Ansia.

Timore. Tensione. Nervosismo.

Sono gli stati d’animo che hanno attraversato Cristiano Ronaldo fin da quel 19 agosto, giorno del suo debutto in Serie A,  il giorno in cui i riflettori erano (ancora una volta, l’ennesima) puntati su di lui.

Il Re, il Dio del calcio, il calciatore più forte del mondo, il pluri Pallone d’Oro, il Mito che tutti bramano di possedere e tutti vogliono evitare come avversario varcava il Bentegodi con la sicurezza di essere lui, la Star.

Ma sono bastati 90′ per far sì che quella sicurezza, quella fierezza svelate al mondo intero il giorno della presentazione ufficiale con la casacca bianconera lasciassero il passo a un uomo più umile, più preoccupato, più apprensivo.
Un volto più… umano. E forse anche più vicino a noi.
Quel giorno il Mito lasciò che i riflettori puntassero su Sorrentino, e a tutti noi, il profumo dolce e amaro dell’attesa.

E così è arrivata la Lazio all’Allianz Stadium e poi la Juve è ospite del neopromosso Parma al Tardini, la Cenerentola della Serie A, la vittima sacrificale secondo i bookmakers: in effetti i gol bianconeri arrivano in entrambe le occasioni, ma l’eroe, il mito, il Salvatore è ancora una volta un altro.

“Se sai quant’è bello ciò che aspetti, è bella anche la sua attesa” tuonano ancora i tifosi. Ansiosi, desiderosi, estasiati. Felici perché CR7 appartiene a loro, alla casacca bianconera e sì… sarà ancora più bello. Come bella e dolce era per loro l’attesa.

“La fretta è dei giovani che non conoscono le delizie dell’attesa, la volontà di un prolungamento che avvolge la resa di odori profondi e prelibati”

Pensieri più bui iniziano ad affollare la mente di Cristiano Ronaldo. La fretta di dimostrare al mondo intero che deve essere ancora lui il migliore -anche a suon di gol- prende il sopravvento. E quel nervosismo, quel volto cupo prima di scendere in campo dice più di mille parole.

“Non aspettare il momento opportuno: crealo”

Il Sassuolo all’ Allianz Stadium, 2 mesi dopo: il Mito che non ha rivali si ripresenta davanti al suo pubblico. Ha 90′ minuti di tempo per cercarlo, quel momento; ne bastano (solo) 50.

Cristiano Ronaldo, l’Alieno degno di una standing ovation da parte degli avversari bianconeri viene riavvolto in un caldo abbraccio dagli stessi, che ora sono i suoi tifosi.

L’Allianz rimbomba, Cristiano Ronaldo non si ferma più e fa doppietta.

Ansie e paure svaniscono.

Ora inizia un altro capitolo: la Champions League, la competizione che lui ama di più, la competizione che l’ha consacrato.

Il resto è tutto ancora da (ri)scrivere.

 

Giusy Genovese