Ciao Azeglio, e grazie per quelle Notti Magiche che non riavremo più.

 

Ci ha lasciato Azeglio Vicini, indimenticabile CT di Italia 90. Il CT di quelle Notti Magiche (inseguendo un gol) fatto di emozioni e di delusioni, di gioia e di lacrime, di Campioni ritrovati ed esplosi. Era l’anno quello in cui Vialli e Mancini cedettero il passo a Schillaci e Baggio, gli occhioni sgranati e il Divin Codino, protagonisti assoluti di una strofa calcistica senza eguali.

Erano gli anni in cui molti bambini si avvicinavano al calcio e scoprivano il tifo verso una determinata squadra del cuore, fra questi c’eravamo anche noi. Piccole ma già determinate e agguerrite a fare del pallone una delle nostre passioni e chissà che la colpa di tutto questo non sia proprio di quelle Notti Magiche!

 

#ciaoAzeglio!

 

Giusy: Che dire se non che è stata tutta colpa di Italia ’90 se io e tutta la baracca che ho messo su siamo qui? Quegli occhioni sgranati e quel riccioletto moro hanno spaccato il mio cuore e da allora niente fu più lo stesso. Ricordo mio padre che girava con i suoi colleghi per il nostro Belpaese e io seguivo da lontano euforica questi spostamenti, aspettando un gadget o un peluche. Avevo 6 anni e delle partite non posso ricordare quasi nulla, quello che posso dire oggi, a distanza di 27 anni, è che avremmo ancora bisogno di uomini prima che allenatori come Azeglio Vicini, di uomini prima ancora che calciatori come Roberto Baggio. Signori fuori prima che sul campo. Il calcio di oggi non mi e non ci rappresenta più. Non abbiamo bisogno di primedonne, non abbiamo bisogno di fenomeni fuori dal campo, né di Instagram e tatuaggi che nemmeno riusciamo più a distinguere un polpaccio da un addominale. Vogliamo la poesia, la magia, l’odore dell’erba che nel ’90 quasi ti sembrava di annusarla dal televisore. Con Vicini scompare uno degli uomini di un calcio che non riavremo più.

Daniela: I ricordi più importanti che ho di quel Mondiale sono sicuramente legati all’Italia e all’Argentina, io vivevo ancora a Napoli con i miei genitori e nell’aria c’era una strana atmosfera, osservavo la mia città praticamente spaccata in due: chi tifava Italia e chi Maradona, quindi gli argentini. Per me fu una doppia delusione non solo perché venne sconfitta l’italia di Schillaci e Baggio, mio idolo incontrastato, ma anche perché vedevo i miei concittadini preferire l’idolo argentino piuttosto che i loro colori.

Claudia: Avevo 9 anni ed ero già tifosissima della Samp, eravamo reduci dalla vittoria di Coppe delle Coppe, e quindi ero molto molto tifosa di tutto!  Quel Mondiale lo aspettavo da un anno. Non vedevo l’ora di vedere in Nazionale Vialli e Mancini anche se poi purtroppo non hanno fatto un granché e vennero presto sostituiti da Baggio e Schillaci. Ricordo con viva emozione ogni partita, stavano tutti insieme in campagna e andavano in città a fare i caroselli quando vincevamo. Ricordo bene purtroppo anche la delusione della semifinale persa ai rigori con l’Argentina. Piansi tanto ma è stato coinvolgente anche vedere la finalina per il 3° e 4° posto. Un bel ricordo che porterò sempre con me.

Francesca: Avevo 11 anni quando il mio paese ospitò i Mondiali. Ho amato quella Nazionale soprattutto per la classe e la gentilezza che quell’uomo in panchina mi trasmetteva. Italia 90 per me sarà sempre il ricordo di mister Vicini.

 

La redazione