Oggi allena l’AEK Atene dopo due anni in Russia, allo Spartak, dove, dopo essere stato vice di Alenichev, è promosso alla guida della squadra conquistando il cuore dei tifosi dopo una storica cavalcata trionfale culminata con la vittoria del campionato.

Lui che non era mai stato su una panchina se non al fianco di altri.
Prima di Alenichev, per anni era stato il braccio destro di Antonio Conte, affiancando il salentino sia alla Juventus che in Nazionale.

“Antonio diventò allenatore della Juventus nel maggio 2011.
Ci siamo sentiti e gli ho manifestato che mi avrebbe fatto piacere lavorare con lui.
Antonio mi ha detto subito sì e sono entrato nel suo staff con Angelo Alessio e Cristian Stellini. Avevamo giocato insieme alla Juve e ci conoscevamo bene.”

Già perchè Massimo Carrera, prima di una gavetta che lo ha fatto diventare uno stimato tecnico, ha calcato, da giocatore, i campi di calcio, sempre partendo dal basso ma arrivando a vincere numerosi trofei.

Nato a Sesto San Giovanni il 22 aprile del 1964, la sua carriera da calciatore è durata 26 anni: dal 1982 – muovendo i primi passi nella Pro Sesto – fino al 2008, quando, all’età di 44 anni, ha lasciato il calcio giocato.

Dalla sua città, dopo anni di esperienza nelle serie minori, esordisce in Serie B nel 1985 con la maglia del Pescara. Qui sarà compagno di squadra di un altro grande mister dei nostri tempi, un tale Gian Piero Gasperini.

Successivamente si afferma nel Bari.
In Puglia vivrà cinque stagioni mostrandosi un difensore versatile: schierato per gran parte della sua esperienza barese da terzino esplose da libero nella stagione ’90-’91.

Lo noterà la Juventus  e Carrera diventerà una leggenda della Vecchia Signora avendo contribuito con le sue gesta a scrivere alcune delle pagine più belle e vincenti della storia del club.

“Per me, tifoso juventino, era il sogno della vita indossare quella maglia.
Non solo l’ho fatto per 5 anni, ma ho pure vinto qualche trofeo.
Insomma, quel periodo è davvero difficile da dimenticare”.

La sua prima stagione bianconera culmina con la convocazione di Arrigo Sacchi in Nazionale.

Al termine dell’annata successiva solleverà il primo trofeo internazionale, la Coppa UEFA. Carrera, schierato come terzino destro si confermò una delle pedine più affidabili a disposizione di mister Trapattoni.

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Nell’estate del 1994, con l’arrivo sulla panchina bianconera di Marcello Lippi, viene schierato come libero, al centro della difesa, preferito a Fusi.

Con la sua buona visione di gioco e il suo senso dell’anticipo continua a essere uno dei pilastri della squadra che al termine della stagione conquisterà sia Scudetto che Coppa Italia.

Negli anni successivi, con l’arrivo di Montero e Vierchowod, perde il posto da titolare ma non la sua importanza: subentra spesso dalla panchina e si fa sempre trovare pronto.

Prima di andare all’Atalanta, con la sua Juve avrà modo di festeggiare una Supercoppa di Lega e la Champions League.

Lasciò la Signora con 166 presenze, un goal e un palmarès di tutto rispetto.

La sua personalità, la sua grinta e la sua esperienza lo portano a diventare subito leader e bandiera della Dea. Indossa la fascia da capitano e veste la maglia orobica per otto stagioni.

L’età però avanza e la carriera di Carrera inizia una parabola discendente.
Una stagione, nel 2003, al Napoli; una stagione, nel 2004, al Treviso; nel 2005, ormai quarantunenne, approda alla Pro Vercelli con cui, al termine del campionato di Serie C2 2007-2008, lascia il calcio giocato. 

Ma il calcio è la sua vita e la Juve la sua Signora, così Carrera si reinventa e il 18 giugno 2009, diventa nuovo coordinatore tecnico del settore giovanile bianconero. 

massimo carrera
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Finchè, nel 2011, con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina, diventerà coordinatore tecnico della prima squadra.

Sarà l’inizio di una nuova carriera di successo, non più da calciatore nè da vice bensì da guida. Per ora all’estero ma sempre con la Juve nel cuore.