Gli Ultrà biancocelesti in questione si dicono stupiti dal clamore per un gesto “fatto per goliardia”

L’abbiamo fatto per goliardia“.

Così hanno tentato di giustificarsi alcuni Ultrà del gruppo “Irriducibili” della Lazio, responsabili del gesto vergognoso di imbrattare la curva sud della tifoseria giallorossa di adesivi antisemiti ed immagini di Anna Frank con indosso la maglia della Roma.

Una giustificazione che ha aggiunto ulteriore degrado all’episodio: associare le barbarie della persecuzione razziale ad un fatto di divertimento e di sfottò è assolutamente impensabile.

Tra l’altro, gli Ultrà in questione, allo stadio, non avrebbero neppure dovuto esserci; erano stati diffidati dal Giudice Sportivo per razzismo (con tutta la curva nord chiusa) a causa dei cori contro i giocatori del Sassuolo; erano in curva grazie a una decisione del club del presidente Claudio Lotito che sospendendo gli abbonamenti ha potuto concedere  i biglietti della curva avversaria agli Ultrà (alla cifra simbolica di 1 euro).

La Figc ha aperto un’inchiesta (così come la Questura di Roma)  e la Lazio rischia di nuovo una pesante squalifica.

Il portavoce della squadra, Arturo Diaconale, ha ribadito come la Società sportiva abbia sempre condannato ogni forma di razzismo e come ancora una volta rimanga interdetta di fronte a manifestazioni che riguardano un gruppo ristrettissimo di persone.

Dalla visione delle immagini delle telecamere e dal lavoro della Polizia sono stati effettuati i primi riconoscimenti dei responsabili e le indagini proseguono per identificare tutti gli autori del gesto.

Ieri Lotito ha depositato alla Sinagoga di Roma una corona di fiori.

“Con questo gesto – ha dichiarato –  intendiamo ribadire la nostra posizione, chiara e indefettibile: la Lazio ha sempre represso certi fenomeni, con iniziative nelle scuole. Da oggi intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz”.

I Capitani delle squadre di Serie A durante la decima giornata di Campionato scenderanno in campo donando ai bimbi che accompagnano le squadre in campo una copia del “Diario di Anna Frank” e di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.

Silvia Sanmory