Il Mondiale di Russia si è appena concluso, la Francia ha trionfato – meritatamente – e già rincorriamo nella nostra memoria le immagini e i momenti salienti di questo mese di calcio giocato. Un mese che per noi Italiani, senza la nostra maglia azzurra, sembrava essere una tragedia e invece, guarda un po’, ci siamo divertiti e persino schierati.

Sarà per sempre il Mondiale della ‘caduta’ di Ronaldo e Messi – forse l’ultima occasione per entrambi di lasciare il segno in un Campionato del Mondo –  e delle cadute di Neymar, diventate oggetto di scherno da parte di tutti (pubblicità compresa), lui che avrebbe dovuto essere invece lì, pronto e dritto in piedi, a sostituire i due Giganti come da tempo aspettava di fare.

(immagine youmedia)

E’ stato il Mondiale del gol più bello segnato da uno sconosciuto ragazzino francese che non sapeva nemmeno di essere stato convocato da Deschamps e che  si ritrova tra le mani una Coppa, e di un noto portiere figlio d’arte che parando tre rigori non vince, ma si affranca dal giudizio paterno.

Il Mondiale nel quale ricorderemo la gioia di Tabarez che supera il peso delle stampelle e della malattia, e quella di Dalic che, nel giro di sette mesi ha portato la Croazia alla consapevolezza dei propri mezzi.

(immagine sportfair)

Il Mondiale di Subasic, di Courtois, di Lloris e in generale di tutti i Numeri Uno, chiamati a turno a essere protagonisti nell’arco di questo campionato.

Sarà il Mondiale della rivelazione Russia, dell’ Inghilterra che infrange la maledizione dei calci di rigore,  della Spagna e della Germania che tramontano dopo anni di gloria. Del Giappone che per un attimo poteva scrivere una leggenda e che  infine ha insegnato con un gesto umile e semplice il valore di un ‘Grazie’.

(immagine sky)

Del gesto patriottico di Shaka e Shaqiri, della storia incredibile di Luka Modric, dei colpi di testa di Ivan Perisic.

E’ stato il Mondiale di Paul Pogba e Antoine Griezmann più che di Kylian Mbappé, il Mondiale dal quale forse uscirà – finalmente – un nuovo Pallone d’Oro che non risponda più al nome di Cristiano Ronaldo; il Mondiale di Didier Deschamps, Campione del Mondo dopo vent’anni, il Mondiale di Kolinda Kitarovic e Emmanuel Macron a braccetto, del piccolo Belgio terzo sul podio con le sue grandi stelle.

(immagine il messaggero)

Queste  e tanti altre immagini ancora, ognuno con la sua personale: perchè si sa, la Coppa del Mondo non è mai soltanto di chi l’ha vinta e portata a casa.

L’appuntamento è,  come sempre, tra quattro anni.

Daniela Russo