Sabato 7 luglio 2018, o come l’hanno definito, sabato CR7 luglio

Secondo le (neanche troppo indiscrete) indiscrezioni degli ultimi giorni, Cristiano Ronaldo sarebbe dovuto essere presentato proprio oggi, allo Stadium, alle 17.  Sì perché le 7, per essere tutto più figo, sarebbero state troppo scomode pure per la Juventus. 

Ma dov’è Cristiano?
Sarebbe dovuto sbarcare ieri, almeno così han fatto sapere e magari, potrebbe pure già essere in qualche angolo nascosto della Continassa a fare le visite mediche in gran segreto. O magari no. Chissà. 

Appunto, chi sa? Improvvisamente tutti sembrano sapere, pure quelli che cinque giorni fa lo avvistavano a Caselle, o meglio ancora, chi l’ha visto atterrare, per poi ritrattare.
Era Izzo direzione Torino (calcio).

Fenomeno Ronaldo chiamasi, laddove per fenomeno non intendiamo dire “campione o prodigio” – nessuno ce ne voglia –  il termine fenomeno accostato al nome Ronaldo non può riferirsi a nessuno se non che all’unico Fenomeno, Ronaldo sì ma Nazario de Lima. Fenomeno inteso come avvenimento o per dirla tutta, perturbazione. Perché tant’è quanto abbattutosi sulla penisola nell’ultima settimana, di alta o bassa pressione è un’ardua sentenza rimandata a posteriori. 

Ronaldo alla Juventus è stata però di certo una grandinata in piena estate, perché diciamoci la verità tutto ci si aspettava fuorché questo.
Finché un titolone di troppo ha scatenato un caso mediatico di grandezza colossale sino a diventare, clamorosamente, realtà. 

Realtà? Ad essere precisi, è tutto da verificare lì dove la precisione non c’è stata.

Sì perché da “Ronaldo-Juventus che storia” a “Ronaldo-Juventus è fatta!” una serie di titoli, notizie, voci e chi ne ha più ne metta, si sono succedute alla velocità del pensiero lasciandoci tutti un po’ Tiziano Ferro quando dice “il mondo va veloce e stiamo indietro” perché come siano andate le cose non è ancora noto e come andrà a finire ancor meno.
Da un lato sembra alquanto difficile pensare che alla fine non arrivi; come lo giustificherebbero – non la Juve che, non si è mai esposta – i media? 

Quegli stessi impazziti a divulgare per certa una trattativa di cui, ad esser puntigliosi e mal pensanti, non si è neppure certi sia mai iniziata.
Ma questo non fa scalpore.
La veridicità della cosa passa in secondo piano anche nelle sedi in cui verificarla sarebbe d’obbligo, perché mentre siamo Tiziano Ferro, intanto schizzano i click e urge applicarsi in ricerche che decretino il nome della regione d’Italia che più di tutte ha digitato la parola Ronaldo.

A schizzare non solo i click, ma anche i follower, la vendita di quotidiani, la fruizione dei contenuti sportivi (dei vari notiziari o programmi d’informazione sportiva) pure e soprattutto i titoli finanziari della società Juventus

Ieri, alle 17.41 la Juventus ha chiuso a 0.8785 con una variazione percentuale di +7.13, confermando il trend positivo, in forte rialzo degli ultimi giorni.
Nella giornata di ieri, tra le altre cose, è stato registrato il picco più alto degli ultimi sei mesi poi leggermente calato durante la giornata tanto da spingere la Consob a chiedere chiarimenti e al quale la “Juventus Football Club S.p.A. precisa che durante la Campagna Trasferimenti la Società valuta diverse opportunità di mercato e all’eventuale perfezionamento delle stesse fornirà adeguata informativa nei termini di legge“.

Ad ogni modo, senza ancora aver messo piede in penisola, CR7 sta già “im-portando capitale”. E questo è l’aspetto che fa piacere ai più.

Ma c’è un discorso sottovalutato ad altrettanti più che, al contrario, la ritengono l’operazione trionfo della Serie A.

Che il suo arrivo sia uno schizzo verso l’alto di introiti economici è indubbio quanto il fatto che si tratti di un’operazione che, se la goda chi può, non si può non “invidiare” o alla quale non riconoscerne la grandiosità. Quantomeno d’immagine. Ma è proprio lì che sta il problema.

L’arrivo di Ronaldo alla Juventus potrebbe essere davvero la benedizione del campionato nostrano?

A mio modesto avvisto, no. Al contrario trovo sia una mossa nociva per il campionato italiano già soggetto ad una discrepanza notevole tra primi e ultimi della classe. Il club bianconero quest’anno ha conquistato – coincidenza ed ironia – il settimo scudetto consecutivo nonostante un grande Napoli rivelatosi poi, a corsa finita, ancora una volta un pelino inferiore.

Nè Napoli nè nessun altra ha dato modo di apparire competitiva ai livelli della Vecchia Signora che con estrema tranquillità si è appollaiata sul podio.
L’innesto di Ronaldo andrà inevitabilmente ad aumentare il gap esistente tra la Juve capolista e il resto delle squadre italiane. Gap, ovviamente, trascurabile dalle “Big” ma preoccupante per le piccole che vedono sempre più netta la distinzione tra calcio dei ricchi e calcio dei poveri, un appiattimento competitivo inevitabile.
Per rendersi conto di quanto sia vero basti pensare al rendimento diametralmente opposto del Benevento rispetto alla Juve nello scorsa stagione. 

Cristiano Ronaldo porterà più visibilità alla Serie A, certo, alla Juventus in particolare, ma non sarà lui a rifare gli Stadi, a sistemare i bilanci delle Società e nemmeno a risanare il calcio italiano portando vertici Federali seri e talenti italiani.

Ma non è finita perché oltre all’aspetto puramente calcistico c’è l’aspetto che, attenendosi all’attualità, appare il più allettante e, aggiungerei, il più sottovalutato o mal interpretato: quello economico

Partiamo dal calcio-spettacolo (o circo se gli Allegriani preferiscono) inteso non come calcio sarriano per dirla alla Serie A maniera, ma come spettacolarizzazione del gioco stesso. Risaputo ormai da fin troppo tempo, il calcio odierno è quello di spezzatino e diritti tv e proprio su questo aspetto la Serie A avrebbe potuto guadagnarci non poco in termini di attrazione, se solo non fossero già state concluse le aste.

Anche in caso di introiti provenienti dalla vendita dei biglietti, ad usufruire dell’aumento dei prezzi, quindi degli introiti, saranno soltanto i bianconeri, i quali di buon genio hanno preventivamente innalzato i prezzi di un buon 30%, (raddoppio dei costi rispetto al 2011).
Le altre società che includono già il match con la Juventus un match in prima fascia fissato a prezzo più alto, non usufruiranno di nessun apporto economico dalla presenza del campionissimo che attrarrà un vastissimo pubblico, allo stadio anche soltanto per lo sfizio di vederlo. 

Un impatto economico positivo soltanto per la Juventus che, a queste condizioni vedrebbe triplicare il suo fatturato, inutile sottolineare che il circolo vizioso “Paris-Saint-Germaniano” sia innescato.

Un mossa che ad ogni modo alza il livello di prestigio internazionale del Club che, mi sembra di capire, punta sul marketing prima di tutto.

Prima di tutto, prima persino del futuro

Il futuro di cui tanto si è parlato e si continua a parlare, pilastro fondante del progetto a lungo termine juventino; è in ottica futura che si è eretto l’Allianz Stadium, costruita la visione aziendalista tipica Juve, lo stile – che lo dico a fa? guai a chi lo tocca – Juve, la Continassa, lo Jmedical, il marketing, i biglietti a prezzi esorbitanti, i giocatori giovani e tutti i punti all’odg che riguardano l’azienda bianconeraTutto, fuorché calcio.

Sì perché poi, progettualità stellari a parte, campo docet e CR7 è chiaro sia una mossa finalizzata alla conquista di una Ucl diventata ossessione.
Sembra quasi che la Juventus però abbia agito di principio, regalandosi un capriccioso all-in per la grande messa in scena finale.

Il tutto per tutto. O la va o la spacca. 

Non proprio un comportamento coerente per chi vuole costruire una squadra vincente nel lungo periodo. Ma che ci frega? Dissero. Tanto abbiamo Dybala. Ronaldo lo prendiamo per vincere la Champions, per il futuro c’è Paulino.

Ecco. Appunto. C’è Paulino Dybala

Venticinquenne dalla classe sublime, già parecchio sacrificato nella stagione passata, a beneficio di Higuain, ormai chiaramente in uscita, e tornato da un Mondiale al quale è stato spettatore ravvicinato.
Che ne sarà del Picciriddu argentino ad osservare i grandi togliergli la possibilità di essere lui stesso grande?

E’ ovvio che per finalizzare un’operazione tanto onerosa è necessario sacrificare qualcuno, a quanto pare la Juventus sembra sia disposta a mettere sull’altare dei sacrifici proprio il 21 argentino qualunque sia il suo futuro.
Restare significherebbe tenersi ancora una volta il peso di una subordinazione ad una stella più brillante di lui, oltre che restare ancora una volta subordinato a delle scelte tecniche che la presenza di Ronaldo inevitabilmente imporrebbe – si salvi chi può-. Che ruolo Ronaldo vuole sia dato a Dybala?

Se al contrario la Juve dovesse decidere di sacrificare la Joya vendendolo, l’argentino potrebbe finalmente spiccare il volo e di certo, almeno lui ci guadagnerebbe, ma qualora Agnelli dovesse metterlo sulla lista di Paratici, si lascerebbe sfuggire un potenziale campionissimo del domani preferendo il migliore sì, ma pur sempre di 33 anni nel nome dello stesso futuro del quale si sta privando.

E’ chiaro che l’arrivo di Ronaldo minerebbe tutto lo spogliatoio e l’ambiente Juventus, e di certo non soltanto per quanto riguarda l’assetto tattico.
D’altronde Bonucci lo disse, vado via per cambiare gli equilibri, e chissà come cambieranno gli equilibri adesso che sullo sgabello sono pochi i giocatori che potrebbe mandare – specie se pure il fin troppo educato Dybala dovesse andar via-.

Ad Allegri la parola, che dal caos nello spogliatoio di Cardiff passando per l’irrefrenabilità di Buffon dopo il Real, più volte ha dato sintomi di mancanza di lucidità nella gestione “della tensione”, chissà adesso se metterà Ronaldo sullo sgabello per non essersi attenuto alle direttive difendendo lo 0-0 a titolo ancora da conquistare.
Chissà se prevarrà l’interesse economico in quel caso.

 

Egle Patanè