Quando un giocatore lascia una squadra per andare a giocare in un’altra è consapevole del fatto che prima o poi si scontrerà con i suoi ex compagni, soprattutto se il trasferimento avviene nello stesso campionato.

Gonzalo Higuain nella partita tra Milan e Juve ha affrontato la sua ex squadra dimostrando grande professionalità e ha avuto il coraggio di tirare un rigore impegnativo dal punto di vista emotivo. Un rigore che ha sbagliato, dando il via a una serie di errori culminati poi nell’espulsione.
Le sue lacrime, l’abbraccio di Matuidi e i diversi messaggi di stima da parte dei tifosi juventini dimostrano che il Pipita è rimasto nei cuori dei bianconeri.

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Qualche milanista diffidente può aver pensato che Gonzalo abbia sbagliato il penalty di proposito… Ma sappiamo bene che Higuain non è nuovo a queste situazioni che ha dimostrato di saper affrontare.

Infatti Higuain non ha avuto problemi a tornare al San Paolo con la maglia della Juventus e giocare contro il Napoli, e nella partita dello scorso campionato ha segnato il gol della vittoria che ha regalato i 3 punti alla sua squadra e ha messo a tacere i fischi dei tifosi partenopei, che non hanno mai accettato il suo trasferimento in bianconero.

Atteggiamento diverso, conseguenza di un rapporto finito in maniera diversa, è stato quello di Bonucci che “ha rinunciato” a scendere in campo a San Siro dopo aver vestito lo scorso anno la maglia del Milan.

La sua assenza non ha però frenato i tifosi rossoneri che hanno manifestato il loro risentimento con striscioni, cori e fischi contro il difensore.

immagine: ilposticipo.it

Qualche settimana fa anche De Vrij non ha giocato la partita con l’Inter all’Olimpico contro la sua ex squadra, la Lazio.
Spalletti ha dichiarato di aver lasciato in panchina il difensore olandese di proposito per evitare che i fischi potessero urtare la sua sensibilità (!!!).

immagine: sportface.it

E cosa dire allora del povero Quagliarella, che ha giocato con 6 squadre diverse in serie A?

Lui che adesso veste la maglia della Sampdoria scende in campo, segna e per rispetto per le sue ex squadre non esulta.

immagine: corriere.it

In un calcio in cui ci sono sempre meno bandiere e i giocatori cambiano spesso maglia, il punto fermo deve essere un approccio professionale alle partite, che devono essere giocate per rispetto dei colori che si vestono e anche degli ex compagni di squadra che si affrontano.

 

Gisella Santoro