La storica qualificazione della Nazionale marocchina alle semifinali del mondiale qatariota è il tocco magico di chi da questo anomalo mondiale si aspettava poco o nulla.

E intanto esplode la festa nelle comunità sparse nel mondo

Eh sì, proprio tutto avremmo dovuto vedere! Lo abbiamo detto, pure il Mondiale sotto Natale, quello delle basse temperature e della micidiale combo divano-copertina-partita. E intanto, tra una partita e una snobbata del torneo forse meno limpido della storia del pallone (sul piano organizzativo, s’intende), le sorprese non sono mancano.

E se l’Arabia Saudita ha fatto illudere per un attimo di poter essere una sorta di outsider della competizione, avendo battuto nella partita inaugurale del Gruppo C nientepopodimenoche l’Argentina, il sorprendente Marocco ha invece messo un sigillo storico su questa competizione.

Già la qualificazione agli ottavi e poi ai quarti, è stata vista come qualcosa di inaspettatamente piacevole, ma addirittura arrivare tra le prime quattro del mondo del calcio, sa davvero di impresa già con un piede nella leggenda.

Se poi la squadra che hai battuto è quella di Cristiano Ronaldo, è più di una ciliegina sulla torta.

Insomma, Marocco superstar.

Trascinati da Amrabat, che nel campionato si Serie A milita nella Fiorentina, gli uomini di Regragui hanno offerto prestazioni di tutto rispetto in campo.

Compatti, svegli e affamati, hanno conquistato il proprio posto al sole partita dopo partita.

Un successo meritato, diciamolo, alla luce anche delle clamorose eliminazioni delle blasonate squadre europee e del Brasile.

Germania e Spagna infatti, fuori dagli ottavi e dai quarti, i carioca superfavoriti buttati fuori dalla Croazia del condottiero Modrić.

Il calcio europeo che arranca e quello africano che si fa spazio concretamente nel panorama mondiale.

E allora largo anche ai giusti festeggiamenti per questo storico traguardo. Le comunità marocchine sparse in tutta Europa e non solo, sono in festa.

Festa vera, sentita, forse non solo per la propria nazione ma per l’intera Africa, per il Nordafrica, così tanto vicino al vecchio continente e non solo per posizione geografica.

Una rivalsa sportiva ma anche sociale e culturale che è già storia.

E se alla semifinale li attende la Francia, anch’essa squadra tra le favorite per la vittoria finale, il Marocco oggi ispira simpatia, tifo improvvisato tra gli eliminati e i non partecipanti (beh, italiani in primis, ahinoi!).

È che è naturale molto spesso desiderare che Davide vinca ancora contro Golia.

Magari non “Semo tutti marocchini” ma fa piacere la novità, la sorpresa, la consueta realtà ribaltata e stravolta.

Del resto, la massima di chiambrettiana memoria funziona ancora dopo 25 anni: “Comunque vada, sarà un successo!”

 

Simona Cannaò