Avrebbe dovuto guidare la nazionale russa fino ai mondiali di Mosca 2018 invece, dopo tre anni, Fabio Capello lascia l’incarico.

Rescissione consensuale del contratto tra il ct e la Federazione di Mosca che, nel luglio 2013 aveva puntato su uno degli allenatori più vincenti d’Europa legandolo fino al 2018. L’esperienza nell’edizione dello scorso anno in Brasile che ha portato una deludente eliminazione ai gironi ha dato il via a molte tensioni tra le parti. I dissapori sono aumentati con i ritardi nei pagamenti dello stipendio faraonico dell’allenatore ma sono stati placati dall’intervento del magnate Usmanov (patron dell’Arsenal nonché l’uomo più ricco di Russia) che ha prestato alla Rfu i soldi necessari per pagare stipendio e arretrati di Capello e del suo staff. Così il lavoro del tecnico friulano sulla panchina russa è potuto proseguire guidando la nazionale alle qualificazioni di Euro 2016. Il campo ha però decretato il ko della Russia con l’Austria e un totale di 8 punti (di cui 3 a tavolino) in 6 partite: è al momento terza nel gruppo G di qualificazione per gli Europei e rischia di dover giocare gli spareggi di qualificazione con le altre squadre arrivate al terzo posto nel loro girone. Dal suo arrivo nel 2012 a oggi la percentuale di vittorie della nazionale russa era passata dal 66% al 42%: inevitabile la rottura definitiva.

Per Capello, che con le squadre di club ha vinto trofei a ripetizione in Italia e in Spagna (Milan, Real, Roma, Juve), si tratta del secondo flop come ct, dopo la deludente esperienza alla guida dell’Inghilterra.

Caterina Autiero