In occasione del compleanno di Bruno Garzena, ripercorriamo la sua storia

Un ragazzino con due passioni: il pallone e la bicicletta.

Il primo usato per tirare calci e simulare le gesta dei beniamini della Serie A, in un oratorio di Torino.

La seconda utilizzata per tentare di emularli sul serio, quei campioni.

Bruno Garzena ha perseverato, con la sua bicicletta.

Ha partecipato diverse volte a quei provini della Juventus, la squadra che lo faceva sognare. Fino al momento in cui ha firmato la cartolina verde che ha sancito il legame con i colori bianconeri.

Garzena, classe 1933, dopo una stagione in prestito con l’Alessandria in Serie B, esordisce nella Vecchia Signora nel 1952, appena diciannovenne, con Carven in panchina; vestirà i colori bianconeri per sei stagioni, vincendo due scudetti e due Coppe Italia.

Garzena è un terzino che tutti sul campo descrivono come potente e vigoroso, grintoso e rapido, molto veloce nello stacco aereo tanto che Brocic, vedendolo giocare, gli affibbia il nomignolo di Falco di Venaria (il paese alle porte di Torino dove è nato).

In un’epoca in cui, per sua stessa ammissione, il calcio era decisamente più romantico e meno tattico di oggi, non stupisce il fatto che Garzena in quasi 200 presenze con la Juventus non abbia mai segnato un gol; il suo ruolo era quello di difendere impedendo all’avversario di segnare.

Un calcio diverso come precisa Garzena a Stefano Bedeschi, autore del libro “Il pallone racconta”: “l football dei miei tempi era molto più divertente e noi ci sentivamo come degli artisti. Era fatto di personaggi mitologici. Mi ricordo che quando andavo al circolo e arrivavano i vari Rosetta, Combi, Depetrini, i fratelli Varglien, mi alzavo in piedi e li salutavo con rispetto e venerazione”.

Garzena ha giocato anche in Nazionale, un’unica volta, il 23 marzo del 1958, a Vienna, in un match di Coppa Internazionale contro l’Austria.

Nel 1960 Bruno entrò nel Vicenza; ritornò alla Juventus nella stagione ’61 – ’62. Successivamente, dopo le stagioni con il Modena e con il Napoli, concluse la sua carriera vestendo la maglia dell’Ivrea.

Di lui il leggendario Boniperti disse: “Bruno Garzena è stato l’archetipo del terzino, se devo dire che cosa è un terzino non posso non parlare di Bruno”.

Silvia Sanmory