A volte bisogna fare uno strappo alle regole e un’eccezione è stata fatta nel caso di Jake Livermore, centrocampista dell’Hull City. Il giocatore sarebbe stato fermato al test antidoping dopo essere risultato positivo alla cocaina nello scorso mese di maggio, al termine del match vinto 2-0 contro il Crystal Palace.

Un duro colpo per la squadra di Steve Bruce, che in questo finale di stagione potrebbe dover fare a meno del centrocampista. Livermore, acquistato dall’Hull City nell’estate del 2014 per 8 milioni di sterline, ha rischiato persino il licenziamento da parte del club, che lo aveva immediatamente sospeso dopo la positività:

In seguito alla sospensione da parte della FA – si legge in un comunicato pubblicato sul sito ufficiale – il club ha deciso di sospendere a sua volta Jake Livermore in attesa di ulteriori indagini da parte degli organi competenti“.

Il calciatore 26enne non è stato però squalificato per quanto accaduto. La federazione, solitamente inflessibile su queste tematiche, avrebbe potuto sospenderlo per due anni, ma così non ha fatto. Livermore aveva infatti perso da pochi giorni il figlio appena nato e la FA si è trovata di fronte a un dilemma morale: se squalificare il giocatore oppure riconoscergli le attenuanti per la tragedia appena vissuta.

Una sentenza sconcertante, che trova la sua spiegazione nelle “straordinarie” circostanze attenuanti che gli sono state riconosciute: il dolore subito, secondo la FA, è stato giudicato così grande da attenuare la gravità del reato, convincendo così l’autorità a dare una seconda possibilità al giocatore.

Barbara Roviello Ghiringhelli