Archiviato oramai Euro2016 e un Conte lasciato alle spalle, è tempo di guardare al futuro e il #RoadtoRussia2018 inizia ripartendo da chi, dalla Francia ne era uscito melodrammaticamente colpevole. Comincia così l’avVentura azzurra per il Mondiale 2018 e ad aprire le danze è proprio lui, l’eroe spodestato, lui che, con quel mimo di scavetto la fossa se l’era, non a caso, scavata da solo.

Dopo un primo quarto d’ora in balia dell’avversario, Graziano Pellè ritrova la grazia che di natura gli appartiene: l’arte del gol e, dopo un imballo iniziale e in attesa di ingranare la marcia giusta (ingrano che, forse, non è mai arrivato del tutto), basta una zampata e lo scavetto è acqua passata.
Non basta però il gol a far risplendere gli azzurri che vengono obnubilati dal bagliore emanato dai padroni di casa, ciononostante ci pensa Bonaventura che, servito da Verratti entra nell’area piccola ma viene affossato, fischietto in bocca e dito puntato sul dischetto.
A battere dagli undici metri il neo interista Antonio Candreva che non sbaglia e regala un’altra gioia. Al 35’ la gioia azzurra si affievolisce quando, il mattoncino del grande muro imperiale al quale il bel Paese è abituato si sgretola e commettendo fallo, Giorgione si prende il giallo per poi servire l’occasione da gol agli iraniani, 2-1. Come se non bastasse il giallo guadagnatosi poco prima, e il regalo alla divisa sbagliata, al 55’ commette un secondo fallo da ammonizione che arriva e giù sotto la doccia. Italia in dieci. A soffrire dell’inferiorità numerica è proprio la difesa ma ci pensa il solito insormontabile Buffon a blindare ogni possibilità di pareggio.
All’83’ quando lo sfinimento è quasi all’apice ci pensa Ciruzz a “Immobilizzare” e neutralizzare definitivamente l’avversario, 3-1 e sospirar si può. Chi si accontenta gode, ma non sempre, Immobile ci riprova qualche minuto dopo il gol tentando la doppietta ma l’uno contro uno con il portiere non riesce e tentando il tiro a volo non centra lo specchio della porta.

Triplice fischio ed è gioia azzurra nonostante la prestazione non sia stata poi così soddisfacente e appagante, a far sorridere i cuori azzurri all’unisono e senza differenze di colori tantomeno di schieramenti è il ritorno in campo di Leo Bonucci il cui reintegro in squadra, avvenuto un paio di giorni fa, è un palese preludio di un Matteo sicuramente più stabile e più forte. La gioia italiana questa sera, forse, non riguarda più soltanto una partita di novanta minuti.