Gli anni di Ranieri non sono ricordati piacevolmente dai bianconeri forse perchè il tecnico romano è stato su quella panchina in una fase molto particolare del club: appena ritornato in A dopo la retrocessione figlia di calciopoli e una società prima che una squadra in ricostruzione.

Claudio Ranieri è stato alla guida della Juve per quasi due stagioni: arrivato dopo Deschamps ha subito riportato la squadra in Champions, piazzandosi al terzo posto e superando i preliminari ma nel secondo anno pesarono sette risultati negativi di fila in campionato (sei pareggi e una sconfitta) ai quali si aggiunge la sconfitta in semifinale di Coppa Italia contro la Lazio. A due giornate dal termine del campionato, con la Juve terza in classifica, fu esonerato.

Quanto tempo è passato, quante cose sono cambiate eppure solo oggi, a distanza di tanto tempo, scopriamo che il motivo dell’esonero fu di altra natura. In un’intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport‘ l’allenatore ha rivelato: “Non eravamo più d’accordo sui piani di mercato. Mi fu detto che i giocatori li decidevamo e prendevamo in tre: io, il ds Secco e l’amministratore delegato Blanc. Arrivò una scelta su cui non concordavo, mi dissero che loro due invece erano d’accordo. E io risposi: “Benissimo, allora vado via io”. Poi che mi esonerarono a due giornate dalla fine conta poco”. Insomma, altro che risultati non in linea con le alte aspettative bensì una presa di posizione importante su un calciatore.

Ma di chi si trattava? “Posso anche dirlo, era Cannavaro. Era un grande giocatore, ma io facevo un discorso di linearità, non mi sembrava giusto: erano scesi in B in sei riportando la squadra in A. Perché riprendere uno che intanto era andato al Real e avevo vinto uno scudetto? Poi fece anche bene Cannavaro, il mio era un discorso di correttezza. ”  

Un pensiero condiviso da molti tifosi bianconeri:

Quante cose sono cambiate dall’epoca per la Juve ma anche per Ranieri e per lo stesso Cannavaro.

Caterina Autiero