Troppo spesso gli stessi addetti ai lavori perdono di vista il senso dello sport tanto che i gesti di fair play, troppo occasionali, fanno più notizia di un gesto tecnico. Episodi di anti fair play, o che dir si voglia antisportivi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Non citiamo le continue perdite di tempo a cui assistiamo quasi in ogni partita in cui c’è una squadra in vantaggio e nemmeno i modi poco idonei con i quali vediamo alcuni giocatori rivolgersi ai direttori di gara ma ci soffermiamo sulle continue “sceneggiate” che si vedono ogni domenica sui campi quando al minimo tocco dell’avversario si cade a terra, si rotola (come se improvvisamente un calciatore non fosse più un “essere” muscoloso e atletico) e alle numerose, troppe simulazioni. Purtroppo però non sono solo questi i gesti che offendono i valori che il calcio vorrebbe trasmettere.

Sputi, testate, gol con avversari malconci (per davvero), schiaffi e morsi, ce n’è per tutti i gusti. Dopo aver stilato la Top Ten dei gesti esemplari e leali della storia del calcio ora ripercorriamo i 10 gesti anti-fair play ai quali non avremmo mai voluto assistere.

  • Simulazione: lo scettro se lo aggiudica Fredy Guarin. Il colombiano, nel secondo tempo della partita tra Inter e Qarabag (gara d’Europa League del 2014) è stato protagonista di una clamorosa simulazione. E’ rimasto a terra, nei pressi dell’area avversaria, per quasi due minuti, lamentando dolori muscolari e restando con aria dolorante in posizione di stretching convincendo tutti, tranne i suoi compagni, che hanno proseguito il gioco. Gli avversari hanno seguito l’azione titubanti tanto da rischiare di essere beffati. Guarin improvvisamente, per fortuna, è risorto (miracoli dello stretching fai da te): da dolorante a terra si è alzato e in piena forma fisica era pronto a colpire ai limiti dell’area sorprendendo tutti, avversari impreparati e il pubblico che lo credevano out. Al termine della gara dichiarò “Ho preso un bel colpo, mi scuso con gli avversari per essermi poi rialzato subito, avevano ragione, non è stato un gesto di fair play, mi è arrivata la palla e ho pensato subito a giocarla e non va bene” 
  • Sputo: sembra che molti campioni siano allenati anche nel “lancio della saliva“. Molti sono stati coloro che hanno deciso di “rinfrescare” un avversario con un po’ della propria saliva . Il primo a sfoggiare la sua abilità è stato Frank Rijkaard. Durante i Mondiali di Italia ’90, nella partita tra Olanda e Germania Ovest, l’orange ‘lanciò’ la sua saliva colpendo la testa del tedesco Rudy Voeller. Sembra, inoltre, che l’ex milanista fu protagonista negativo anche nel nostro campionato durante un Verona-Milan 2-1: l’arbitro del match, Rosario Lo Bello raccontò: “Rijkaard mi sputò due volte addosso“. Un solo, deciso, diretto, sputo è quello che il capitano della Roma, Francesco Totti ha rifilato al danese Poulsen, durante gli Europei del 2004. Il gesto fece il giro del mondo (più del suo selfie e di un suo cucchiaio) e gli costò diverse giornate di squalifica ma non gli valse il primato di “Re dello Sputo“, data la concorrenza.

download (1)Eh già perchè i tifosi della Capitale ricorderanno anche lo sputo tra Zago e Simeone durante un derby Roma-Lazio del 1999. Ma al lungo elenco di specialisti nel “lancio della saliva” ci sono anche Walter Samuel (colpevole di aver preso di mira la schiena di Pavel Nedved e si beccò 3 giornate di squalifica) e Gianluca Comotto che in un Torino-Ascoli del 2005 decise di rinfrescare Michele Fini.

  • Morso: Suarez è lo specialista indiscusso! Celebre quello rifilato a Chiellini nel match mondiale tra Italia e Uruguay. Ma quello fu solo l’ultimo di una lunga serie. Nel suo palmarès ci sono anche i famosi casi di Bakkal, Ivanovic. 

Suarez ha di certo fatto scuola.  Il venezuelano Juan Arangha imitato il collega uruguaiano azzannando la spalla del difensore messicano Jesus Zavala durante la sfida tra Xolos Tijuana e Monterey. Zavala ha mostrato all’arbitro il segno della dentatura ma il venezuelano se l’è cavata senza alcuna sanzione. Si pensava che un altro “Cannibale dei campi di calcio” potesse essere Carvajal ai danni di Mandzukic ma, lo stesso attaccante, allora in forza all’Atletico Madrid, nel dopopartita del derby di Champions contro il Real, scagionò l’avversario.

  • Testata: quando si parla di classe e di testate il Re è senza dubbio Zidane. Quel gesto ai mondiali di Germania 2006, quando ha colpito volontariamente Marco Materazzi ed è stato espulso pregiudicando la gara dei transalpini, è stata la conclusione peggiore per la sua carriera. Una testata che ha fatto male, al difensore italiano ma anche agli amanti del calcio. Si sa, le testate fanno male. Ne sa qualcosa Gianluca Comotto vittima di una capocciata ricevuta da Gibbs in una partita amichevole tra Perugia e Castel Del Piano.

L’inglese Alan Pardew, ex calciatore e oggi allenatore del Crystal Palace colpì David Mayler, calciatore dell’Hull City. Fu espulso e squalificato fino al termine della stagione.

  • Pugno: De Rossi forse avrebbe voluto fare il boxeur. Il cazzotto a Icardi nella partita di marzo 2014 (partita in cui anche il brasiliano Juan Jesus sferrò un cazzotto a Romagnoli) arrivò dopo quello a Mauri nel derby dell’11 novembre 2012 dopo il colpo rifilato a Srna negli ottavi di finale di Champions del febbraio 2011 contro lo Shaktar e dopo la gomitata a Bentivoglio del Bari nel maggio dello stesso 2011. A questi episodi aggiungiamoci pure l’altra gomitata a McBride in Italia-Usa ai Mondiali in Germania nel 2006. Una scena da boxe è avvenuta sul campo di Al Arabi-Al Gharafa, campionato del Qatar: protagonisti, due giocatori non certo sconosciuti. Uno è Nenè l’altro è una vecchia conoscenza del campionato italiano, Kharja.

Scene che non appartengono al calcio così come quelle viste del match di coppa tra Arsenal Malu e Union Springs in Romania. L’arbitro assegna un rigore a favore dell’Arsenal Mau. Il mister avversario perde la testa entra in campo e prende a pugni l’arbitro finchè non intervengono le forze dell’ordine ad allontanarlo.

  • Schiaffo: il campione del mondo tedesco, Lukas Podolski rifilò uno schiaffo al calciatore del Celta, Cabral. Anche Totti è presente nella lista degli “schiaffeggiatori illustri”: nell’aprile 2005 è stato il protagonista di un calcio e successivo schiaffo ai danni dell’ex compagno di squadra, Francesco Colonnese, all’epoca difensore del Siena. Per niente pentito per aver dato uno schiaffo all’avversario è il francese Ribery. Durante la semifinale tra Bayern Monaco e Real il francese colpì Carvajal e a fine partita dichiarò: C’è stata tensione, nervosismo. Sì, ho dato uno schiaffo (a Carvajal, ndr), ma non mi pento della mia azione, anche lui mi ha dato uno schiaffo.” E, come dimenticare la simpatica scenetta che vide coinvolti Ibra, Aronica e il malcapitato Nocerino?

  • Gol di mano: nella top ten dei gesti più leali abbiamo citato chi, dopo aver segnato con la mano, aveva avuto l’onestà di far annullare il gol in quanto non valido. Ci sono campioni che ammettono l’aiutino dell’arto superiore e altri che invece hanno scritto la storia del calcio invocando il Creatore. Famosissima la “Mano de Dios“che permise a Maradona di segnare nei quarti di finale del Mondiale 1986 ai danni dell’Inghilterra.  Forse Dio aiutò anche Henry e la Francia a qualificarsi per i Mondiali in Sudafrica.

Non aiutò di certo Gilardino che dovrà fare molti gol per far dimenticare ai tifosi rosanero un gol di mano subito dall’attaccante allora in forza alla Fiorentina. Era il 2008. La prova tv inchiodò il gol rubato e il giocatore si prese 2 turni di squalifica. Nel giugno 2007 anche il campione dei campioni, Messi segnò contro l’Espanyol una rete simile a quella del suo connazionale, Diego.

  • Rissa: forse sono tra i più comuni gesti deplorevoli che vediamo sui campi di calcio: travolgono tutto e tutti e forse, ahinoi non finireste più di leggere.

  • Gol con avversario a terra: nel nostro campionato un episodio che sicuramente ha avuto più strascichi è avvenuto nella partita tra Palermo e Fiorentina. Il rosanero Guana nel ricevere palla e agganciarla compie un movimento innaturale, si stira e cade a terra. I suoi compagni si fermano mentre il viola Mutu riparte con palla al piede, fa 40 metri, supera due avversari al limite dell’area e segna un bellissimo gol. I palermitani si scatenano ma, dopo che l’arbitro Messina riporta la calma, si ricomincia a giocare. Nel finale di partita però il tecnico dei siciliani, Guidolin, sottolinea il mancato gesto di fair play da parte dei viola, di Mutu e di Prandelli (allora tecnico della Fiorentina):” Ho chiesto a Prandelli di fermare la sua squadra e di farci segnare. Spero di avere la forza di farlo io, se mi troverò nella stessa situazione. Non sarei un uomo se non fossi capace di farlo. Con Prandelli non parlerò più“.
  • Razzismo: e questo è davvero un tema caldo. Si fanno tante campagne di sensibilizzazione, si chiudono curve, si condannano i buuu ma anche quelli che dovrebbero dare l’esempio spesso sono caduti in peccato. Il cannibale Suarez si beccò 8 giornate di squalifica accusato di razzismo. Dopo uno scontro di gioco, il difensore francese dello United Patrice Evrà gli chiese spiegazioni. La risposta di Suarez fu “perché tu sei negro”. Invitato a ripetere le ingiurie sentenziò “Io non parlo con i negri” per poi ripetere per ben sette volte la parola “Negro”. Non solo il colore della pelle a dar fastidio ma si registrano anche atteggiamenti omofobi. “Frocio … fai l’arbitro solo per guardare i ragazzi in pantaloncini“: così un calciatore scozzese, Dale Ritchie, ha insultato l’arbitro costretto a estrarre il rosso. Ciò che sconcerta di questa storia è che quando Joe Richardson, l’arbitro, si è rivolto all’associazione di categoria per ricevere sostegno è stato fatto fuori.

Innegabilmente ci sarà sfuggito qualcuno, dato che, purtroppo, l’almanacco relativo all’anti fair play è abbastanza folto: siamo proprio sicuri che siano i tifosi i violenti da sanzionare con il DASPO (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) ?

Caterina Autiero