Napoli, cosa ti è successo?

Inizio di stagione niente male per il Npaoli se si considera la prima vittoria -anche se sofferta-, la rimonta sulla Juve -anche se persa- e le successive buone partite vinte, anche se con gol subiti.

Insomma, un Napoli non perfetto eppure vittorioso.

Finché non arriva la sfida di Champions contro i campioni in carica, gli inglesi del Liverpool, al San Paolo. Gli Azzurri vincono ed affondano il maestoso veliero di Klopp per due reti a zero.

Da qui un blackout che acceca gli azzurri, almeno in attacco.
La difesa va molto meglio, prendendo meno gol (o nessuno) rispetto alle prime due giornate.

L’attacco (partita con il Lecce a parte vinta 1-4) ha fatto cilecca: con il Cagliari zero gol e ne hanno incassato uno; difficoltosa vittoria contro il Brescia; contro il Genk ed il Torino un pareggio senza reti.

I veterani da bacchettare

Allan, Lozano, Zielinski, Ghoulam e Insigne sono, senza giri di parole, l’ombra di loro stessi: stanchi e con la testa fra le nuvole. Ancelotti dovrà essere bravo a riportarli “sulla retta via” senza privare la squadra dei suoi migliori giocatori e prima che la vetta della classifica non diventi troppo distante da raggiungere.

C’è rabbia, tensione ma anche superficialità, lo si sente.

Eppure per certi versi il nervosismo che aleggia (in attacco) è, sì, giustificato ma non da professionisti.

In primis va raddrizzato Lorenzo Insigne.
Da capitano e da napoletano non può permettersi di dimenticarsi disciplina e calma, fattori importanti da trasmettere alla squadra.
Ancelotti lo schiera in tribuna con il suo ovvio dissenso e poi come titolare ma come si dice a Napoli “a lavà a cap’ o’ ciuccio, se perde l’acqua e o’ sapone” che potrebbe essere tradotta nella più comune “il lupo perde il pelo ma non il vizio” : significa che Lorenzo per essere di nuovo Il Magnifico deve tornare a concentrarsi in allenamento e in campo e non avere “la capa a pazziare”.

insigne-tribuna
Il Corriere del Pallone

Una sosta che forse farà bene a lui, alla squadra tutta, e al mister Ancelotti per revisionare gli schemi che proprio non funzionano e capire come risollevare il morale della squadra.

È un periodo storto che gira e anche la squadra sembra metterci del suo e le voci esterne iniziano a farsi sentire: per una squadra che doveva essere competitiva per il vertice, come disse il mister ad inizio stagione, sembra tristemente tutt’altro.

Quella di Torino, l’ultima prima della sosta, è una partita che fa riflettere: a secco di gol, ancora, non è l’unica cosa che preoccupa ma è soprattutto la mancanza di idee per lo sviluppo della trama del gioco, c’è un’evidente lentezza di pensiero nel costruire un’azione fruttuosa per il gol.
La fase difensiva è dunque quella che sta dando migliori soddisfazioni ultimamente.

Un pareggio quindi, nonostante ciò, pesante, considerando anche il gol fatto sbagliato di Llorente, per un gruppo già carente di autostima e concrete certezze.

Che si giochi con il 4-1-4-1 o 4-3-3 o 4-2-3-1 poco importa, possono lasciare il tempo che trovano, i ragazzi vanno motivati, devono entrare in campo concentrati, sicuri, certi di quel che fanno, con grinta, volontà e condizione fisica ed atletica perfetta, se si vuole puntare in vetta.

llorente napoli
immagine – fonte: tn8tv

Ci sono troppi “se” che giustificano la squadra e girano attorno ad essa: “…Se a Torino avessimo pareggiato?” “…Se col Cagliari avessimo vinto?” “Se Llorente avesse segnato?”

Sarà che la squadra è una rosa forte, indubbiamente, ma che è stata caricata troppo da media, speculatori, tifosi e soprattutto dallo stesso Mister?
Si spera di no, ovviamente, ma che sia stato un normale periodo “no”.

 

Valentina Vittoria