Nell’emozionante scenario dello stadio Olimpico di Roma, il Bologna dopo 51 anni conquista il trofeo ai danni di un Milan nuovamente da rifondare. Festa grande tutta a tinte rossoblu
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È stata la vittoria di una squadra compatta, di un allenatore caparbio e sagace e di una intera città, che ha trasformato per una sera lo stadio Olimpico di Roma nella succursale del Renato Dall’Ara. Una finale sentitissima dai rossoblu e dai suoi tifosi, vip e non, presenti a Roma.
Il primo tempo equilibrato, le giocate tecniche, le occasioni da gol, avevano già fatto presagire un secondo tempo combattuto ben bene ma il gol di Dan Ndoye al 53′ ha innescato il corto circuito che ha portato il Milan a non riuscire ad agguantare il pareggio e a portare ai supplementari la sfida.
Così vince il Bologna, così vince Bologna. E vince Vincenzo Italiano, dopo tre finali perse con la Fiorentina, conquista al suo primo anno a nord di Firenze, la Coppa Italia. Si regala una gioia personale, la regala ai tifosi, alla città; con una squadra capace, nell’arco di una intera stagione, di impensierire non poco le candidate allo scudetto, di giocarsi tutto il torneo che ha poi vinto e anche una tranche della Champions League.
Ed è stata festa enorme subito dopo il fischio finale.
Un meraviglioso Roberto Baggio a consegnare la Coppa, due supertifosi come Gianni Morandi e Cesare Cremonini in campo ad abbracciare tutta la squadra, un sicuro, vogliamo crederci davvero, occhio commosso dal cielo di un altro celebre e immenso poeta, simbolo di questa città: Lucio Dalla.
E magari non sarà stata LA SERA DEI MIRACOLI ma è stata una sera (e una notte) di gioia e festa e nel verso di quella splendida canzone “Si muove la città”, c’è l’essenza di Bologna (anche se la canzone è una dedica a Roma).
Per questa squadra si è mossa una parte bella cospicua di amanti del pallone, ha invaso la Capitale, l’ha colorata di rosso e blu, ha festeggiato come meritava alla fine. E se da un lato, oggi si augura al Milan di ritrovare la forma che contraddistingue un grande club, dall’altro si gioisce perché la vittoria del Bologna è il segno di un calcio italiano ancora vivo e vibrante.
Un ultimo pensiero al mito, il Divin Codino Roberto Baggio: esiste qualcuno che non ami quest’uomo? Esiste qualcuno che non lo abbia apprezzato come calciatore? Improbabile.
Il garbo e la grandezza di Baggio, calciatore e uomo senza tempo, hanno brillato nel cielo di Roma e se proprio un tifoso bolognese DOC come Cesare Cremonini ci lancia attacchi di nostalgia ad ogni ascolto di #Marmellata25 con quel verso “Da quando Baggio non gioca più… Non è più domenica”, allora abbiamo la consapevolezza che a Roby Baggio si può solo voler bene e guardarlo con ammirazione, come in milioni lo hanno guardato allo stadio e in tv, con la Coppa Italia in mano.
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Simona Cannaò
*foto account ufficiali del Bologna FC