Antonio Cassano parla senza peli sulla lingua della sua vita e della carriera, entrambe caratterizzate dai suoi atteggiamenti eccentrici e bizzarri. Aveva solo 17 anni quando ha esordito nel Bari e 7 anni dopo era nel Real Madrid. Un’occasione sprecata, lui stesso dice di essere stato uno stupido e confessa che in quel periodo era sesso-dipendente.

“Ricordo quando Bronzetti mi chiamò dicendomi che di lì a breve sarei approdato nella migliore squadra al mondo. Io gli chiesi qual era e lui mi rispose che si trattava del Real. Io non gli credetti e lo mandai quasi a quel paese, poi mi passò il telefono: parlai con Florentino Perez. Non potevo dire no al Real, molta gente avrebbe pagato per giocare lì ma in campo andava solo uno fra me e Robinho. Ho cominciato bene, segnando, ma quando vai a Madrid puoi fare due cose: stare con la famiglia, concentrato, o andare in giro a fare lo stupido. E io ho fatto la seconda… Così le cose andarono male perché scelsi il divertimento alla carriera, ed anche perchè in quella squadra giocavano tutti i migliori al mondo, i ‘Galacticos’. Io poi arrivai con un peso di 93 kg, ben 10 in più rispetto a quello ideale”.

“A 20 anni si ha una forza tale da far sesso tutti i giorni, credo che assieme al cibo e al calcio rappresenti il trio ideale per una vita perfetta. Io non sono mai stato bello, e se non avessi fatto il calciatore nessuna mi avrebbe guardato, nemmeno mia madre. Indossare la tuta del Real però fa un certo effetto… La passione per le ragazze l’ho sempre avuta, anche quando arrivai a Madrid ero fidanzato, ma dopo un mese cambiò tutto. Beckham? Tutte le ragazze volevano conoscere lui, però non era fattibile visto che era sposato con un figlio”. A detta di Cassano, intorno al calciatore inglese giravano splendide donne.

“C’è rimpianto, non mi sono reso conto di essere nella squadra più grande della storia, solo uno stupido poteva comportarsi come ho fatto io a Madrid. Ho però giocato con due dei cinque migliori calciatori della storia, Zidane e Ronaldo il Fenomeno. E se avesse avuto la testa e la professionalità giusta, lo sarebbe stato anche Guti”. Di Zizou ha un bel ricordo: “Non parlava mai, in un anno e mezzo lo avrà fatto tre volte, ma in quelle occasioni tutti lo ascoltavano senza fiatare. Penso che sarà un grande allenatore, pochi hanno la personalità e la sicurezza che ha lui. Ha fatto la storia. Guti era proprio fantastico, a volte si allenava bene e a volte andava via prima: nessuno di noi però conosceva il motivo”.

Racconta anche del suo periodo alla Roma, ma anche lì le cose non andarono troppo bene. “La mia migliore partita fu un Roma-Juventus 4-0 dove segnai una doppietta e provocai un rigore: alla vigilia avevo abbandonato il ritiro per uscire, tornai alle sei a Trigoria perché rubai le chiavi. Totti è una persona fantastica, vissi sei mesi a casa sua subito dopo la firma nel 2001: smise però di parlarmi per ben due anni, io gli mancai di rispetto”.

Si è calmato un po’ solo quando ha conosciuto Carolina Marcialis, che è poi diventata sua moglie e dalla quale ha avuto 2 figli. “Sono stato un disastro nei miei primi 16 anni di vita, potete definirmi ribelle o pazzo, poi è stato difficile cambiare quando ho iniziato a fare il calciatore professionista. Ma sono felice così. Io vengo dalla strada e ho una personalità molto forte, pensavo che il calcio fosse come la strada ma non era così, solo ora ne sono cosciente. Anche avere dei figli ti cambia la vita…”.

Le squadre che gli sono rimaste nel cuore? “La Sampdoria dove tutt’ora gioco, l’Inter che è la squadra per cui tifo fin da piccolo ed il Parma, con cui ho vissuto tutte le vicissitudini societarie che hanno portato al fallimento ed alla ripartenza dalla D”.

Della Juventus dice che lì sono troppo inquadratii. “Non ci sono mai voluto andare, sono molto latino e lì sembrano dei soldati. Sono dei professionisti e vincono. Ma io devo essere sovrappeso, mangiare quello che voglio, mandare a quel paese qualcuno, l’ho fatto con quasi tutti gli allenatori”.

Insomma… le “cassanate” non sono mai mancate sul suo cammino. E sono proprio quelle che gli hanno procurato i guai peggiori.

Mirella Fanunza