La storia tra la Dea Atalanta e Alejandro Papu Gomez è stata – senza alcuna ombra di dubbio – un grande, grandissimo amore.

Uno di quegli amori che ai nostri occhi di spettatori sembrano perfetti, idilliaci, destinati a durare nel tempo e nella memoria collettiva.

Un amore che ingenuamente pensiamo possa terminare con le parole “per sempre”.

Dico ciò pensando ai tifosi bergamaschi che – giustamente – da qualche anno a questa parte vivono in una favola. Nelle favole ci vuole, d’obbligo, il lieto fine.

Ma come si può fare a trovarne uno all’altezza?

Io guardo da sempre la Dea con grandissima simpatia. In Gasperini e in Papu Gomez ho visto due uomini che si stimavano e dalla loro stima reciproca è nata una sinergia che ha giovato a tutti.

Ha giovato al ragazzo che mai prima d’ora aveva brillato così tanto.

Ha giovato al tecnico che ha potuto usufruire di un jolly preziosissimo.

Ha giovato a tutta la squadra che ci ha stupiti, ci ha conquistati, ci ha catturati anche nostro malgrado.

Come si può giustificare una fine così turbolenta, senza alcuna possibilità di risanamento?

Gomez Gasperini
Fonte immagine prof.Twitter Goal.com

Nessuno di noi conosce le motivazioni che hanno portato a una rottura così profonda.

Difficile credere che sia un solo episodio: più probabile una serie di incomprensioni accumulatesi nel tempo.

Il Mister e il Diez appaiono saldamente rigidi sulle loro posizioni e ciò porta inevitabilmente il  matrimonio a un divorzio che sarà necessariamente doloroso.

Penso al Presidente – che giustamente ha scelto il tecnico, cuore del progetto – penso altresì ai tifosi.

Come ci si può schierare, dovendo scegliere tra un brillante Capitano e l’allenatore artefice delle fortune orobiche?

Non si può e non si deve.

La verità è che nel calcio – necessariamente – gli amor finiscono e la bravura sta nel lasciarli in un posto speciale ove possano continuare a sopravvivere.

Ho vissuto tutto ciò in prima persona,  quando Del Piero è stato “gentilmente accomodato alla porta” dalla Juventus. E posso garantire che sono situazioni difficili.

Bisogna essere bravi a lasciare che le cose scivolino via, da sole.

Ma un amore così grande, che ha dato dei frutti importantissimi per Bergamo, non si può lasciare a pezzi.

Vorrei dire ai tifosi orobici che la delusione, la rabbia, sono del tutto normali.

Ma li invito con il tempo a raccogliere i momenti catartici degli anni che l’argentino e la Dea hanno trascorso insieme.

Raccogliete i pezzi e riuniteli: ne troverete l’origine della vostra favola che, nonostante tutto, andrà ancora avanti. 

 

Daniela Russo