Intervista esclusiva allo chef stellato che parla del suo amore per la Roma e dell’emozionante stagione giallorossa

 Antonello Colonna è uno degli chef più rappresentativi della cucina italiana. I suoi inizi come cuoco risalgono al lontano 1985, quando ereditò l’attività di famiglia, aprendo, a Labìco, il ristorante Antonello Colonna che, già nel 1874, era una locanda per viaggiatori gestita dal bisnonno. 

Simbolo dell’italianità, la sua attività di ristoratore ha valicato i confini dello Stivale: nel 1987 apre a New York Albero d’oro (ora conosciuto come “Vabene”), ristorante ebraico-romano situato sulla 2nd Avenue. 

Gli anni ’90 lo vedono deliziare i palati di capi di governo, teste coronate e calciatori«…nei Mondiali di Italia ’90 sono stato il cuoco ufficiale della Nazionale. Ricordo Stefano Tacconi, il portiere, uno tra i palati più raffinati che io abbia mai conosciuto.».

Poi, la sua attività è stata sempre un crescendo che lo ha portato a grandi traguardi e aperture (nell’ottobre del 2007 inaugura il ristorante Open Colonna, ad aprile 2012, nel parco naturale di Labìco nasce l’Antonello Colonna Resort & Spa, in occasione di EXPO 2015 a Milano, ha coordinato un temporary restaurant sulla terrazza del Palazzo Beltrami) ma anche a prestare la sua passione alla Tv: dal 1991 al 1996 cura la rubrica gastronomica del programma televisivo Più sani e più belli  e recentemente è alla conduzione di  Hotel da incubo Italia.

Un talento e un precursore, chef Colonna ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi dalle guide del settore: la Stella Michelin, le 3 forchette del Gambero Rosso e i 2 cappelli dell’Espresso.

Non solo la passione per l’arte culinaria ma anche quella per il calcio che, ci dice, «nell’agonismo, nel gioco di squadra, ha affinità con la cucina».

Il suo cuore è giallorosso, un legame con la squadra capitolina che ha origini lontane ma che è diventato amore nel 1974 quando «all’età di 18 anni, appena diplomato alla scuola alberghiera, ebbi la fortuna di lavorare nell’Hotel storico del ritiro giallorosso, “Villa Fiorio”. Per un ragazzo giovane, ritrovarsi a lavorare in un ristorante in cui veniva una squadra di Serie A, in cui militavano tanti campioni, fu un vero e proprio colpo di fulmine… ».

Un legame che lo ha portato a organizzare il matrimonio del nipote del presidente Viola e a stringere amicizie come quella con la famiglia Sensi ma anche quella, forte, con Francesco Rocca detto Kawasaky: «…l’ho conosciuto quando avevamo all’incirca la stessa età, 18-19 anni…è un giocatore che nessuno può dimenticare per la sua forza, per il suo agonismo e per la sua passione…con lui, ancora adesso, oltre a frequentarci, ci scambiamo pareri di calcio e non solo. Lui ormai è un filosofo di questa fantastica disciplina».

A due gare dal termine, la sua conoscenza e la sua passione scendono in campo per il big match di campionato che vedrà la sfida tra Roma e Juve.

Con lo chef abbiamo dato vita a una chiacchierata calciogastronomica sulla squadra giallorossa.

Guardando la classifica, domenica sera i giallorossi e la Juve possano accontentarsi di un punto che darebbe matematicamente la Champions a Di Francesco e lo scudetto ad Allegri: che gara si aspetta? Si accontenta del pari?

La Juve ultimamente festeggia troppe volte all’Olimpico… Sarebbe bellissimo vederle festeggiare insieme, quindi, un pari sarebbe  davvero perfetto.

Roma e Juve hanno avuto tra le loro fila due numeri 10, simboli e bandiere: Totti, Del Piero. Qual è il ricordo più bello che conserva del capitano giallorosso? Quale dolce, a Suo avviso, lo rappresenta?

Parto dall’ultimo ricordo, quello dello scorso 21/03/2018, la consegna della sua maglia, appunto la 10, che oltre alla dedica porta il mio nome: “Colonna”.

Per il dolce? …Il mio Diplomatico al caramello salato.

Di Francesco: quale spezia associa all’allenatore della Roma e che voto gli dà per la prima stagione da allenatore giallorosso?

Se valutiamo l’attività dell’intero anno, il mio voto è 10. La spezia?.. La menta romana: è evidente che lui ama Roma e i suoi profumi.

Quale giocatore bianconero porterebbe alla Roma?

Sicuramente il nostro gioiello Benatia.

Alisson: quale ingrediente sarebbe il portiere che ha disputato una grande stagione?

Il Sale, un grande sale chiaramente.

Dzeko-Higuain: scambierebbe gli attaccanti? Se dovesse associare il bomber a un piatto , quale pietanza sarebbe?

Ma, Dzeko tutta la vita! L’ingrediente? Il Prezzemolo. 

Siamo, ormai, alla penultima giornata: come giudica la stagione disputata dalla Roma? 

Emozionante! 3 goal al Barcellona, 4 al Liverpool … poi il resto, mi dispiace ma non lo ricordo.

La Roma da una parte, la dispensa dall’altra:  le diamo l’opportunita di creare un piatto che la rappresenti.

Il “mio” Cacio e Pepe.

Forza Roma!!!

Caterina Autiero