Chiara Poli ci racconta il finale di stagione del suo Ascoli che lo ha visto protagonista nei playout

Ritorniamo a parlare di Serie B e lo facciamo con la salvezza in extremis dell’Ascoli. Abbiamo fatto due chiacchere con Chiara Poli, giornalista del “Piceno Oggi” e calciatrice di calcio a 5, per parlare di questo finale di stagione e di questa salvezza che è arrivata nei play out, facendo retrocedere così la Virtus Entella.

Avevamo già parlato con Chiara qualche mese fa: LEGGI QUI

“L’Ascoli è qualcosa di meraviglioso”: Chiara Poli analizza la stagione dell’Ascoli e ci spiega la fede bianconera

 

–  Come definiresti questa stagione?

“Definirei questa stagione dell’Ascoli una stagione rimediata, la stagione della mediocrità, sia del campionato in sé, sia per come è stata affrontata dall’Ascoli. La serie B non è certo più quella di qualche anno fa, c’è stato un livellamento verso il basso. Allo stesso tempo è un dato di fatto che non si può puntare solo sui giovani alla prima esperienza nè credere che fare il salto di categoria sia possibile per tutti i giocatori. La differenza in un campionato così la fa l’esperienza, è un campionato logorante e lungo, ci vogliono gambe, sì ma soprattutto testa. Questo la dirigenza bianconera l’ha appurato e ha cercato appunto di rimediare nel mercato invernale”.

 

– Cosa è successo in questi ultimi mesi dopo l’arrivo di Cosmi in città? Cosa è cambiato nel modo di giocare rispetto a prima?

“La città e i tifosi lo hanno accolto per il “personaggio” che rappresenta ovvero tutto cuore e grinta caratteristiche molto apprezzate ad Ascoli. Ovviamente tutti si aspettavano una svolta definitiva dopo un inizio altalenante in cui il duo Fiorin-Maresca aveva conquistato solo 14 punti in 17 partite, la svolta non è stata immediata ma effettivamente mister Cosmi ha portato qui quello che la gente voleva, grinta e carattere, non sempre i giocatori hanno recepito e messo in atto quello che voleva il mister sotto l’aspetto caratteriale e per questo motivo sono usciti fuori altri calciatori che prima erano stati messi da parte, parlo di Giovanni Pinto, detto “Joao” dai tifosi, ad esempio, che da oggetto misterioso e spesso criticato è diventato un punto fermo dell’Ascoli. Il cambio di modulo è stato necessario per mantenere un certo equilibrio tattico dal 4-2-3-1 di Fiorin e Maresca si è passati al 3-5-2, modulo preferito da Cosmi che vedendo le difficoltà in fase offensiva dell’Ascoli ha puntato a blindare la difesa, riuscendoci.

 

– Come si sono vissuti questi playout?

I tifosi e la città hanno vissuto con ansia le due sfide salvezza contro una Virtus Entella che a sorpresa ha decretato la retrocessione del Novara e che vanta comunque giocatori pericolosi per le difese come La Mantia, Icardi e De Luca, gli stessi che nel match di andata hanno fatto spaventare i bianconeri in diverse occasioni. Allo stesso tempo si respirava anche una certa tranquillità come se fosse una formalità dalla quale dover passare sapendo che la storia ed il blasone del Picchio meritano la salvezza.

“La festa a fine partita è stata qualcosa di incredibile, nonostante le difficoltà per lo stadio “Del Duca” mal ridotto dopo il sisma con vari settori non agibili e la Tribuna Est ancora in fase di rifacimento. I tifosi, quasi undici mila, sono accorsi per sostenere i bianconeri verso l’ambita salvezza, tornando a riempire gli spalti come non si vedeva da anni per i motivi che ho ricordato e al triplice fischio sono scesi tutti in campo per invadere il terreno di gioco e festeggiare insieme ai giocatori, tra abbracci e pianti”.

 

– Cosa è successo al triplice fischio al De Luca? Ti aspettavi questo finale?

“De Luca è subentrato nel secondo tempo, da subito molto nervoso ha cercato di infastidire i difensori bianconeri e di innervosirli, al triplice fischio è successo quello che era successo anche qualche minuto, nervosismo in mezzo al campo”.

– Come agirà la società in vista della prossima stagione? Ci saranno molti cambiamenti a livello di rosa? Confermeranno Mister Cosmi?

“La società sarà quasi sicuramente soggetta a cambi radicali. Spesso quella attuale è stata contestata per le scelte fatte sia per quanto riguarda il mercato sia per altri fattori, il presidente Francesco Bellini dopo 4 anni si deciso a lasciare. Una promozione e tre salvezze e la decisione maturata nel tempo e probabilmente rimandata negli anni per mancanza di acquirenti. Al momento ci sarebbero diverse trattative in corso, una delle più parlate è quella con Alex Oliva, imprenditore del Ticino già vice presidente del Miami United e dirigente del Chiasso F.C”.

 

– Che campionato ti aspetti l’anno prossimo dell’Ascoli anche a livello generale? Un piccolo pronostico… Chi trionferà in questo finale e raggiungerà l’Empoli e  il Parma in Serie A?

“Se l’Ascoli sarà riformato si spera arrivi una proprietà che abbia voglia di investire e puntare su calciatori di proprietà. Si potrà ripartire da alcune certezze in campo e su alcuni giovani della Primavera che avranno sicuramente un futuro. Credo che la squadra più accreditata a salire in A, sia il Frosinone, la più attrezzata che ha visto sfumare la promozione solo per demerito proprio, certamente dopo i gialloblù metterei solo il Palermo che ha un organico da categoria superiore”.

 

– Stai seguendo i playoff di Lega Pro? Quale pensi sia la squadra che possa raggiungere Lecce, Livorno e Padova in B?

“Sì sto seguendo i play off, penso che la sfida sarà tra Catania e Siena, punterei più sul Catania che merita di calcare altri palcoscenici e con Lodi in regia ha un passo in più. Sono molto sorpresa dal Cosenza, dopo un inizio non bellissimo ha avuto un cambio di rotta con Braglia in panchina e può certamente infastidire le altre”.

Aurora Levati