Si sono intensificate le indagini sul crac Parma per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale.

È giunta ieri sera la notizia dell’apertura dell’indagine sull’ex presidente Tommaso Ghirardi. Prosciolti invece gli 11 ex campioni di Tanzi nel caso Parmalat.

Il presidente FIGC Tavecchio ha detto si all’incontro di domenica tra il Parma e l’Atalanta nel tentativo di salvare il resto del campionato per la società crociata; visto già il rinvio dell’incontro di domenica scorsa contro il Genoa, voluto soprattutto dai giocatori del Parma.

Ma bisognerà comunque aspettare gli esiti dell’assemblea di Lega di serie A in programma per domani, fondamentale per il “caso Parma” e per la grave situazione dello stesso Tavecchio e  della FIGC che rischia di essere commissariata, come previsto nei casi di accertato malfunzionamento e gravi irregolarità, oltre alla violazione dell’ordinamento sportivo da parte degli organi federali.

Com’è potuta verificarsi una cosa del genere? Solo a maggio la commissione licenze presso la FIGC non aveva dato il via libera all’iscrizione del Parma all’Europa League causa l’aver certificato, su denuncia della Covisoc, il ritardato pagamento di 300.000€ di alcune ritenute.

A dicembre 2014 il Parma FC aveva accumulato già più di 1 milione di debiti nei confronti di banche, fisco, fornitori e personale: dal 2007 al 2014  sono aumentati del 1200%.

Rimasto a galla, finora, grazie alla cessione, negli anni, di una trentina di giocatori (tra i quali Belfodil, reinserito poi per cedere invece il più redditizio Crisetig all’Inter, Sansone al Sassuolo, Rosi al Genoa, Parolo alla Lazio, Okaka alla Sampdoria, Chibsah al Sassuolo e molti altri), come altre grandi della serie A, non è comunque riuscita a pagare l’affitto dello stadio Tardini dal 2011, né le imposte di pubblicità o i pullman, secondo quanto riportato dall’Assessore di bilancio del comune di Parma Marco Ferretti.

Ne consegue la valutazione da parte del comune stesso di azioni legali contro la società, che ha già dovuto subire il pignoramento degli spogliatoi di Donadoni, staff e squadra, venerdì scorso.

Il sindaco di Parma Pizzarotti non cela i suoi dubbi di fronte alla dichiarazione di Manenti, terzo presidente del Parma FC solo in questa stagione, di voler presentare un piano di risanamento in Tribunale nè sulla provenienza dei fondi necessari. Molto probabilmente gli stessi dubbi che hanno portato Parmainfrastrutture a revocare la concessione dello stadio Tardini alla società, oltre ai debiti sopracitati.

Senza contare la scadenza del 19 marzo quando, secondo fonti giudiziarie, ci sarà l’udienza per la richiesta di fallimento presentata dalla Procura per inadempienze fiscali.

Pizzarotti, intanto, nonostante le varie opposizioni, si sta impegnando in questi giorni per garantire una casa per le partite che la squadra dovrà disputare tra una trasferta e l’altra. Il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, in risposta ha offerto lo stadio Garilli. Offerta prontamente rifiutata dai giocatori crociati in rispetto dei propri tifosi.

Il problema fondamentale non sembra derivare tanto dai debiti, altre squadre ne hanno di maggiori, quanto dall’assenza di flussi di cassa che porta ad una totale assenza di risorse.

Il Parma deve ritenersi la punta dell’iceberg della tragica situazione del calcio italiano, in particolare della serie A.

Come già accennato, altre squadre si trovano oggi a dover affrontare situazioni molto simili a quella del Parma.

Anzi, per essere precisi, ben 12 squadre su 20 hanno il bilancio in rosso con cifre superiori a quelle del Parma: Lazio, Juve, Roma, Inter, Genoa e Milan.

In 8 hanno chiuso il bilancio in positivo, con il Napoli capolista a +20,2%.

La serie A complessivamente fattura 1,7 miliardi ma i costi sono nettamente superiori. La percentuale maggiore deriva da pubblicità e diritti tv, mentre solo una minima parte dagli stadi; all’estero c’è un maggiore equilibrio nella diversificazione degli investimenti, senza contare le operazioni di internazionalizzazione, soprattutto in Asia, come hanno recentemente fatto Roma ed Inter, a seguito delle squadre di Bundesliga e Premier League.

Queste stesse riflessioni hanno portato il presidente Pallotta verso il progetto di uno stadio di proprietà, sulla scia probabilmente della più illuminata Juventus, e ad abbracciare nuove idee di marketing.

Il caso Parma ha portato alla luce molti problemi del sistema calcio in Italia.

Il Milan negli ultimi anni non ha fatto altro che sacrificare uno ad uno i big della squadra solo per riuscire a chiudere i mercati in positivo, ora la cosa preoccupa non poco i suoi giocatori, specialmente il neo acquisto Destro, corteggiato per mesi, e che ora vive nell’incertezza, come tutti i suoi compagni, del futuro.

È evidente la necessità del calcio italiano di evolvere, di aprirsi un varco nel mercato internazionale, che negli ultimi anni lo ha spinto dal 1° al 4° posto in un contesto mondiale.

Valentina De Santis