale ottiene un’altra promozione, passa al Pescara dove avviene l’incontro con Di Francesco:

Mi ha insegnato che il vero allenatore deve saper comunicare alla squadra nelle quattro mura. Quando capii che il mio futuro sarebbe stato in panchina? Eravamo in ritiro a Padova, dopo cena rimasi a parlare con lui, gli feci tantissime domande sul ruolo dell’allenatore. Rimasi ammaliato”,

racconta in una recente intervista a Gianluca Di Marzio.

Bucchi  inizia come tecnico sulla panchina del Pescara allenando la Primavera, nella stagione 2012-2013. Il 5 marzo 2013, in seguito all’esonero di Cristiano Bergodi, viene promosso ad allenatore della prima squadra, raccogliendo appena un punto nelle 11 partite disputate, con la squadra che si classifica ultima, con 22 punti, e retrocede in Serie B dopo una sola stagione di Serie A. A luglio firma con il Gubbio, in Lega Pro Prima Divisione, da dove viene esonerato il 15 gennaio 2014, dopo la sconfitta interna per 5-0 contro il Perugia. Il 6 gennaio 2015 diventa il nuovo allenatore della Torres, in sostituzione dell’allenatore Vincenzo Cosco, che ha dovuto lasciare il proprio incarico per motivi di salute e conduce la Torres alla Salvezza in Lega Pro. Nel luglio dello stesso anno firma con la Maceratese, club neopromosso in Lega Pro. Dopo aver concluso il campionato al terzo posto ed essere stato eliminato ai play-off dal Pisa (che poi ha conquistato proprio tramite gli spareggi la Serie B), il 14 giugno 2016 lascia la squadra marchigiana ed approda al Perugia, nella serie cadetta, conclusa con la sconfitta contro il Benevento (poi promosso in A) nelle semifinali dei play-off.

Nel 2017 arriva la Serie A con la panchina del Sassuolo, ruolo dal quale è stato esonerato a seguito della sconfitta contro l’Hellas nel novembre del 2017; un esonero che dirà gli sia servito per apprendere molto; dal 2018 Bucchi é l’allenatore del Benevento (il suo contratto è in scadenza a giugno di quest’anno); club che al suo arrivo vive un momento particolare ed ha bisogno di ritrovare il giusto ritmo per tornare nella massima Serie.

Bucchi lavora soprattutto sulla mentalità dei suoi giocatori e i risultati non mancano, tanto che il sogno della Serie A sembra di nuovo raggiungibile.

Silvia Sanmory