Juventus-Genoa è stata una partita che ha suscitato diverse perplessità, e non solo per quanto visto in campo.
Confesso che vedere la fascia di Capitano al braccio di Bonucci mi ha fatto uno strano effetto.
Un effetto che forse già temevo. Speravo di essere smentita, ma tant’è…

Per quanto abbia letto tante spiegazioni ‘logiche’ a quella attibuzione, per quanto mi sforzi, non trovo nulla di logico o di sensato in questa scelta.
E il problema non è né Bonucci, né il comportamento tenuto nella sua stagione al Milan, dal momento che altrove ho già espresso il mio punto di vista sul comportamento dello Stadium nei confronti di ‘Bonucci Capitano rossonero’.
Il problema è aver  pemesso che Leonardo Bonucci scendesse in campo con la fascia al braccio come se nulla fosse accaduto, come se questi ultimi 15 mesi non fossero esistiti, come se tutto quello che ha portato al famoso 14 luglio 2017 fosse stato cancellato così, in un soffio.

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Come dimenticare sgabelli e sgabellini, le vicende di Oporto, la cessione lampo (anche se già annunciata), le parole dell’uno e degli altri
in un botta e risposta durato un anno?

Come dimenticare la frase di Andrea Agnelli, davanti a tutti gli azionisti della Juventus S.P.A., che sorridendo maliziosamente sottolineava come il signor Bonucci fosse andato a spostare gli equilibri altrove?
Come guardare un giocatore che, dapprima, viene identificato come elemento di disturbo all’interno di uno spogliatoio e in seguito scende in campo con al braccio quello che fu emblema di bandiere?

Scusatemi, sono oltremodo confusa.

Qual è la coerenza di questa scelta? Me lo chiedo e non trovo risposta.
Una delle tante che non troverò mai…

Mi chiedo se un tempo queste cose sarebbero accadute ugualmente, in quel tempo in cui quella fascia aveva un valore simbolico quasi sacro, che andava abbondantemente al di là di quel pezzo di stoffa bianco con una fredda, generica scritta azzurra.

C’era un nome e un cognome scritto su essa, un’anima che trapelava e che era la stessa della Vecchia Signora, ai tempi in cui regnava quello Stile di cui tanto ci riempiamo la bocca ma che da tempo non troviamo e non rispettiamo più.
Quello stesso stile tanto decantato, quando venne presa la decisione di tenerlo fuori, sullo sgabello, per Porto-Juve.

E allora guardiamo Bonucci scendere in campo con la ’19’ (come era prima) con la fascia (come accadeva a volte prima), ma quel ‘prima’ non esiste più, in mezzo è passato del tempo  e sono cambiati storia, fatti e  sentimenti.

(immagine calciomercato.com)

Leonardo Bonucci è un giocatore della Juventus
e come tale va considerato e rispettato

Ma prima di lui altri giocatori, che sono rimasti quando lui ha voluto – o ha dovuto – partire, che hanno sudato senza di lui, che hanno combattuto senza di lui, potevano indossare quella fascia. Dico potevano, non voglio farmi portatrice di verità: ma preferisco la cara vecchia coerenza alle scelte soggette alla variabilità degli umori.

Alla luce di tutto, dunque, è lecito aspettarsi che in futuro, anche Leonardo Bonucci (il suo nome, la sua immagine) entri nel prestigioso corridoio dello Stadium dedicato ai Capitani bianconeri  e vada a fare compagnia ai vari Paola, Boniperti, Sivori, Anastasi, Furino, Scirea, Cabrini, Brio, Tacconi, Vialli, Baggio, Conte, Del Piero, Buffon… augurandogli che, rispetto agli ultimi tre, gli sia riservato altro trattamento…

 

Daniela Russo